Re: Situazione Ucraina-Russia

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Cheguevara wrote: Non credo che in questa discussione si possano liquidare quelli (99%) che hanno una visione diversa dalla tua in un modo (questo sì) semplicistico
Non sono il 99 per cento. Io non sono d'accordo con te, ad esempio. Non sono più intervenuta perché non mi pareva ci fossero i termini per una discussione. A parte poche eccezioni, naturalmente. 
Gli USA hanno una responsabilità diretta in questa situazione. Biden ha dichiarato pubblicamente che stavano rifornendo armi da un anno.  La NATO non ha capacità decisionali se non con il benestare americano. L'Italia in ciò è solo una misera pedina, anzi, serviamo solo come territorio in cui piazzare basi USA.
Cheguevara wrote: Di mettere i fiori nei cannoni lo dicevano gli Hippy negli anni '70, ma non mi risulta che sia mai stato fatto
E invece si. La rivoluzione dei garofani in Portogallo. Si chiama così perché la gente metteva garofani nei carri armati. 

Re: Situazione Ucraina-Russia

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ivalibri wrote: Non sono il 99 per cento. Io non sono d'accordo con te, ad esempio. Non sono più intervenuta perché non mi pareva ci fossero i termini per una discussione. A parte poche eccezioni, naturalmente. 
Gli USA hanno una responsabilità diretta in questa situazione. Biden ha dichiarato pubblicamente che stavano rifornendo armi da un anno.  La NATO non ha capacità decisionali se non con il benestare americano. L'Italia in ciò è solo una misera pedina, anzi, serviamo solo come territorio in cui piazzare basi USA. E invece si. La rivoluzione dei garofani in Portogallo. Si chiama così perché la gente metteva garofani nei carri armati. 
Mi correggo: non siamo il 99% e forse neanche il 98. I fiori nei cannoni sono stati messi una volta. Gli USA sono dei guerrafondai. Noi non contiamo un tubo. Adesso, che qualcuno sforni una soluzione per questa vicenda, che non sia l'appecoronamento a Putin, possibilmente.
Mario Izzi
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Re: Situazione Ucraina-Russia

203
Premetto che la mia è solo una sensazione e può essere sbaglaita, ma ho l'impressione che sia l'Ucraina sia la Russia abbiano voluto questa guerra per poi sedersi a un tavolo e ottenere quello che desiderano.
Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
https://www.lestradedeimondi.com/

Re: Situazione Ucraina-Russia

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Ciao, @Cheguevara
La soluzione è la via diplomatica. Negoziare, trovare un compromesso per mettere fine alla guerra. Non ci sono alternative. 
Gli USA e la NATO più che mandare armi e fare sanzioni economiche e simboliche non possono fare. E spero con tutto il cuore non facciano di più, confidando non tanto sull'intelligenza di chi ci governa ma almeno sul loro istinto di sopravvivenza. 
Prolungare la guerra non fa altro che ulteriori morti e distruzione dal punto di vista di chi la subisce. Non so come altro dirlo.
L'alternativa può essere una lunga guerra sul territorio e l'esperienza dovrebbe insegnarci che, oltre al dolore e alla sofferenza che comporta, non porta ad altro che ad ulteriore instabilità politica.
Chi ritiene che prolungare la sofferenza del popolo ucraino invitandolo a resistere e ad imbracciare le armi sia inevitabile, è complice di una mentalità guerrafondaia che dobbiamo scrollarci di dosso, visti i tempi che corrono. 
L'Europa poteva avere un ruolo nelle trattative, poteva, anzi doveva, offrirsi come mediatrice. Abbiamo lasciato incautamente questo ruolo ad altri, la Turchia, Israele, forse la Cina (appena avrà chiaro in che modo le conviene posizionarsi tra Russia e USA). Nessuno di loro lo fa per altruismo e amor di pace, ma per meri interessi nazionali e geopolitici. E noi? Ci siamo allineati e appiattiti sulle solita linea americane. Senza guadagnarci nulla e mettendoci in pericolo. 
Mi spiace ma io alternative non ne vedo. Credi forse che un intervento della NATO con una no fly zone o invio di forze aeree non sarebbe un disastro?

Re: Situazione Ucraina-Russia

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bestseller2020 wrote: da subito io ho affermato che avrebbe fatto meglio ad aprire le frontiere e accogliere i fratelli russi con i fiori. Non sarebbe morto nessuno e Putin avrebbe avuto l'opinione pubblica contro: senza nessuna scusante da addurre.
Per me non ha alcun senso questa frase. Essere accolto con i fiori dai "fratelli" ucraini è proprio ciò che Putin (o almeno la propaganda che ha messo in piedi) si aspettava. Se hai sentito le testimonianze dei soldati russi, sono stati loro i primi a rimanere sconvolti: si aspettavano di fare una missione facile e giusta e si sono ritrovati a sparare contro civili e donne incinte che li apostrofavano con odio. Secondo la tua logica, Putin avrebbe dimostrato proprio ciò che voleva: che il popolo ucraino era tenuto in ostaggio da un governo corrotto, nazista o chissà che. Non è così, e l'errore è stato tutto suo (e dei suoi scagnozzi compiacenti, che per paura gli dicono solo ciò che vuole sentire).

