Traccia n. 5 - Tramonto al castello
Clic.
“Questo è un selfie da 50k, bro.”
“See, a stento ci fai il brodino.”
“’Zzodici? Ti faccio vedere, bro. Guarda che luce, il grandangolo, il castello, il tramonto. Questi sono 50k, amigo. Fidati.”
“Se lo dici tu. Dai, adesso torniamo che mi si stanno ghiacciando le palle.”
“’Zzodici, bro? Siamo arrivati fino in cima, diamo un’occhiata, no? Ci facciamo un video da 200k, bro.”
“Ma come fai a dirlo?”
“Fidati, le so tutte, bro. Sono il fottuto Uomogatto di TikTok.”
“Se lo dici tu. Dai, fai presto però, che questo posto mi dà i brividoni.”
Terentius era diventato famoso da un paio di settimane. Aveva messo un video su TikTok che aveva fatto il botto e adesso credeva di essere la nuova Kardashian. L’amico Buddy non lo sopportava più: era diventato arrogante da un giorno all’altro. Quella vacanza in Romania stava diventando un incubo. Andiamo a Bucarest gli aveva detto Terentius, che si scopa alla grande. Se lo dici tu, aveva risposto Buddy, ma fino a quel momento aveva passato cinque giorni a guardare l’amico scattarsi selfie e caricare video sui social. Una tortura.
“Terè, ma mica si può entrare qui. Lo sai come è ‘sta gente, ti impallinano con il sale grosso.”
“Ma dai, il cancello è aperto. E poi, anche se ci sparano, arriviamo a un milione, fratello.”
“Ma a un milione di che?”
“Un milione di kappa, bro.”
Buddy fu costretto a rallentare il passo per considerare l’enorme stupidaggine del compagno di viaggio. Voleva dirgli qualcosa ma si arrese.
Quell’idiota parlava al telefono, faceva una telecronaca piena di eskere e di altre parole incomprensibili ai suoi presunti spettatori. Rideva come un cretino, si muoveva a scatti. Inclinava la testa e tirava fuori la lingua come un ritardato, faceva un mucchio di gesti patetici con le dita: diceva che era gang signs, che lui in quel quartiere pieno di Fentanyl a Philadelphia se la sarebbe cavata alla grande. Che al giorno d’oggi si parla con le mani, bro. Se vuoi fare i kappa, eh.
“Dai, Terè, andiamocene. Si è fatto buio. Ma dove vuoi andare? Mica puoi entrare nel castello.”
“’Zzodici, bro. Certo che posso. Guarda. Ecco. Entrato. Vedi? Non ti stanchi di avere sempre torto?”
“Intendevo…” per la seconda volta Buddy capitolò di fronte alla meravigliosa stupidità del suo compagno di viaggio.
La porta era socchiusa, li accolse con un cigolio da film horror. Un’ombra saettò sul soffitto dell’ingresso. L’ambiente era buio, ma Buddy era arcisicuro di aver visto qualcosa di strano, tipo a testa in giù.
“Dai, amigo. Ti scongiuro. ‘Sto posto mi fa fare i vermicelli.”
“Sei un pisciasotto, bro. Fidati che facciamo il botto.”
“Se lo dici tu…”
Dal nulla apparve una figura spaventosa, alta, di un pallore cadaverico. Era ben vestito e aveva un’acconciatura eccentrica. Terentius sibilò tra i denti: trecentomilakappabro.
“Bella zio, sei tu che comandi qui? Ci facciamo un selfie?”
Buddy tentava di strattonarlo, ma l’amico era troppo rapito da quel fortunato incontro.
“Benvenuti nella mia umile dimora, giovani forestieri. Vogliate concedermi l’onore di ospitarvi per la cena” tuonò il padrone di casa con voce spettrale. Anche se l’invito era rivolto come un’umile richiesta, i due ebbero l’impressione che si trattasse di un ordine perentorio e irrecusabile.
“Terè, dobbiamo scappare. Hai capito chi è quello?”
“Certo che ho capito, bro. È lo zio. È un simpaticone, fidati. Ci scrocchiamo una cenetta e poi ce ne andiamo. Questo sicuro ci fa mangiare lo stinco di maiale.”
“Terè, quello è Dracula. Tagliamo la cordicella.”
“Chi?”
“Il conte Dracula, mai sentito?”
“’Zzodici bro? Non inventarti le parole, lo sai che mi dà fastidio.”
“Ma sei stupido, mai sentito parlare di vampiri?”
