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Re: Cosa fare se un editor chiede modifiche importanti?

Angelo ha scritto: La domanda più generale, indipendentemente dal mio caso particolare, è la seguente: quanto è bene seguire le indicazioni dell'editor, e quanto invece è opportuno ribadire le motivazioni delle proprie scelte?
La domanda è molto interessante, perché credo che tutti gli scrittori che sono passati da un editing serio se la siano posta.
La risposta, come ti hanno già detto, non è scontata.
Nemmeno io ho una risposta certa, ma posso riportare brevemente la mia esperienza, magari può esserti utile. Ho fatto numerosi editing per varie CE. In un caso mi sono trovata molto bene, ma devo dire che non mi è stato chiesto di cambiare intere parti. Unica eccezione una scena, che portava i personaggi da un punto all'altro, ma secondo l'editor non aveva nessuna rilevanza per la trama. Era una scena che io stessa avevo pensato di tagliare, ma essendo in dubbio l'avevo lasciata, quindi il consiglio dell'editor in questo caso ha solo confermato una mia sensazione, oltre al fatto che aveva davvero analizzato e capito la storia.
In un altro caso, invece, il rapporto con l'editor è stato da subito più difficoltoso. Quando mi si è proposto di cambiare l'inizio del romanzo (eliminando un prologo più d'effetto e iniziando il primo capitolo dal cosiddetto "inciting incident") non mi ha convinta da subito. Il cambiamento mi avrebbe costretta a inserire tutti i dettagli essenziali (spazio, tempo, personaggi, ecc.) come una spiegazione successiva, anziché mostrarli man mano che l'azione si svolgeva, arrivando al momento importante a fine primo capitolo. Altra pecca non indifferente: "l'inciting incident" perdeva ogni interesse, se il lettore non sapeva niente dei due protagonisti. Ora, l'editor era una stagista, e la fiducia era già poca per via dei cambi (in molti casi mi sono impuntata, spiegando i motivi della scelta di certe parole, e alla fine mi ha dato ragione). Ho rifiutato, e sono ancora convinta di aver avuto ragione. Ma non l'ho fatto alla leggera, ho provato a scrivere un nuovo inizio e non mi piaceva per niente (non piaceva neanche all'editor).
Come puoi vedere, ogni caso è a sé. Non c'è una formula, ma non è neanche vero che l'autore ne capisca per forza di meno.
Anche senza una laurea, chi ha sempre letto molto è spesso in grado di vedere la storia da lettore, e capire cosa funziona e cosa no. È vero che si tende a essere poco imparziali coi propri scritti, quindi ogni parere e consiglio esterno è il benvenuto, ma se un cambiamento proprio non ti convince, o ti dà fastidio (anche dopo aver provato) allora è bene ricordare che il libro è tuo, e puoi anche assumerti il rischio di sbagliare, se lo ritieni giusto. La cosa più importante, ancora più del successo di un libro, è esserne felici e orgogliosi.

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