Il motivo per cui non mi addentro nella questione linguistica è che lì le cose non sono scontate: ci sono persone che parlano russo ma si sentono ucraine e altre che si sentono russe ma parlano ucraino. Ci sono moltissime famiglie miste, o che parlano entrambe le lingue. È evidente che sentirsi da una parte o dall'altra lì non è una questione di lingua né di tradizioni. Quindi è stato quantomeno azzardato presupporre che chi parla soprattutto russo avrebbe accolto l'invasore come un liberatore.
dyskolos wrote: Infatti l'Italia è uno stato plurinazionale. L'Austria non credo che darebbe all'Alto Adige un grado di autonomia paragonabile a quello italiano.
Non ne avrebbe bisogno. L'autonomia ha senso qui, solo perché compensa ingiustizie storiche e culturali. Gli altoatesini non chiederebbero nemmeno un'autonomia speciale, se fossero in Austria.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
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Re: Situazione Ucraina-Russia

206
Un saluto a tutti, è da un po' che seguo questa discussione da "dietro le quinte".
Non mi sento in grado di fare un mio intervento qualificato, non quanto potrebbe esserlo quello di uno storico, un economista, o un esperto di geo-politica.
Ho la convinzione che esprimere semplici opinioni, come in un qualunque "salotto", non sia di giovamento a nessuno. Ammiro chi manifesta nelle piazze contro la follia della guerra, chi si attiva nei corridoi umanitari, chi manda viveri e altre donazioni e chi ospita coloro che sono fuggiti dalla violenza bellica con solo le proprie vite appresso. Credo che siano queste le sole azioni concrete che come persone potremmo fare in un contesto storico come quello attuale e tragico.
Come operatori culturali, come autori, invece, potremmo scrivere degli orrori, raccontare le atoricità e farlo con il solo mezzo che abbiamo a disposizione: il racconto o la poesia, non con opinioni che servano per parlarci addosso o misurare la validità delle nostre deduzioni.
Il confronto è sempre valido, ma quando è costruttivo, e sinceramente temo che qui nessuno sia realmente qualificato per "sforrnare soluzioni", non per una cosa più grande di noi stessi.
Consapevole di questo, mi piace comunque leggere e informarmi, documentarmi proprio al fine di trasformare in creazione la distruzione che ci circonda e facendolo oggi ho trovato due articoli che ho trovato interessanti, due riflessioni che vi riporto, per il piacere di condividere e forse con la speranza di portare questa discussione a livelli più affini a un forum di scrittura.


