Ma è davvero necessario “mostrare” tutto? Beh, no: sarebbe impossibile. Lo sappiamo tutti ormai, lo sa anche Wikipedia che cita:
Come tutte le regole, Show, don't tell ha le sue eccezioni. Secondo James Scott Bell: "A volte lo scrittore utilizza le spiegazioni come scorciatoie, per muoversi rapidamente verso le parti più importanti della narrazione o della scena. Mostrare è essenziale per rendere le scene vivide. Se tentate di farlo costantemente, le parti che dovrebbero emergere non lo faranno, e i vostri lettori saranno sfiniti. (Bell, James Scott, Mar., 2003., Exception to the Rule. Writer's Digest Yearbook: Novel Writing, p. 20.)
E poi:
Mostrare richiede più parole; raccontare può coprire un arco di tempo più ampio. Un romanzo che si regge solo sul mostrare si rivelerebbe molto lungo; quindi una narrazione può contenere alcune legittime rivelazioni. Le scene importanti della storia dovrebbero essere drammatizzate mostrando, ma a volte ciò che accade tra le scene può essere raccontato in modo da far progredire la storia. Per esempio, se Bob è un personaggio in una storia, potrebbe fare le seguenti cose:
* Avere una lite con il suo capo
* Guidare verso la casa della sua ragazza
* Avere una lite con la sua ragazza
Lo scrittore potrebbe mostrare le liti con il capo e la ragazza di Bob, ma raccontare al lettore che Bob guida verso la casa della sua ragazza senza insistere troppo nella narrazione. Dal momento che niente di importante accade durante quel tragitto in macchina, lo scrittore ha solo bisogno di dire al lettore che c'è quel tragitto.
Lo scrittore potrebbe anche voler raccontare per rivelare al lettore che il narratore della storia - la voce narrante, non lo scrittore! - non è affidabile. Il narratore può dire che Bob è un bravo ragazzo, ma più tardi Bob si mostra una carogna. Allora il lettore può decidere che il narratore della storia non vede Bob per ciò che è.
La scrittrice americana Francine Prose su questa regola afferma che "Spesso viene dato un cattivo consiglio ai giovani scrittori, ovvero che il lavoro dell'autore è di mostrare, non di raccontare. Inutile dire che molti grandi romanzieri combinano il 'mostrare drammatico' con lunghe sezioni di piatta narrazione autoriale che mi pare sia ciò che viene chiamato il raccontare. E l'avviso contro questo raccontare porta a una confusione che causa, agli scrittori in formazione, di pensare che ogni cosa dovrebbe essere messa in scena... quando in realtà la responsabilità di mostrare dovrebbe essere assunta dall'energico e specifico uso del linguaggio.[Prose, Francine (2006). Reading Like a Writer pp.24-25. HarperCollins]
https://it.wikipedia.org/wiki/Show,_don%27t_tell
@Swetty 20 agosto 2011
Ecco, non sono d'accordo: secondo me bisogna mostrare il più possibile, ma mostrare il giusto. Quello che noto sempre di più leggendo, è che le parti non mostrate finisco per dimenticarle, mentre una scena ben descritta non la dimentico. Quindi, dal mio punto di vista di lettore, posso fare tranquillamente a meno delle parti dette.
Ossia, puoi anche dirmi che la tua protagonista è bionda, con gli occhi azzurri, il 37 di piede, taglia 42, indossa un abito verde di seta a fiori e sandali, catenina d'oro zecchino e via così, se le cose non sono funzionali alla storia io le dimentico al primo punto e a capo. Se invece mi dici che il personaggio X rimane affascinato dai suoi capelli biondi o che il personaggio Y guarda con cupidigia la sua collanina d'oro, allora come per incanto mi si scolpisce la cosa in testa e non va più via. Questo perché, pur parlando della stessa cosa nello stesso momento, nel secondo tipo di descrizione in realtà mi stai mostrando una scena, nel primo invece mi dici com'è la protagonista.
Credo però ci sia una certa confusione nei termini e vorrei che qualcuno li chiarisse una volta per tutte, visto che a volte mi è capitato, ad esempio, che venissero bollate come "raccontati" degli episodi riportati da un personaggio in un dialogo, il quale personaggio in sé mostrava e non diceva. Raccontare, narrare e via così sono termini ambigui in questo caso.
Non trovo che mostrare sia uno di quei casi in cui ci sia assuefazione. Del resto, il cinema ad esempio mostra e basta, se ci fosse assuefazione tutte le scene ci sembrerebbero uguali, cosa che invece non è. E, sempre secondo me, le parti "di raccordo" andrebbero eliminate e basta.