“Sei tu stupido, bro. I vampiri stanno in America, e sono tutti giovani e fregni. Ma l’hai mai visto Twilight? Quelli sì che valgono milioni di kappa. Questo è un vecchio decrepito, tra un po’ gli casca pure la dentiera. Se non ci offre lo stinco di maiale gli rubo l’argenteria.”
“Io me ne vado. Questo ci accoppa.”
“’Zzodici, bro.”
Buddy era deciso a scappare. Girò sui tacchi pronto a mollare il castello, i vampiri e quell’imbecille eskere del suo amico. L’anno prossimo a Ibiza, pensò.
Eppure, senza nemmeno capire come, i due si ritrovarono in una sala da pranzo immensa, con un tavolo per quaranta persone al centro della stanza, illuminata da un lampadario di cristallo. Buddy pensò di avere le allucinazioni, Terentius si preoccupò soltanto di trovare il filtro giusto. Lo zio aveva gusto, bro. Niente da dire.
“Accomodatevi” ruggì il conte dal fondo della sala. Di nuovo la sensazione che nei suoi toni concilianti si celasse un comando a cui non ci si poteva sottrarre. Buddy era nel panico, osservò le finestre: se non gli aveva ancora dato di volta il cervello, dovevano trovarsi al pian terreno: una spallata ben assestata e sarebbero stati liberi. A Terentius la scelta: seguirlo o farsi pappare dal conte Dracula. Ne aveva avuto abbastanza di quel regime di idiozia social.
Un passo, due passi e la spalla destra era già in posizione di sfondamento, quando sulla traiettoria di Buddy comparve il conte, che fino a un istante prima era sul fondo della stanza.
Il fuggiasco andò a sbattere contro il padrone del castello che, a dispetto dell’età, era duro come il marmo. Terentius puntò rapido il cellulare: in un batter di ciglia, lo zio era alle spalle dell’amico mentre gli infilava i canini nella giugulare. Sangue dappertutto, con la luce giusta gli spettatori poterono ammirare la vita defluire dal corpo di Buddy momento dopo momento. Un miliardo di kappa, pensò Terentius. Questa è roba che scotta. Forse anche cento miliardi di kappa, eh.
Il conte era soddisfatto. Un Rh positivo di prima qualità, niente da eccepire. Trigliceridi un po’ altini, ma colesterolo e glicemia a posto. Il cadavere di Buddy giaceva ai suoi piedi, Terentius fece un passo indietro per far entrare nell’inquadratura sia la vittima che l’assassino. Aveva fatto il botto, lo sapeva.
E infatti, grazie a quel video divenne in pochi giorni il tiktoker più famoso del mondo: un successo senza precedenti. Che durò ben tre mesi. Il periodo più bello della vita di Terentius. Nemmeno per un istante pensò alla brutta fine che aveva fatto l’amico Buddy. Per lui era un aspetto marginale. Nella vita contano i kappa, bro. E lui ne aveva fatti più di tutti. Eskeeere.
Buddy non era neanche morto: grazie al suo video era diventato immortale. Come fate a non capirlo, bro? Siete stupidi, bro? Anzi, a ben pensarci se c’era una virgola fuori posto in tutta quella storia era che, kappa a parte, era Buddy a essere diventato famoso, non lui. Lui era solo l’occhio dietro la telecamera. Aveva dato visibilità all’amico che non aveva fatto niente per meritare la gloria: era stato buono solo a darsela a gambe come un coniglietto spaventato.
Non si chiese nemmeno per un istante perché il conte Dracula, dopo aver pasteggiato con il suo compagno di viaggio, non pensò ad azzannarlo. Neanche un assaggino. Perché non lo incatenò per assicurarsi un lauto pasto anche per il giorno successivo. Lo zio lo aveva lasciato andare via al colmo dell’indifferenza. Senza rivolgergli una parola. Anzi, passato l’effetto euforico del sangue sembrò adombrarsi. Indugiò un attimo di fronte a Terentius che lo stava riprendendo con il cellulare e si allontanò contrariato. Sembrava a disagio.
Terentius restò lì impalato con il telefono in mano e il cadavere di Buddy disteso a terra. Da solo nella sala da pranzo illuminata dal lampadario di cristallo.
Non capì che persino il Conte Dracula non lo riteneva più un essere umano.
[CE2025] Cento miliardi di kappa
1Hai mai assaggiato le lumache?
Sì, certo
In un ristorante, intendo
Sì, certo
In un ristorante, intendo