Europa, una grande forza senza peso. È il momento della cooperazione


Trent'anni fa un volume parlava di fine della storia. Si entrava nel secolo americano, non ci sarebbero più stati cambiamenti, gli Stati Uniti avrebbero dominato il mondo. Dopo pochi decenni tutto è cambiato: i paesi dominanti sono due, abbiamo un globalismo che si sta sfaccettando e una politica in movimento come mai avremmo pensato.
C'è una potenza assestata, direbbe Tucidide, e una in ascesa. Gli Stati Uniti sono la struttura militare ed economica - presa globalmente: finanziaria, bancaria e tecnologica - dominante, con un bilancio della difesa di poco sotto il 45% della spesa militare mondiale, tre volte circa quello della difesa cinese. C'è però un problema serio e che cambierà l'America: una società spaccata profondamente. La presidenza Trump ne è stata un aspetto politico, ma la faglia affonda prima ancora dentro la società. Anche i rapporti con l'Europa sono cambiati: dal punto di vista militare e della politica estera si è raggiunta un'unità inedita in queste settimane, ma dal punto di vista economico le tensioni sono molte. I Bush, padre e figlio, erano profondamente europei, coltivavano un legame naturale. Clinton non nacque come filo-europeo, ma lo diventò; è stato un convertito. Per Obama l'Europa era un punto qualsiasi nel mondo: lì si è rotto il legame affettivo. Per Trump l'Europa era un concorrente, se non un nemico, sotto il profilo economico ma anche politico. Biden sta ricostituendo un rapporto politico ma il tema economico esiste.
Dall'altra parte c'è la Cina, che si è imposta con una sua filosofia lontana dalla nostra. Il suo Pil ha quasi raggiunto quello americano, ma la Cina ha il quintuplo degli abitanti. È una potenza in via di sviluppo e perciò la prima cosa che vuole comprare è il tempo, quello che le serve per completare il suo sviluppo. Per questo non ama i movimenti sopra le righe, non ha appoggiato l'invasione russa della Crimea e vive con fastidio l'attacco all'Ucraina. Uno dei grandi errori dell'Occidente è stato lasciare che Cina e Russia convergessero. Ricordo, da presidente della Commissione europea, quando Putin assicurava che non avrebbe mai venduto un metro cubo di gas alla Cina. E anche l'ultima conferenza stampa congiunta: un giornalista chiese se fosse realistica la prospettiva di un ingresso della Russia nell'Ue. Era il 2004: entrambi, ovviamente, rispondemmo di no. Non era pensabile. Ma quello era lo stato dei rapporti.
Oggi la Russia è un paese immenso ma fragile e a bassa crescita. La Cina cresce di una Russia all'anno. Ecco perché la Russia non può stare da sola: non ha l'esperienza per tradurre la scienza in prodotto, non ha una potenza produttiva; è l'opposto della Corea del Sud. Per questo o si appoggia all'Europa o alla Cina. L'Europa ha lasciato che scivolasse verso Est.
Quando Gorbaciov mi preannunciò l'ascesa di Putin disse che stava salendo al potere un uomo dal curriculum che non ci sarebbe piaciuto ma che era l'unico capace di tenere unito il paese e dialogare con l'Occidente. Oggi assistiamo a un'assertività russa cresciuta con gli anni al punto da cambiare radicalmente lo stato dei rapporti di un tempo portando inquietudine nel mondo.
In questa dinamica l'Europa, la più grande potenza industriale al mondo, e il maggior esportatore, è assente. Il suo ruolo viene ridimensionato dalla mancanza di una politica estera, e di conseguenza militare, comune. E anche sotto il profilo tecnologico c'è un ritardo: delle venti più grandi società mondiali solo una è europea ed è la diciannovesima. Questo è il prezzo della disunione.
L'Europa ha portato il superamento dei nazionalismi. Ma è nata con una sconfitta: la bocciatura dell'esercito comune, nel 1954, affossato dall'assemblea francese. Le conseguenze le vediamo oggi, e avrebbero potuto essere ben più gravi.
L'apertura a Est, che da presidente della Commissione, mi è stata spesso rimproverata come troppo frettolosa, è stata uno di quei treni che passano una volta sola. Senza quel processo oggi la Polonia rischierebbe di essere nelle stesse condizioni dell'Ucraina. L'allargamento ha portato difficoltà politiche ma ha legato alla democrazia i paesi dell'Est e i loro popoli. La democrazia qui ha vinto. Ed è questa la forza dell'Europa, anche come attore nel conflitto in corso. Una forza che tuttavia non pesa. Perché? Lo snodo è il 2007, il grande sbandamento. Gli Usa, grazie al loro potere unitario, hanno reagito alla crisi che lì si era innescata; l'Europa si è divisa tra rigoristi e quelli che i tedeschi definivano "lassisti". Questa crisi ha costruito i partiti populisti e un lungo periodo di tensione superato solo grazie al Next generation Ue, un grande intervento di solidarietà favorito anche dalla Brexit. Con la Gran Bretagna il recovery non sarebbe stato possibile: non è mai entrata nel vero spirito europeo.
La crisi ucraina per la prima volta ha dato vita a un'unione europea anche di politica estera. È il momento di fare un passo in più: Germania, Francia, Spagna e Italia sono maturi per una cooperazione rafforzata; gli altri seguiranno. È il momento di preparare il terreno. È possibile? Credo di sì: la guerra in Ucraina sta mostrando che i conflitti si possono risolvere solo sull'asse Stati Uniti-Cina e che l'Europa di oggi, pur essendo unitaria, è assente dall'aspetto decisionale. Se non parla con una voce sola non può pesare. —
Pubblichiamo un estratto dell'intervento di Romano Prodi sul tema "La forza dell'Europa" tenuto in occasione del trentesimo anniversario della costituzione della Fondazione Filippo Burzio, in collaborazione con il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell'Esercito di Torino.

