@ivalibri Non c'è dubbio che a monte della pubblicazione di un libro ci dovrebbe essere un articolato lavoro di squadra da parte della CE. Dico "dovrebbe" perché esistono, invece, tante piccole e micro CE che, quando va di lusso, affidano editing e correzione di bozze a collaboratori esterni pagati - quando li pagano - 50 centesimi a cartella. Alcune, però, sparano addirittura il testo così come è pervenuto, quando non sono proprio loro a riempirlo di refusi o pagine saltate: lo affermo perché è capitato a me, personalmente, con una CE con cui sono riuscito ad annullare il contratto a pubblicazione avvenuta. E' un lavoro di squadra, dicevo, che compete alla casa editrice, come alla casa editrice compete la promozione dell'opera prima e dopo la pubblicazione. Supplire alle mancanze dell'editore impiegando mezzi propri, cioè sborsando quattrini che sarà quasi impossibile recuperare, a me non pare il caso.
Così come non mi pare il caso di spendere soldi per migliorare la propria scrittura con editing e corsi vari: ho già affermato più volte che ritengo spesi meglio i soldi impiegati nell'acquisto di libri, la cui lettura può insegnare, a chi è dotato di un talento di base, a scrivere e a migliorarsi continuamente. Chi questo talento non l'ha, non l'acquisirà di sicuro pagandosi decine di editing.
Continuo da qualche anno a esternare quest'opinione, e a raccogliere i soliti "sì, però...": però, fermo restando che ognuno dispone del proprio denaro come meglio crede, aspetto ancora che qualcuno dichiari di aver recuperato, grazie alle vendite e successivo reale incasso delle royalties, le centinaia o migliaia di Euro pagati per editing e valutazioni varie. Non mi riferisco al self, che è tutt'altra cosa. Resto, dunque, in attesa di poter cambiare opinione, numeri alla mano.