bestseller2020 wrote: Parliamo di correità.
https://www.dirittoconsenso.it/2021/06/ ... ocessuale/
Scusa, ma al di là delle opinioni personali, questo è un po' arrampicarsi sugli specchi. La correità in un crimine e un eventuale rapporto di causa-effetto sono due cose molto diverse, e non sono sullo stesso piano giuridico. Se io lascio una pistola incustodita in giro, qualcuno la trova e ci uccide qualcun altro, non mi si può accusare di correità. Al limite di comportamento incauto: la pistola non doveva essere lì, ma nessuno era obbligato a usarla.
bestseller2020 wrote: Specialmente se questi soggetti, a quanto pare elevati alla santità, che hanno abiurato alla guerra (forse? chissà?), hanno spinto Zelenski ad affrontare spavaldamente il vicino che ben si sapeva essere pericolo.
Le pagine della discussione sono tante, ma posso dire con sicurezza che nessuno qui ha elevato alla santità né Zelensky né Biden. E d'altronde: uno per avere il diritto di difendersi dev'essere un santo? In uno degli articoli che ho letto ho trovato un principio sacrosanto: la vittima non deve dimostrare la sua idoneità morale per ottenere aiuto. Credo che nessuno Stato si possa definire "buono" per definizione, ma qualunque ingiustizia subisca ha lo stesso identico peso.
Quanto a Zelensky, a me pare un persona tutt'altro che stupida, e non decide certo da solo: ha un ampio staff di governo intorno. Nessuno ha spinto il governo ucraino a resistere, è stata una sua decisione, sostenuta dagli organi politici e militari, oltre che da buona parte della popolazione. E nessuno lo ha spinto a provocare il vicino più forte. Anzi, dal 2019 ad oggi Zelensky ha fatto diversi tentativi per risolvere la questione del Donbass, che non ha creato lui. Se poi difendere la propria libertà e autonomia nel vocabolario di qualcuno significa provocare, allora non ci capiamo proprio sui termini di base, ed è inutile discuterne.
bestseller2020 wrote: Ah! Bella questa. Era solo la scena n2 della sceneggiatura scritta per la serie televisiva- Il presidente eroe. Ciak si gira. 
È un tipo di battuta che sento fin troppo spesso. Ma intanto molto pochi dei politici "veri" sarebbero rimasti in una città sotto le bombe, e altrettanto pochi avrebbero la costanza di pubblicare quotidianamente video di incoraggiamento ai propri cittadini. Magari enfatici, o incentrati sugli stessi argomenti (come la richiesta di armi) ma sempre volti a rassicurare: qualunque cosa succeda (e ne sono successe di orribili), c'è ancora un governo centrale che se ne occupa. Trovo che sminuirlo solo perché è stato un attore/produttore sia infantile. Zelensky è laureato in legge, e ne capisce di più di molti politici di carriera, senza contare che le sue esperienze televisive gli danno una marcia in più (mettiamo a confronto i tristi discorsi di Putin, per averne un'idea) e un modo di pensare più creativo e non fossilizzato. Qualcuno vuole vederlo come una marionetta, io lo vedo come un politico fortemente idealista, che sta cercando di far fronte a una crisi insostenibile e al contempo di cercare buoni alleati e sbocchi economici per il futuro del suo paese. Magari fallirà in entrambe le cose, ma sfido chiunque, in tali condizioni, a fare di meglio.
L'Ucraina non è un burattino di altri, è uno stato indipendente che sta dimostrando una forza fuori dal comune. Quali che siano i suoi rapporti con gli USA, la Gran Bretagna o l'UE, rimane sempre la protagonista in questa guerra, col potere, e il dovere, di decidere per il proprio futuro. Attribuire la continuazione della guerra o il potere di trattativa solo ad altri, vuol dire paragonarla a un bambino privo di volontà.
dyskolos wrote: In seguito si dimostrò che l'Essere Umano è meno crudele se vede ciò che provoca.
Cito un episodio che c'entra poco (l'esperimento di Milgram l'avevo trovato proprio in un saggio su questo argomento) ma pare che per uccidere gli ebrei, nel 1941, ci si affidasse soprattutto alle "squadre della morte" (non c'erano ancora i campi di sterminio). Si dice che Himmler in persona, durante un viaggio sul fronte orientale, avesse assistito alle esecuzioni dei condannati tramite un colpo alla nuca. A quel punto si accorse che molti soldati erano ubriachi, e molti altri erano comunque in difficoltà, quindi le uccisioni si trasformavano in un macello. Si dice che si sia sentito male, sul punto di svenire. Tentò di cambiare le cose? No, ma cercò un modo più "pulito" di eliminare gli ebrei, senza traumatizzare i bravi ariani.
Dimostra almeno una cosa: vedere quel che si provoca ha un effetto più forte, ma non necessariamente cambia tutto. Riguardo a Himmler c'era anche un suo discorso alle SS che mi ha colpito, dove parlava non come Hitler di odio verso gli ebrei, ma della loro eliminazione come una triste e dolorosa necessità, preoccupandosi in special modo dei padri di famiglia costretti magari a uccidere dei bambini, o delle giovani reclute che andavano escluse da certi compiti per non essere traviate. Cosa mi ha colpito? Non è affatto il discorso di un sociopatico, ma di qualcuno che riesce a immedesimarsi negli altri, tanto da voler evitare traumi alle categorie più a rischio. Nonostante ciò, non cambia idea.
Non tutti gli autori di crimini rientrano nell'esperimento di Milgram: in certi casi non serve un'autorità superiore, ci si convince da soli di cose sbagliate.