Romano Prodi, La stampa, 18 Marzo 2022


Il Medio Evo della Russia


La storia tende a ripetersi perché la geografia rimane la stessa. Ma nelle sue ripetizioni la storia fa emergere un passato di cui ci eravamo dimenticati.
Quando Putin ha attaccato, passando irrimediabilmente dalla parte del torto, i commentatori avevano in mente la proiezione europea dell’Unione Sovietica durante la Seconda guerra mondiale, ma Putin non disponeva né delle condizioni politiche (l’alleanza con l’Occidente) né delle condizioni demografiche e militari che resero possibile quella proiezione.
Basti dire che per una operazione militarmente secondaria, la presa di Berlino nell’aprile 1945, i Russi poterono investire un milione e mezzo di soldati, mentre oggi, per prendere non una città, ma una nazione, non possono contare su più di centocinquantamila uomini, mercenari e tagliagole inclusi, gli equivalenti della Banda Dirlewanger che i tedeschi adoperarono per reprimere la rivolta di Varsavia nel 1944. Pensare che l’azione militare russa possa estendersi anche al di là dell’Ucraina, per esempio nei Paesi Baltici, è credere di avere a che fare non con la Russia, ma con l’Unione Sovietica (più del doppio di abitanti, senza contare le nazioni del Patto di Varsavia). È dimenticare che un pezzo della vecchia Prussia Orientale è oggi una exclave russa circondata dalla Nato, che potrebbe essere presa in un giorno.
Quanto dire che la no fly zone esiste già, ed è tutto l’Est europeo passato sotto la Nato. Coloro che oggi sostengono, a ragione, che gli Stati Uniti non hanno tenuto fede al gentlemen’s agreement del 1991 di non ammettere nella Nato paesi dell’ex Patto di Varsavia, non dovrebbero dimenticare che quei Paesi appartenevano storicamente all’Occidente. Che non avevano mancato di rivendicare, a Berlino, a Budapest, a Praga, e poi di nuovo a Berlino, nel 1989, questa loro appartenenza. E che se Stalin, a Yalta, aveva potuto ottenere l’Est europeo, ciò dipendeva da eccellenti motivi: l’enorme tributo di morti nella lotta contro il Terzo Reich e la forza dell’Armata Rossa, la debolezza politica dell’impero britannico, la debolezza fisica del presidente Roosevelt e, soprattutto, la necessità degli Stati Uniti, che ancora non disponevano della atomica, di assicurarsi l’appoggio sovietico per finire la guerra contro il Giappone.
Come è naturale e giusto, visto che la storia non finisce mai, nessuna di queste condizioni è rimasta in piedi quasi ottant’anni dopo. Putin non se ne è accorto, ed è per questo che c’è chi lo considera pazzo; ma, a quanto pare, non se ne sono accorti nemmeno i suoi avversari, tranne la Cina, che ne coglie pienamente la debolezza e vede in questo suo passo falso, o disperato, l’occasione per trasformare la Russia in un satellite. Come che sia, trattare Putin come se fosse uno zar, confonderlo con Stalin, è dargli troppa importanza, e non voler guardare, sotto l’influsso di fantasmi vecchi di decenni, il probabile risultato politico e geopolitico di questa guerra.
Sul piano politico, la sostanziale vittoria di Putin prima dell’attacco militare (camuffare Russia con il mito zarista e sovietico, ottenere la smilitarizzazione del Donbass, rassicurare l’orgoglio nazionalista) si è trasformata in una sconfitta militare, perché in un caso come questo non vincere equivale a perdere. E la sconfitta peggiore è proprio quella politica, perché Putin è riuscito a trasformare la Russia in uno Stato canaglia, entrato in guerra come se fosse l’Unione Sovietica e uscitone come se fosse l’Iraq di Saddam Hussein. Senza dimenticare che riuscire ad avere contro di sé la Svizzera, la Svezia e persino la Serbia (per difendere la quale la Russia era entrata in guerra nel 1914) è un record negativo difficilmente eguagliabile.
Anche più significativo, e carico di conseguenze, sarà il risultato geopolitico di questo azzardo. La guerra non è una opinione, e non si può tentare uno sfondamento a Occidente, in un Paese ostile, con truppe numericamente e militarmente inadeguate. Molto più a Ovest nello spazio e molto prima nel tempo se ne accorse Hitler nel dicembre 1944 nelle Ardenne. Quando, dopo aver sprecato le migliori truppe di cui disponesse nel tentativo fallito di prendere Anversa e interrompere i rifornimenti degli Alleati, Hitler venne informato da Guderian del fatto che Stalin aveva schierato milioni di uomini e di mezzi su un fronte che dalla Prussia Orientale raggiungeva i Balcani commentò che si trattava della “più grande falsità dai tempi di Gengis Khan”. Forse qualcuno dovrebbe dire a Putin e a Lukaš?nka di Gengis Khan e dei suoi mongoli, che invasero la Russia di Kiev nel 1228 rimanendoci per duecentocinquanta anni.
Andrà a finire così. Interrompendo una proiezione verso occidente che ebbe inizio con Pietro il Grande, la Russia diventerà, come ai tempi dell’Orda d’Oro, uno stato vassallo non più di un Khan mongolo, ma della Cina. A meno che gli oligarchi, per difendere i propri interessi in Occidente, non la trasformino in uno Stato vassallo della Nato. In questo quadro, la Russia ha pagato un prezzo carissimo non solo per le ambizioni sbagliate, e probabilmente per le paure, di Putin, ma anche per la propria singolarità culturale, per una tradizione profonda che la lega a Bisanzio (una Bisanzio che non c’è più né in Grecia, né in Turchia, né nei Balcani) e che, con le tirate del Patriarca Kirill a favore della guerra contro le lobby gay, la sospinge violentemente verso il Medio Evo.

