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Re: [MI149] Mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua

Grazie ragazzi del passaggio e dei generosi commenti 
@Kore grazie delle correzioni. Questo mini racconto è pieno di difetti, a rileggerlo mi sono diventati i capelli ricci
@Edu questo è il posto giusto per sperimentare e... ebbene sì @Poeta Zaza è contagiosa. Grazie della tua opinione, ne farò tesoro.
@L'illusoillusore sì, comprendo la tua perplessità, ma considerata la brevità del testo non mi sono posta troppi limiti. Però condivido l’osservazione. Grazie!
@Poeta Zaza che dire... sono contenta che ti sia piaciuto l’inserimento poetico. La poesia è infettiva... 💖
@bestseller2020 grazie. Mi fa piacere che tu abbia apprezzato l’inserimento di alcuni versi. Come ho detto a Edu ho voluto sperimentare... per il resto, è difficile essere originali. Mi rendo conto. Alla prossima!

[MI149] Mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua

https://www.costruttoridimondi.org/forum/viewtopic.php?p=14171#p14171

Traccia di mezzogiorno 

«Settemiliardi e mezzo di esseri umani vivevano in centoquarantottomilioni di metri quadrati di terra.» 
La mia insegnante ci tiene che impariamo i dati a memoria. Dice che ci torneranno utili per comprendere la storia dell’evoluzione umana. 
Oggi che la terra è popolata da due miliardi di uomini e che la terra disponile é trentacinque milioni di metri quadrati, più o meno, sembra impossibile che un tempo le cose fossero tanto diverse.
Dopo la grande inondazione che ha ridotto gli spazi abitabili, per garantire a tutti una buona sopravvivenza nel pianeta, gli uomini hanno imparato a gestire le risorse disponibili e tutto funziona a meraviglia.
La mia scadenza naturale sarà fra quindici anni e sette mesi sempre che non mi capiti qualche imprevisto. Trenta anni esatti dalla nascita come è scritto nel contatore che mi hanno installato nel petto, sopra la zona del cuore. 
Pensare che prima gli uomini nascevano e non sapevano quale scadenza avessero, mi fa rabbrividire. Nella terra regnavano il caos e l’ingiustizia.
Alcuni uomini vivevano anche più di cento anni, altri non arrivavano a tre. E che dire del cibo? C’era chi mangiava moltissimo e che moriva di fame. 
Queste ingiustizie sono state rimosse, per fortuna. La razione di cibo è per tutti la stessa, ovviamente tenuto conto del sesso, dell’età e del tipo di lavoro. 
Man mano che ci si avvicina alla scadenza, le razioni vengono ridotte, così si facilita il distacco. 
Anche per lavorare non ci sono problemi. La scelta viene fatta dal calcolatore in base alle caratteristiche di ognuno. Ci sono lavoratori del mare e lavoratori della terra. Si viene indirizzati in un percorso di studio per prepararsi a servire la comunità. 
Qualche mese prima della scadenza dobbiamo provvedere a istruire i nuovi arrivati e così non ci sono intoppi. 
I miei genitori sono scaduti cinque anni fa. Mio padre costruiva ponti e mia madre lavorava alla diga di dissalazione per rendere l’acqua potabile. Mi ha insegnato tutto quanto c’è da sapere e fra un anno, quando avrò completato gli studi, farò anch’ io lo stesso mestiere.
L’ insegnante ci ha detto che molti anni fa c’erano persone che, per lavoro, regalavano emozioni alla gente. Si chiamavano “artisti”, una parola molto difficile da pronunciare.
Io non so a cosa potessero servire le emozioni. Di sicuro non si mangiavano e neppure si bevevano. Pare che le emozioni facessero stare bene. 
Devo dire che sarei molto curiosa di provarle, ma mi hanno spiegato che sono pericolose e ormai introvabili.
Io sento una sensazione strana quando, di notte,  mi metto a osservare le stelle. Non l’ho mai detto a nessuno prima. È come se il cuore mi balzasse dal petto e raggiungesse il cervello per poi uscire, come una goccia, dagli occhi. 
In quei momenti, mi viene voglia di scrivere. È una pulsione irrefrenabile, come se una parte di me venisse da un luogo sconosciuto. 
Penso che sia importante farlo e che quando non ci sarò più, qualcuno potrà ricordarsi di me.  
Queste parole le ho scritte stanotte e voglio condividerle. Forse un giorno non ci saranno più neppure le stelle. Chissà.

Terra piccolo fragile miracolo 
nel freddo e buio illuminato dal tuo azzurro
Terra da respirare, terra da nutrirsi 
Terra sudata, calspestata, sfruttata
Madre e padre 
Terra da amare, da odiare,da conquistare.
E sentire che alla Terra appartengo 
sono della sua stessa sostanza.
Eppure anelo il cielo
mi lascio stupire da stelle ignare
della mia esistenza
Raggiungerle un giorno vorrei
e incamminarmi con loro
verso l’infinito.

Ciao, mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua. 

 

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