Buona sera @Porto Seguro Editore,
l'accanimento, almeno da parte mia, non è contro di voi, con cui non ho mai avuto rapporti: non ci sarebbe motivo. L'accanimento è contro un sistema, ampiamente diffuso, che, in un mercato in cui gli aspiranti scrittori sono tantissimi e i lettori scarseggiano, consiste nel pretendere dagli autori prestazioni, sia in termini di impegno, che finanziarie, che toccano (dovrebbero toccare) all'editore. Per vendere decine o centinaia di migliaia di copie non sono sufficienti presentazioni in libreria, menzioni e recensioni in vari blog, articoli su stampa locale, interviste su emittenti a diffusione minima, spoiler su FB e simili. Le 100 o 500 copie che riuscirà a vendere l'autore che, tra l'altro, manca della professionalità specifica nel campo, non lo ripagheranno del tempo e dei quattrini investiti, mentre saranno sufficienti ad assicurare alla CE un margine di utile che, moltiplicato per il numero di titoli pubblicati, le consente, nella maggior parte dei casi, una stentata sopravvivenza e, per un numero limitato di aziende non "micro", una certa prosperità.
Non ce l'ho con voi, ma con il sistema, e del sistema facciamo parte anche noi scrittori o aspiranti tali, che ambiamo soltanto vederci pubblicati, costi quel che costi, quando addirittura non pensiamo di raggiungere il successo riservato a chi, due o più volte l'anno, pubblicizza le sue opere facendo il giro dei talk-show sulle maggiori TV a diffusione nazionale.
Per quanto riguarda il sospetto che non pagare le royalties sia un'abitudine, non sarebbe nato se, nel vostro primo intervento, non aveste glissato sull'argomento.
Dell'insulto "camuffato", ma solo accennato, mi accuso, con due scusanti: era rivolto a un certo tipo di CE, di cui potreste anche non fare parte, e ci ho messo la faccia, visto che in ogni mio intervento sono visibili, oltre al nickname, le mie generalità complete.
I miei migliori auguri, sperando che li meritiate.