Maurizio Ferraris, La Repubblica, 18 marzo 2022

Re: Situazione Ucraina-Russia

207
ElleryQ wrote: Il confronto è sempre valido, ma quando è costruttivo, e sinceramente temo che qui nessuno sia realmente qualificato per "sforrnare soluzioni", non per una cosa più grande di noi stessi.
Consapevole di questo, mi piace comunque leggere e informarmi, documentarmi proprio al fine di trasformare in creazione la distruzione che ci circonda e facendolo oggi ho trovato due articoli che ho trovato interessanti, due riflessioni che vi riporto, per il piacere di condividere e forse con la speranza di portare questa discussione a livelli più affini a un forum di scrittura.
Ho letto con molto interesse gli articoli che hai condiviso. Grazie. Mi piace sempre approfondire gli argomenti e sentire punti di vista diversi, perché solo così riesco a chiarirmi le idee.
Hai ragione nel dire che qui nessuno è esperto di geopolitica, ci limitiamo a esprimere le nostre opinioni, maturate secondo la nostra sensibilità e la nostra esperienza, cercando magari una conferma o prendendo spunto da opinioni contrarie per capire meglio le cose. Nessuno qui può intervenire in modo concreto in una guerra (se non facendo quel poco che si può per dare aiuto), ma non trovo che parlare o anche discutere, in toni magari decisi ma civili, tra noi sia inutile.
Questa discussione in agorà è stata aperta proprio per dar modo agli utenti di esprimersi su questioni serie che stanno provocando a tutti paura, rabbia e orrore. Un forum di scrittura non è un ambulatorio psicologico, ma come c'è lo spazio per il semplice svago trovo giusto che ci sia anche quello per discussione più serie, per chi lo desidera, senza bisogno di essere esperti. Mi pare che tutti qui, indipendentemente dalle loro opinioni, si siano sforzati di esprimersi in modo civile, quindi non credo che la discussione sia poco adatta a un forum di scrittura.
ElleryQ wrote: Come operatori culturali, come autori, invece, potremmo scrivere degli orrori, raccontare le atoricità e farlo con il solo mezzo che abbiamo a disposizione: il racconto o la poesia, non con opinioni che servano per parlarci addosso o misurare la validità delle nostre deduzioni.
È una cosa auspicabile, ma credo di non parlare solo per me nel dire che è molto difficile per uno scrittore (o qualunque artista) usare le sue attitudini per elaborare una situazione così drammatica ancora in corso. Io ancora non so bene nemmeno cosa pensare, figuriamoci scriverne. Cito a questo proposito una poesia di Montale che amo molto:

"Non domandarci la formula che mondi possa aprirti
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo"
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
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Re: Situazione Ucraina-Russia

208
ElleryQ wrote: Ho la convinzione che esprimere semplici opinioni, come in un qualunque "salotto", non sia di giovamento a nessuno. Ammiro chi manifesta nelle piazze contro la follia della guerra, chi si attiva nei corridoi umanitari, chi manda viveri e altre donazioni e chi ospita coloro che sono fuggiti dalla violenza bellica con solo le proprie vite appresso. Credo che siano queste le sole azioni concrete che come persone potremmo fare in un contesto storico come quello attuale e tragico.
Come operatori culturali, come autori, invece, potremmo scrivere degli orrori, raccontare le atoricità e farlo con il solo mezzo che abbiamo a disposizione: il racconto o la poesia, non con opinioni che servano per parlarci addosso o misurare la validità delle nostre deduzioni.
Il confronto è sempre valido, ma quando è costruttivo, e sinceramente temo che qui nessuno sia realmente qualificato per "sforrnare soluzioni", non per una cosa più grande di noi stessi.
Ciao, @ElleryQ,
Perdonami, ma questa volta non sono d'accordo con te. 
Provo a spiegarmi. Siamo in una situazione complessa e anche inedita. Sono d'accordo con quanto dici a proposito di dare un aiuto concreto. Si può scendere in piazza a manifestare per la pace, io l'ho fatto nella mia città. Tuttavia non mi riconosco in quelle manifestazioni, come quella di Firenze, in cui partecipa Zelensky in videoconferenza, ossia uno degli attori protagonisti (e non è solo un gioco di parole) di questo conflitto. Come dicevo più sopra, ho messo a disposizione la cada dei miei genitori per ospitare una signora ucraina con la figlia. Siamo stati messi in contatto tramite una conoscente comune, ma forse non ci sarà bisogno perché si è messo in moto un sistema complesso di aiuti che coinvolge la protezione civile. Siccome collaboro con un'associazione che si occupa anche di accoglienza ai profughi, la cosa mi dà da pensare. L'associazione ha mille difficoltà e intoppi burocratici per dare accoglienza (accoglie una ventina di minori richiedenti asilo alla volta da paesi africani), in questo caso invece una complessa macchina di accoglienza si è mossa e permette a queste persone di non avere troppi problemi. Pur essendo contenta di questa accoglienza da parte nostra, non riesco a non vederci anche una punta di razzismo. 
Quindi, per tornare al tuo ragionamento, no, non credo che dovremmo limitarci a manifestare e ad accogliere o a inviare aiuti (io non voglio che vengano usati i miei soldi per mandare armi, è notizia di questi giorni che era in partenza un aereo civile carico di armi, da cui la protesta degli addetti dell'aeroporto). Credo che dobbiamo anche dire quello che pensiamo, dobbiamo ragionare sui fatti e cercare di interpretarli.
Non sono nessuno, certo. Non ho alcun potere decisionale, ma posso, anzi devo, dire ciò che penso. E, perdonami, di nuovo, non lasciare la parola solo a Prodi e a persone par suo. Il brano che hai postato auspica la creazione di un esercito europeo. Non metto in dubbio che Prodi sia più autorevole di me, ma mi resta comunque il diritto di dire che non sono d'accordo con lui e con la logica che sottende il suo ragionamento. 
Saranno logiche da salotto o da social le nostre? Può darsi. Ma io credo che in una guerra come questa, che è anche una guerra di informazione e propaganda, un ruolo attivo lo abbiamo anche noi.
Dici che non dobbiamo dare soluzioni a problemi più grandi di noi. Eppure affermare che la diplomazia deve avere un ruolo a me e non solo a me, ma anche a persone ben più autorevoli, pare doveroso.
Un caro saluto 

