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Re: Anacronismo?

Marcello ha scritto: semplicemente credo che a un certo punto abbiano deciso di rinunciare all'editor che rivedeva il lavoro e dava al romanzo una forma curata sotto ogni aspetto (perché tradurre ed editare sono due professioni distinte). 
A me è capitato diverse volte, in romanzi in origine scritti in lingua inglese ed editi in Italia da primarie CE, di constatare l'assenza di consecutio temporum, in particolare l'uso del passato remoto al posto dell'appropriato trapassato. L'inconveniente, appunto, si spiega con l'assenza di editing successivo alla traduzione, con ogni probabilità imputabile a soggetti di madrelingua inglese. Non può esservi altro motivo che l'obiettivo, da parte di grandi case editrici con bilanci ultramilionari, di risparmiare sull'editing. Tanto, quanto potrà essere elevata la percentuale di lettori che se ne accorge? :libro:  

Re: Anacronismo?

Marcello ha scritto: Ho letto soltanto "La verità sul caso Harry Quebert" e ne ho avuto a sufficienza. Dire "sopravvalutato" è un super eufemismo.
Completamente d'accordo. C'è chi nasce con la camicia, e chi no. :si:

Re: Anacronismo?

Marcello ha scritto: Se la svista madornale sfugge anche a loro... be', allora abbiamo un problema. Un problema serio.
Joel Dicker, in un suo best seller, edito in Italia da La Nave di Teseo, fa arrampicare bambini di otto anni, nell'ora di educazione fisica, su pertiche alte dieci metri (quarto piano di un palazzo, per intenderci) e fa cadere l'insegnante da sette metri (terzo piano) rompendosi soltanto le gambe.  Inoltre un ragazzino viene bullizzato, picchiato tutti i giorni, costretto col viso nella cacca, ma al suo rientro in famiglia nessuno si accorge di come sia conciato. Pare che nessuno, editor inclusi, si sia dato pena di correggere le incongruenze. Ma non è stato un problema, visto l'enorme successo.

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