Nella sequenza di Bob, la scena centrale può essere importante come no. Se non lo è, va tagliata. Se lo è, va mostrata. Quello che deve cambiare è il tono con cui viene mostrata e il tema della scena. Per esempio, se nella scena (A) vediamo Bob che litiga col capo e nella scena © vediamo Bob che litiga con la fidanzata, se vogliamo inserire uno stacco, possiamo mettere una scena in cui Bob potrebbe:
- essere nervoso al volante;
- essere depresso e pensare di non valere nulla;
- cercare di calmarsi;
- temere di perdere il lavoro;
e così via: ma tutte queste scene, per quanto "di transizione", sarebbero mostrate, non dette, e sarebbero significative, perché spiegherebbero come si passa dal litigio (A) al litigio ©. Se invece fosse solo l'equivalente di sale in macchina e guida fino a casa della sua ragazza io taglierei tutto e teletrasporterei il lettore direttamente da (A) a ©, mettendo solo un accenno al nuovo luogo (tipo cominciare con Arrivato a casa della sua ragazza, ecc.).
Ma non è che si confonde mostrare con far agire?
Forse bisogna cercare di chiarire una volta per tutte cosa sia show e cosa tell. Perché una scena non è (quasi) mai “show” o “tell” in modo assoluto, ma in più l’una o l’altra cosa in proporzioni variabili. Nell’esempio classico:
- Tizia era disperata. Caia tentò di consolarla: tell
Tizia piangeva, Caia l’abbracciò: show
- Tizia cercava di asciugare le lacrime che le rigavano il viso, invano. Caia allora l’abbracciò, mormorando parole di conforto: ancora più show.
Tizio si passava e ripassava le dita sugli occhi arrossati e gonfi, singhiozzando. “Ti aiuterò io” mormorò Caia, e la strinse in un abbraccio: ancora più show.
Esempio: Marina era bellissima e tutti i ragazzi le andavano dietro. Quando entrava in una stanza tutti rimanevano incantati a guardare.
Esempio: Marina entrò nella stanza e le teste si girarono verso di lei. Cadde il silenzio, interrotto solo da un rumore di vetri infranti: il Commendator Rossi, che la fissava con la bocca socchiusa, aveva lasciato cadere il bicchiere sul pavimento.
(questi esempi, molto più efficai, sono di @Swetty)
Show e tell, allora, dovrebbero essere dosati, considerando che le regole servono a chi scrive, per capire come far arrivare il messaggio al lettore o per capire perché il messaggio non è arrivato.
Se vi approcciate alla scrittura creativa, fate attenzione a quanto "show” e quanto “tell” usate. Lo show immerge il lettore nella vicenda, il tell tende a mettere un certo distacco. Più una scena è raccontata, più è difficile renderla interessante, mentre leggere scene mostrate è generalmente più facile e scorrevole.
Generalmente, eh? Il passaggio che segue secondo me è tell (ma non solo secondo me): non possiamo essere tutti Steinbeck. Anche se nessuno ci vieta di provare.
Ogni sera si creava un mondo, si fondavano amicizie, sorgevano ostilità; un mondo fatto di animosi e vigliacchi, umili e superbi, buoni e cattivi; e ogni mattina quel mondo veniva smontato, come un circo.
A tutta prima, la presa di contatto tra sconosciuti generava un certo imbarazzo; le parole erano poche e non si facevano sentire se non dopo accurata riflessione da parte di chi doveva proferirle; ma a poco a poco ognuno acquistava la tecnica della costruzione di una comunità. E i capi non tardavano a venire in evidenza, e si formulavano leggi, entravano in vigore codici. E man mano che questi piccoli mondi di saltimbanchi procedevano verso occidente, le loro attrezzature andavano sempre migliorando, perché i singoli acquistavano ogni giorno un più alto grado di esperienza.
Così le famiglie imparavano gradatamente quali fossero i diritti che esigevano rispetto: il diritto di riservatezza d'ogni singola tenda, il diritto di tener celato in cuore il fosco passato, il diritto di ascoltare e di parlare, il diritto di rifiutare o di accettare aiuto, il diritto maschile di corteggiare e quello femminile di farsi corteggiare, il diritto d'avere appetito e di soddisfarlo; e imparavano, soprattutto, che i diritti delle donne incinte e delle persone ammalate trascendevano tutti gli altri diritti.
E imparavano ancora, senza che nessuno glielo insegnasse, quali fossero i diritti mostruosi che occorreva calpestare: il diritto di ingerirsi nelle cose private del vicino, il diritto di schiamazzare di notte, il diritto di sedurre e di fornicare, il diritto di rubare o di assassinare. Tutti cotesti diritti non erano riconosciuti, perché evidentemente il loro esercizio avrebbe impedito ai piccoli mondi di esistere per la sola durata d'una notte.
J. Steinbeck, Furore, Bombiani Editore, 1979.
*Discussione recuperata da un topic del WD