Marcello ha scritto: semplicemente credo che a un certo punto abbiano deciso di rinunciare all'editor che rivedeva il lavoro e dava al romanzo una forma curata sotto ogni aspetto (perché tradurre ed editare sono due professioni distinte).
A me è capitato diverse volte, in romanzi in origine scritti in lingua inglese ed editi in Italia da primarie CE, di constatare l'assenza di
consecutio temporum, in particolare l'uso del passato remoto al posto dell'appropriato trapassato. L'inconveniente, appunto, si spiega con l'assenza di editing successivo alla traduzione, con ogni probabilità imputabile a soggetti di madrelingua inglese. Non può esservi altro motivo che l'obiettivo, da parte di grandi case editrici con bilanci ultramilionari, di risparmiare sull'editing. Tanto, quanto potrà essere elevata la percentuale di lettori che se ne accorge?