Costruttori di Mondi

Poesia è quando la parola viene utilizzata non per significare qualcosa di noto, ma per far risuonare qualcos'altro, il cui significato ultimo rimane ignoto. 

Una "poesia" che non fa uso della metrica, di rime e/o assonanze, è come una "musica" fatta di rumori, e non di note e accordi. Non ha senso. Perché l'unico "senso" della poesia è riposto nella sua musicalità, nella tensione simbolica della parola che travalica l'intelletto e parla all'inconscio. 

Questo, per inciso, spiega perché il 90% della pseudo-poesia contemporanea (mi riferisco soprattutto a quella più snob che fa tendenza nei ghetti poetici) è un vacuo esercizio intellettuale che non ha alcun senso, che non conduce ad alcuna esperienza estetico-emotiva e che, giustamente, non ha mercato. 

La poesia, come genere letterario, in realtà è morta da decenni con le avanguardie, e ciò che ne resta oggi è soltanto un cadavere di sé stessa. La poesia tuttavia non è affatto un genere letterario: è un'arte a sé, ed è sopravvissuta benissimo nella sua originaria forma musicale. I grandi poeti del secondo Novecento sono stati i grandi cantautori, i Bob Dylan e i Battisti, non certo gli esumatori di cadaveri e di accozzaglie di parole sconclusionate.