M.T. wrote: Tra pensionati musicisti e gente di trent'anni addestati a combattere c'è una bella differenza: questo è cambiare i fatti.Hai ragione. Mi sono resa conto, rileggendo i miei interventi, che non sono stata abbastanza precisa. Il commento di La Russa era plausibilmente volto a minimizzare e a stravolgere la visione della resistenza al nazi-fascismo. E in questo senso è doppiamente sbagliato, perché non dovrebbe essere uno coi busti di Mussolini in casa, e con una carica statale importante, a dire queste cose.
Il battaglione Bozen era addestrato a combattere, e poco dopo avrebbe assunto la denominazione formale di "SS". I superstiti (di cui non ho trovato molte notizie) di certo furono mandati a combattere i partigiani, magari anche commettendo crimini contro i civili. Ma quel 23 marzo erano solo degli uomini (contadini, pastori, artigiani, ecc.) arruolati a forza, perfino sotto minaccia alle loro famiglie, che non stavano facendo niente di male. Questo è un semplice dato di fatto, e dirlo non dovrebbe danneggiare o offendere nessuno.
Le parole di La Russa sono viste come una minaccia solo perché in Italia si è sempre insabbiato tutto, decidendo in modo tassativo cosa era giusto e cosa no, impedendo ogni dubbio sulla versione storica decisa o tacciandolo di "revisionismo". I fatti non si possono cambiare, ma fatti drammatici come questo hanno per forza diverse interpretazioni. Alcuni sopravvissuti alla strage e parenti delle vittime della rappresaglia hanno fatto causa ai responsabili. L'hanno persa, ma è evidente che hanno avuto il mio stesso pensiero su una qualche responsabilità morale.
M.T. wrote: Ancora oggi ci sono fascisti che inneggiano alle stragi di Sant'Anna di Stazzema e Monte Sole, rammaricandosi che non si sono ammazzati abbastanza bambini e neonati, che bisognava ammazzarne molti di più; e lì non ci fu nessun attentato da parte dei partigiani.Non è per sfiducia, ma mi risulta davvero molto strano che qualcuno abbia inneggiato a qualcosa del genere.
Cheguevara wrote: Come è facile immaginare, non sono d'accordo con la tua visione. Per niente d'accordo. Intanto, la regola del dieci contro uno non esisteva, fu inventata dai nazisti per la bisogna in questo e altri casi. Poi, in un Paese invaso i civili hanno tutto il diritto di organizzarsi per una resistenza partigiana attiva, ponendo in atto azioni di guerra e sabotaggio, di cui faceva parte la bomba in via Rasella.Sì, ero certa che non saresti stato d'accordo. La regola del dieci a uno è criminale e disumana, non credo ci siano dubbi su questo. Ma non sono d'accordo sul fatto che l'Italia fosse un paese invaso: i tedeschi li abbiamo invitati noi (o meglio, il governo fascista) e non erano rimasti qui per conquistare l'Italia ma per combattere gli Alleati. Non era un'esercito d'invasione, ma alleato di una parte dell'Italia (la Repubblica di Salò) in una guerra civile. Quindi già la situazione politica e morale era molto complessa.
Quanto alla situazione dei partigiani, i comunisti e quelli di altre unità antifasciste erano quasi sempre in disaccordo, proprio perché i comunisti facevano spesso attentati violenti. Ci sono stati partigiani che hanno nascosto o aiutato a fuggire persone perseguitate, come ebrei, disertori o altri dissidenti, rischiando la vita. Altri hanno aiutato i paracadutisti americani a infiltrarsi dietro le linee nemiche, fatto saltare ferrovie, rallentando gli approvvigionamenti, o magazzini di armi e centri di comunicazione. Tutte queste azioni erano utili a salvare vite o far finire più in fretta la guerra. Questi sono eroi della resistenza per me, non chi ha messo bombe, ottenendo come unico risultato di seminare altra morte inutile.
Io di questa storia non sapevo tantissimo, ma le pagine Wikipedia su di essa sono stranamente approfondite, e riportano tutte le idee diverse a riguardo. Ma la pagina più interessante è proprio quella del battaglione Bozen: https://it.wikipedia.org/wiki/Polizeiregiment_%22Bozen%22 Forse perché fa capire che quelle che si sono uccise in nome di non si sa quale lotta idealistica o incitamento all'azione erano delle persone.
Aggiungo, anche se credo che chi mi conosce lo capisca già, che non sto difendendo un battaglione nazista, ma dei diritti umani che dovrebbero valere per chiunque, perché nessuno ha diritto di togliere vite, per qualsiasi motivo (sono contraria anche alla giustizia sommaria senza processo e alla pena di morte, anche in caso di criminali di guerra accertati).