Un testamento in latino notarile del Basso Medioevo

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Siamo nella Pieve di San Giovanni di Carpegna, alla fine del XIII secolo, dove il notaio sta leggendo in pubblico il testamento dell’arcipresbitero, naturalmente in latino. Nel romanzo non intendo mettere le note a fondo pagina con la traduzione, che rallenterebbero la lettura. Vorrei che il latino fosse una sorta di “commento musicale”, dato che il senso delle scene si può intuire comunque. Considerate che in questo caso non si tratta di latino classico, ma del latino medievale (o dovrei dire di un tentativo di latino notarile del Basso Medioevo?):
 
«In fidem horum, manu propria subscripsi die duodecimo novembris, anno Domini mille ducenti octuaginta novem» concluse solenne il notaio.

Questa sarebbe la versione che ho scelto, senza “trascrivere” la data come lo avrebbe fatto un notaio dell’epoca: 

«In fidem horum, manu propria subscripsi die duodecimo novembris, anno Domini MCCLXXXIX» concluse solenne il notaio.

D'altronde, il protagonista sta ascoltando il notaio che legge ad alta voce, e non legge MCCLXXXIX ma mille ducenti octuaginta novem.
Qualche prof (o qualche editor?) in ascolto può dirmi se la mia scelta è quella più opportuna? Purtroppo il mio editor e magister carissimo non può più aiutarmi…

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