Re: Situazione Ucraina-Russia

209
Silverwillow wrote: Mi pare che tutti qui, indipendentemente dalle loro opinioni, si siano sforzati di esprimersi in modo civile, quindi non credo che la discussione sia poco adatta a un forum di scrittura.
Sui toni civili non metto in dubbio, è così che dovrebbe essere il confronto in tutto il forum e in una società civile, a prescindere. :) 
Quanto alle modalità di esprimersi, perdonami, ma non sempre le ho trovate consone a un forum di scrittura. Ti invito a rileggere le 9 pagine di interventi e, credo, non ti sfuggirà che ne esistono diversi in cui la forma non è adatta a un forum di scrittori; tantomeno alcuni contenuti, in cui banalità e pressapochismo predominano e non elevano certo la discussione, la quale, vista la drammaticità della tematica, richiederebbe uno sforzo maggiore e una maggiore onestà intellettuale.
Silverwillow wrote: ma credo di non parlare solo per me nel dire che è molto difficile per uno scrittore (o qualunque artista) usare le sue attitudini per elaborare una situazione così drammatica ancora in corso.
Io credo che numerosi artisti passati alla storia come "Artisti della Shoah" o "dell'Olocausto", le varie Etty Hillesum, Anne Frank, Leo Haas, Karel Fleischman e molti altri, abbiano saputo raccontare con lucidità e poesia l'orrore e lo hanno fatto durante il medesimo.

Re: Situazione Ucraina-Russia

210
ivalibri wrote: Quindi, per tornare al tuo ragionamento, no, non credo che dovremmo limitarci a manifestare e ad accogliere o a inviare aiuti (io non voglio che vengano usati i miei soldi per mandare armi, è notizia di questi giorni che era in partenza un aereo civile carico di armi, da cui la protesta degli addetti dell'aeroporto). Credo che dobbiamo anche dire quello che pensiamo, dobbiamo ragionare sui fatti e cercare di interpretarli.
No, non dico che dovremmo limitarci esclusivamente a questo, dobbiamo informarci e documentarci (l'ho anche scritto), ma non lo faremo con le idee affioranti all'interno di una discussione ristretta, in cui vengono riportate sempre le stesse parole. Non quando il confronto si richiude su se stesso con le solite poche persone a interagire. Si finisce per essere voci che si parlano addosso o per sconfinare in una gara di opinioni senza nessun costrutto.
ivalibri wrote: non lasciare la parola solo a Prodi e a persone par suo. Il brano che hai postato auspica la creazione di un esercito europeo. Non metto in dubbio che Prodi sia più autorevole di me, ma mi resta comunque il diritto di dire che non sono d'accordo con lui e con la logica che sottende il suo ragionamento. 
Possono essere parole che danno luogo a un confronto un po' più elevato rispetto a teorie complottistiche o semplicistiche, come quelle che ho letto tra un post e l'altro.
Nessuno dice che si debba essere d'accordo, ma partiamo almeno da scenari culturali diversi per discuterne e dissentire.
Come scrivevo prima, documentarsi è essenziale per uno scrittore e non credo che non si possa narrare di ciò che accade mentre accade, al contrario. Credo talmente nella forza e nella bellezza dell'arte, nella capacità di diffondere messaggi potenti, che vi invito a farlo anche da scrittori.
Senza ignorare il dibattito costruttivo, come ho anche detto più su, ma che il confronto avvenga su un piano dialettico meno banalizzante, credo sia fondamentale.
Ciò detto vi lascio continuare e me ne torno "dietro le quinte". :)

