Lo scrittore visto (e raccontato) dagli scrittori

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Ieri sera leggevo, anzi godevo del piacere della lettura de L'anomalie, e tra i tanti passaggi che metto da parte e conservo preziosamente, ne ho annotato uno che parla di cosa sia, o non sia, essere uno scrittore. Nel romanzo, il personaggio cui si deve la riflessione in questione è uno scrittore, e traduttore, dalla lunga carriera, mai coronata dal vero successo. È in una situazione totalmente surreale e decide di scriverne. Accingendosi a farlo, riflette a come e cosa voglia scrivere. Ne esce una riflessione più generale, e disincantata sulla scrittura. In particolare, il finale mi sembra una definizione perfetta.

«Avendo già letto, e tradotto, troppe scemenze infiocchettate di preziosismi, ritiene che sarebbe indecente imporre al mondo una stupidaggine in più. Gli fa un baffo che una prosa sfavillante sgorghi dal "semplice moto della penna sul foglio", non pensa d'avere "l’onnipotenza delle parole"; non è questione di "chiudere le palpebre per tenere aperti gli occhi" o che, in quel luogo senz'anima egli "si sottragga al mondo per vergare il proprio senso di smarrimento". Del resto, diffida delle metafore. La guerra di Troia è sicuramente iniziata da lì. Ma nonostante tutto sa che basterà che una delle sue frasi sia più intelligente di lui perché un tale miracolo faccia di lui uno scrittore.» (H. Le Tellier, L'anomalie, Gallimard 2020. Traduzione estemporanea.)

Mi piace molto, probabilmente anche perché rispecchia bene la mia visione della scrittura e della lettura. Il fatto poi che l'autore sia uno che scrive da trent'anni, ha decine di pubblicazioni dai tiraggi mai colossali, membro della Oulipo (https://it.wikipedia.org/wiki/OuLiPo) di cui hanno fatto parte Queneau, Calvino, Perec; e che con questo romanzo di fantascienza, e di mille altri generi, geniale, divertente, fuori dagli schemi e dalle convenzioni abbia vinto il Goncourt 2020 (e sia a oggi il secondo premio Goncourt più venduto della storia dietro alla Duras, con una tiratura che ha ormai raggiunto le 800.000 copie) mi sembra dare un pizzico di sapore in più.

Che condividiate o meno la mia visione della scrittura, che vi piaccia o meno la citazione in questione, mi piacerebbe vedere questa discussione arricchirsi di riflessioni "d'autore" sulla scrittura e sullo scrittore.
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)
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