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Re: Un incontro in taverna

Gengis (M, umano) Gengis si sedette con una certa cautela. Non era mai una buona idea intromettersi tra due donne sul piede di guerra, che fossero elfe, tiefling o altro. Ormai però era lì, e poteva scapparci almeno una cena, se non qualcosa di più interessante, quindi sorrise, in un modo che reputava affascinante. «Io! Io sono della zona.»  esclamò, tutto d'un fiato. «Il prefetto lo vedo qui spesso, ma ultimamente si è trovato una nuova amante, e credo che a quest'ora sia con lei. Mi pare che abiti in un loft esclusivo su un albero, poco lontano da qui.» Finì il suo boccale di birra e lo fissò malinconico per un istante, prima di poggiarlo sul tavolo con un sospiro. «A quanto ho sentito però è un tizio molto noioso e scorbutico, quindi forse potremmo cenare e andarlo a cercare dopo. Quelle salsicce sembrano invitanti» aggiunse, volgendo lo sguardo bramoso verso la griglia, che spandeva un fumo nero e unto da dietro il bancone, per poi tornare a fissare le due donne con espressione di aspettativa.

Re: Un incontro in taverna

Gengis [m, umano] rimase un momento spiazzato dal cambio di tono della tiefling. Sembrava che non avrebbe più avuto occasione di fare l'eroe, e se ne dispiacque un pochino. Ormai però era lì, e le due ragazze lo fissavano, quindi si stampò in volto un sorriso spavaldo, sincero quanto una moneta che un attimo prima era un bottone, e si avvicinò ulteriormente. «Magari potrei esservi utile anch'io per le informazioni che cercate. Conosco un sacco di gente qui intorno. Senza contare che è scortese far mangiare due graziose donzelle tutte sole.» Il suo stomaco brontolò al pensiero del cibo e lui si affrettò a fingere un colpo di tosse per coprirlo, nonostante il chiasso della taverna.

Re: Un incontro in taverna

Gengis aveva appena bagnato le labbra nel sospirato boccale, quando la porta si era aperta facendo entrare una tiefling dall'aria molto incazzata, che era subito andata a piantarsi, o meglio a piantare il proprio coltellaccio, di fronte alla giovane elfa. I tiefling non gli andavano molto a genio, soprattutto perché l'ultima che aveva frequentato era un po' troppo prepotente, e gli aveva quasi cavato un occhio solo per un'innocente scappatella, prima di mollarlo portandosi via i pochi soldi veri che aveva. Con le donne non aveva fortuna, ormai ci era abituato.
Da principio aveva inteso il gesto della tiefling appena entrata come un rude saluto cameratesco, ma la frase che aveva pronunciato subito dopo era ben poco amichevole, quindi si avvicinò senza dare nell'occhio al tavolo delle due, pronto a dare una mano all'elfa in caso di bisogno. Non perché avesse preferenze, ma solo perché gli era parso che lei avesse ricambiato il suo sguardo curioso con una specie di sorriso.

Re: Un incontro in taverna

Che gioco carino! Da asociale convinta, credo che entrerò per i fatti miei :D

Gengis (M, umano). Il suo ultimo esperimento magico era finito maluccio (se possiamo definire "maluccio" una buona parte della sua capanna e del bosco intorno trasformati in una torcia) e gli aveva lasciato una gran sete, nonché il bisogno impellente di spaccare qualcosa, o qualcuno. E quale posto migliore della taverna? Appena entrato fu aggredito dal tanfo consueto, ma gli bastò sollevare un lembo del lungo mantello nero davanti alla bocca. L'odore di legno e scoiattoli bruciacchiati sulla stoffa era sempre meglio di quello di orchi sudati e birra rancida che ristagnava lì.
Notò una graziosa elfa seduta all'angolo destro della sala che sembrava pensarla come lui, vista la smorfia disgustata sul suo viso. La ragazza era da sola, ma lui si guardò bene dall'avvicinarsi. Prima di tutto perché evitava contatti umani e non umani non necessari, e in secondo luogo perché la ragazza sembrava attendere qualcuno, ed era curioso di vedere chi fosse. E questo la diceva lunga sulla vastità della noia che si portava appresso da settimane, da quando il suo ultimo impiego era sfumato a causa di un piccolo incidente.
Passando agilmente in mezzo alla sala affollata, e spintonando con gentilezza di tanto in tanto, raggiunse il bancone e ordinò una birra tripla.
«Non dire cazzate» borbottò l'oste, senza sollevare il grugno dai bicchieri che stava asciugando, con uno straccio bisunto quanto i suoi capelli. «Non esiste la birra tripla.» 
«Allora tre boccali.» 
«Almeno ce li hai i soldi?» Gengis aveva appena aperto la bocca per ribattere, ma lo scimmione non lo lasciò finire. «Non come l'ultima volta, che dopo due minuti le monete sono diventate bottoni.» 
Gengis fece una smorfia: avrebbero dovuto restare monete almeno per qualche giorno. Doveva lavorarci di più. «Una birra sola» decise, con un filo di voce che cercò di far suonare sprezzante.
Mentre il barista grugniva di approvazione e riempiva il boccale, tornò a portare l'attenzione sull'elfa.

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