Re: Situazione Ucraina-Russia

211
Sono d'accordo con @ElleryQ sul fatto che in un forum di scrittori o aspiranti tali il modo di esprimersi dovrebbe essere più controllato e civile di quanto si sia verificato in alcuni casi. Non sono d'accordo sul fatto che sia inutile manifestare opinioni non supportate da studio approfondito di ogni aspetto del problema su cui si discute: se così fosse sarebbero qualificati a intervenire soltanto studiosi, professori di storia e di geopolitica che non sempre (basta seguire i talk-show imperversanti) mostrano di essere persone equilibrate e spesso peccano di presunzione. Non credo che in un forum come questo si debba intervenire solo per postare racconti e versi, per commentare questa o quella casa editrice o agenzia editoriale. Il mondo che esiste intorno a noi, di cui noi tutti facciamo parte, dopo la mazzata della pandemia, tutt'ora attiva, si agita in un conflitto che, contrariamente a quanto pensano alcuni, non riguarda solo gli aggressori Russi e gli aggrediti Ucraini. Qualunque sia l'esito di questa sporca guerra, il mondo (a patto che non sia distrutto dall'olocausto nucleare) non sarà quello di prima. I due articoli che ci hai sottoposto, opera di persone sicuramente diverse spanne sopra di noi quanto a competenze specifiche, fanno riflettere chi non l'abbia già fatto su una serie di questioni, tutte molto complesse. E' chiaro che l'unica soluzione auspicabile sia quella diplomatica, ma le opinioni divergono sull'aspetto dell'invio di armi ai resistenti, cui una certa frangia imputa di essere addirittura la causa dell'aggressione stessa. Credo che, in merito, sia giusto che ognuno esprima il proprio parere, anche se nulla più di questo possiamo fare, a meno di non rassegnarci al ruolo di spettatori passivi e non pensanti.
Mario Izzi
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Re: Situazione Ucraina-Russia

212
Silverwillow wrote: Il motivo per cui non mi addentro nella questione linguistica è che lì le cose non sono scontate: ci sono persone che parlano russo ma si sentono ucraine e altre che si sentono russe ma parlano ucraino. Ci sono moltissime famiglie miste, o che parlano entrambe le lingue. È evidente che sentirsi da una parte o dall'altra lì non è una questione di lingua né di tradizioni

Scusami se insisto su questo punto, ma per me è molto importante. La questione della lingua non è mai secondaria quando si parla di popoli diversi che si mescolano. Per me, gli elementi culturali che dividono e uniscono gli uomini sono la lingua e la religione. La lingua conta di più, ma vorrei chiarire che mi riferisco alle lingue materne, non alle lingue in generale. Se un individuo ha due (o più) lingue materne, allora appartiene a due popoli (o a più popoli). Sono abbastanza d'accordo con chi dice "le lingue non esistono, esistono solo persone che parlano" (come "non esistono le malattie ma solo persone ammalate"). Mi piacerebbe sapere la reale situazione dell'Ucraìna, cioè delle persone che parlano nello stato dell'Ucraìna. Se in genere tutti parlano il russo e l'ucraino, allora in genere tutti sono russi, dunque Putin sta bombardando il popolo che dice di voler difendere. Se invece sta bombardando Ucraìni, siamo al cospetto di un massacro di Ucraìni. Comunque la si voglia vedere, Putin agisce da criminale.

La cosa è più complicata di così, in realtà. Si possono avere differenti opinioni, ma l'unica cosa incontrovertibilmente vera è che cadono le bombe su persone inermi e innocenti; e ciò non si può giustificare in alcun modo. Poi se queste persone parlano il russo, il mongolo, il tedesco, il cinese, l'arabo, ecc… poco conta. Ah, e chi rompe paga. Non basta solo ritirarsi, ma bisogna risarcire i danni provocati. Putin deve capirlo, ma temo che lo sappia e se ne infischi, oppure questo è il motivo reale che lo spinge ad andare avanti.

Silverwillow wrote: Non ne avrebbe bisogno. L'autonomia ha senso qui

Appunto!
Io infatti proporrei il modello altoatesino/südtirolese alla repubbliche separatiste russo/ucraìne. Come avviene in Italia, dove convivono in pace nazioni diverse, così potrebbe avvenire in Ucraìna: uno stato e più nazioni.


Silverwillow wrote: Gli altoatesini non chiederebbero nemmeno un'autonomia speciale, se fossero in Austria.

