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Re: [Lab 9] La legge di Eleonora cap 1 di 5

@bestseller2020

Bentrovato, caro Raffaele. Ho letto con piacere e attenzione il primo capitolo del tuo racconto, e ti lascio qualche considerazione personale.
bestseller2020 ha scritto: mar ago 01, 2023 9:59 pmIl Professor Della Monaca terminò di dare le ultime indicazioni agli studenti dell’ultimo anno del corso di giurisprudenza. Si mostrava rassicurante e soddisfatto per il lavoro fatto, verso quei ragazzi a cui aveva trasmesso tutte le sue competenze e i valori della professione. Dall’alto dei posti dell’auditorium i ragazzi lo seguivano attenti, ma già assaporavano la felice sensazione di aver finito il lungo ciclo di studi, che apriva alla fase finale per il conseguimento della laurea.
L'incipit, di cui riporto le prime righe, presenta a mio parere alcuni aspetti da esaminare con cura, per apportare eventuali "aggiustamenti". 
Ciò che mi ha fatto sorgere delle perplessità consiste in questo: la sensazione che trasmetti attraverso le tue parole fa calare il lettore non in un'aula universitaria, ma in un'aula liceale. Soprattutto le facoltà di Giurisprudenza hanno la caratteristica di essere estremamente dispersive: mi pare pertanto inverosimile un rapporto così amichevole tra il professore e gli studenti. Auspicabile, certo, ma oso dire impossibile, almeno nelle grandi università. 
Dalle parole del professore, inoltre, che si accinge a "dare le ultime indicazioni agli studenti dell’ultimo anno del corso di giurisprudenza", sembra evincersi il concetto che egli ha seguito gli allievi per tutti gli anni di corso, mentre nella realtà accademica ciò non accade mai, perché gli insegnamenti sono molto diversificati. Se invece intendi che il professore ha seguito gli allievi solo per quell'anno di corso, si verifica un altro problema: non è detto che tutti gli studenti cui si rivolge siano laureandi, giacché una matricola può seguire qualunque corso (poi, magari, non può dare l'esame, nel caso si tratti di un corso che prevede un propedeutico). Accennare, inoltre, alle "ultime indicazioni" e al fatto che gli allievi "assaporavano la felice sensazione di aver finito il lungo ciclo di studi" fa pensare a un momento preciso dell'anno in cui tutta la "classe" si accinge a ragionare sulla tesi, come, ad esempio, quando tutta una classe liceale si prepara all'esame di maturità. Ma le dinamiche universitarie sono diverse.
Altra cosa: cosa intendi accennando ai "valori della professione"? Le professioni che si possono intraprendere dopo il conseguimento della laurea in Giurisprudenza sono molte, ma qui, come mi è parso di capire dalla passione di cui sono intrise parole del professore, tu ti riferisci alle due per eccellenza: avvocatura e magistratura. Per entrambe, però, me lo insegni, non basta la laurea, ma occorre un lungo e faticoso percorso. A quale professione, pertanto, si riferisce il professore?
bestseller2020 ha scritto: mar ago 01, 2023 9:59 pm“Allora, Martino. Sei rimasto solo tu che ancora non mi hai detto come imposterai la tua tesi.”
“Sì prof.”, rispose timidamente.
“Bene. E quindi cosa avresti deciso?”
“Vorrei impostare il discorso sull’uso strumentale della legge”.
“Me ne avresti dovuto parlare prima” 
Anche il rapporto tra docente e allievo mi conferma nelle perplessità cui accennavo sopra: non mi paiono realistici né l'uso del "tu" né l'appellativo "prof", strettamente liceale (e non da tutti accettato). Inoltre, nell'affermazione "sei rimasto solo tu (...)", ravviso di nuovo quell'idea di "classe" che mi pare consona, per l'appunto, a un ambiente liceale ma non a un ambito universitario.
Vorrei precisare, in ogni caso, che sto ragionando sulla falsariga dei grandi atenei statali, e mi pare che tu abbia ambientato la storia nella Federico II: vi sono accademie private nelle quali, con tutta probabilità, la realtà è molto diversa, di certo più raccolta. Io ho studiato alla Sapienza Lettere Classiche, alla facoltà di Lettere e Filosofia: da noi si poteva parlare di "classi", perché gli iscritti non erano molti. Ma se raggiungevo mia sorella, ora avvocato, che frequentava Giurisprudenza a pochi passi da Lettere, allora si entrava in un altro universo, dove lo studente era un numero. E così, almeno per i primi anni, è ancora; va tenuto conto, inoltre, che la suddivisione annuale è rimasta esente dal 3+2. Se, però, hai notizie certe che a Napoli, in quell'ateneo, il clima è come lo racconti, allora non tener in nessun conto le mie osservazioni. 
bestseller2020 ha scritto: mar ago 01, 2023 9:59 pmvedi te
Sostituirei con il corretto "vedi tu".
bestseller2020 ha scritto: mar ago 01, 2023 9:59 pmTuo padre è sempre stato un avvocato stimato e tu dovresti avere le idee chiare, dato che lui che ti ha sempre seguito in questi anni di studio, oltre me come insegnante”.
Forse la familiarità è dovuta al fatto che il professore è amico del padre di Martino? 
bestseller2020 ha scritto: mar ago 01, 2023 9:59 pmL’uomo rimase perplesso e lo guardò andarsene: il fare del giovane da qualche mese era cambiato. Non che fosse un grande chiacchierone, ma ultimamente sembrava essersi chiuso al dialogo e ai rapporti con il gruppo. Si domandò cosa mai lo preoccupasse e e pensò di richiamarlo per chiederglielo; ma poi ci rinunciò pensando a un’altra occasione.
Questo interesse per il "contorno" emotivo dell'allievo da parte del corpo docente non mi risulta, in ogni caso, appartenere a una facoltà come Giurisprudenza.
bestseller2020 ha scritto: mar ago 01, 2023 9:59 pmQuando lui le raggiunse le salutò, ma Marcella strattonò l’amica verso un lato come se volesse distanziarsi da un appestato. Martino si accorse dello sguardo severo di lei e abbozzò il tentativo di guardarla negli occhi. Lei raccolse il confronto visivo e tra i due ci fu un silenzioso leggersi in profondità. Lei continuò severa a scrutarlo e alla fine lui cedette al peso di tutte quelle parole non dette. Abbassò la testa e continuò a fare le scale sino all’uscita. Sonia guardò l’amica come se volesse chiederle come mai quell’atteggiamento freddo e distaccato, quasi di odio, che gli aveva rivolto, considerato il tenero che sempre c’era stato tra loro due. Marcella si limitò a dirle due parole: “lascia stare”.
Mi pare eccessivamente ridondante. Cercherei di esprimere il concetto con meno parole.
bestseller2020 ha scritto: mar ago 01, 2023 9:59 pmL’eroina parve attirare l’attenzione del giovane che, quasi provando una strana attrazione, si fermò a pensare.
Molto interessante. Al più presto cercherò di leggere anche gli altri capitoli. Complimenti per l'idea e un caro saluto.

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