Cioè farebbero una specie di "Franza o Spagna, purché se magna"?
Non credo, ma ammetto di non conoscere bene la questione.
Il Sommo Misantropo

Re: Situazione Ucraina-Russia

213
Cheguevara wrote: Non credo che in un forum come questo si debba intervenire solo per postare racconti e versi, per commentare questa o quella casa editrice o agenzia editoriale.
Se così fosse non esisterebbe una sezione Agorà, in cui trovano spazio tutti gli argomenti riguardandi l'attualità e la cultura generale.
Credo che vi sfugga il senso di ciò che ho scritto. Non vi è stato chiesto di interrompere la discussione, né vi è stato vietato di esprimervi per farvi restare spettatori passivi. Quello che, personalmente, auspico è che questo spazio non diventi solo un pretesto per fare a gara sull'opinione "migliore", quella più risolutiva, o esibire verità rivelate di cui ci si sente depositari (e tra le varie pagine ho letto anche questo).
Uno scrittore deve anche essere calato nel contesto in cui vive e averne un'opinione, non ci sono dubbi! Se Tolkien non avesse preso parte al conflitto bellico in prima persona e non avesse avuto una sua visione e opinione, probabilmente non sarebbe nato un capolavoro che solo in apparenza racconta di mondi puramente fantastici.
Per cui, come scrivevo all'inizio, come "persone" possiamo agire nel nostro piccolo (e un'azione deve sempre essere supportata da un pensiero, non siamo automi), ma come scrittori dovremmo cercare di elevare un po' l'asticella del confronto.
I brani da me postati sono puri pretesti ed esempi, mi fa un po' sorridere che vi siate soffermati al fatto che l'autore sia Tizio piuttosto che Caio.
Il punto è un altro: contenuti e forma.
Cheguevara wrote: il modo di esprimersi dovrebbe essere più controllato e civile
E ancora una volta: non è solo questo (che do assolutamente per scontato), quanto invece contenuti e forma!
Ciò detto, come anticipato me ne torno "dietro le quinte".

Re: Situazione Ucraina-Russia

214
ElleryQ wrote: Quello che, personalmente, auspico è che questo spazio non diventi solo un pretesto per fare a gara sull'opinione "migliore", quella più risolutiva, o esibire verità rivelate di cui ci si sente depositari (e tra le varie pagine ho letto anche questo).
Se devo dire la verità, comincio ad avere le idee poco chiare: ci sono troppe cose che non si sanno, che sono tenute nascoste, contorte, manipolate e non mi fido degli attori protagonisti. Le uniche cose che so essere sicure sono le sofferenze che la guerra provoca e il dolore della popolazione per quello che sta passando.
Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
https://www.lestradedeimondi.com/

Re: Situazione Ucraina-Russia

215
ElleryQ wrote: come scrittori dovremmo cercare di elevare un po' l'asticella del confronto

Secondo me, l'altezza dell'asticella va sempre bene. È il dire che bisognerebbe alzarla che non va sempre bene :)
Il Sommo Misantropo

Re: Situazione Ucraina-Russia

216
dyskolos wrote: Secondo me, l'altezza dell'asticella va sempre bene. È il dire che bisognerebbe alzarla che non va sempre bene :)
Nessun problema, vi lascio tranquillamente a ballare il limbo. :D
Mi riferisco a quello caraibico, non al noto ballo di gruppo degli anni '60... per quanto, anche quello può andar bene.
Buon divertimento.

Re: Situazione Ucraina-Russia

217
@ElleryQ ciao prima di tutto...

Devo solo far notare che il discorso di un certo Prodi è alla luce di oggi una sorta di esacerbo di contraddizioni e avulse di ipocrisia. Tutti sappiamo che cos'è oggi l'Europa in confronto a quella che ci aspettavamo da Maastricht...  L'artefice della nostra entrata nel baratro: questo è Prodi.. sinceramente lezioni di storia e unità dei popoli europei  non ne accetto da costui... scusami e ciao..
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: Situazione Ucraina-Russia

219
@M.T. diciamo che Prodi è concausa e in efficienza causale in ambo i casi.. anzi, nel secondo caso direi efficienza causale autonoma...  :asd: dai alleggeriamo la discussione.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: Situazione Ucraina-Russia

220
A livello europeo vado cauto a esprimermi perché non so molte cose, anche se non darei la colpa a lui. A livello italiano, no, il grosso della colpa va dato ad altri; si può anzi dire che Prodi cercò di cambiare, ma il cambiamento dette fastidio perché colpiva per lo più chi aveva soldi.
Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
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Re: Situazione Ucraina-Russia

222
@M.T. Prodi è l'autore della svendita delle industrie dello Stato: una per tutte la Cirio... 
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: Situazione Ucraina-Russia

223
@bestseller2020 se l'Italia è nel baratro non è per colpa di questo, ma perché per anni si è avuto al governo un imprenditore che ha fatto i propri interessi, infangando l'immagine dell'Italia all'estero e rovinando il mondo del lavoro.
Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
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Re: Situazione Ucraina-Russia

224
parole irritanti cariche di ipocrisia e contraddizioni..@ElleryQ 

lo so! sono poco elegante nel fraseggio...  :asd:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

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