La ricerca ha trovato 5 risultati

Torna a “Sette chiavi (nuova ce del gruppo Utterson)”

Re: Sette chiavi (nuova ce del gruppo Utterson)

Fabioloneilboia ha scritto: gio mar 23, 2023 11:05 pm @Wanderer pure io non so definire chi è medio, ma Sellerio è super top. Tieni conto che Mondadori e simili fatturano anche altra roba.
Non so chi possa essere definito medio onestamente, credo Francesco Brioschi, ad esempio, e fattura circa 500 mila. Ma non mi pronuncio, non l’ho mai capito onestamente.
Il medio editore è un big indipendente, cioè fattura in genere quanto un singolo marchio di un gruppo big. Sellerio, Neri Pozza, E/O, Fazi, Il Castoro, Mattioli 1885, hanno queste caratteristiche. C'è chi farebbe rientrare nella media editoria Marsilio o Adelphi, ma qui secondo me è molto più opinabile, perché ci sono partecipazioni di big, quindi hanno un piede nei gruppi big. E anche La Nave di Teseo ha tutte le caratteristiche dei big. Molto più difficile stabilire il confine tra le piccole e le medie. Secondo me il confine si aggira sul milione, per altri sui tre milioni. Nella zona di confine ci sono editori come Nottetempo, Quodlibet, Nutrimenti, Marcos y Marcos, Iperborea, Minimum fax (e anche Albatros :asd: ). Comunque, non è detto che il fatturato sia l'unico criterio per identificare la collocazione di un editore. Anche il capitale sociale ha una rilevanza, così come il numero di titoli. 

Re: Sette chiavi (nuova ce del gruppo Utterson)

Fabioloneilboia ha scritto: gio mar 23, 2023 9:48 pm @Wanderer senza fare una visura col bilancio, che sarebbe sempre meglio fare prima di firmare, si può consultare il sito https://registroaziende.it/
Spesso c’è il fatturato dell’ultimo bilancio depositato disponibile in chiaro, senza pagare nulla. Per Utterson era 260 mila euro nel 2020.
Premesso che c'è un dibattito aperto (che @ElleryQ  ricorderà :D ) su quali siano i criteri per identificare la media editoria, se consideriamo come parametro il fatturato, questo mi conferma che TUTTO il gruppo fattura quanto un singolo editore considerato piccolo. Ad esempio, 66thand2nd fattura 500 mila, il doppio. E Giulio Perrone 470 mila. Questi due non sono considerati medi editori, ma piccoli. Un medio editore è Sellerio (11 milioni) o Neri Pozza (7 milioni) o Fazi (3 milioni).
Se poi vogliamo considerare altri parametri è un altro discorso, ma stando a questo parametro è un piccolo editore. 

Vale la pena notare anche che i marchi del gruppo Utterson sono distribuiti da DirectBook, e non c'è un singolo medio editore che sia distribuito da loro. Parliamo di piccola editoria, e nel caso dei singoli marchi addirittura di micro... poi sulla qualità se ne può discutere, ma le dimensioni sono quelle che sono. Pubblicano tantissimi (troppi) libri, ma evidentemente con tirature molto basse, proprio perché gran parte delle pubblicazioni si rivolgono alle piccole cerchie degli autori. Purtroppo, questo è indice del fatto che guadagnano più sulla quantità, e anche la proliferazione di marchi fa pensare a ciò.

Re: Sette chiavi (nuova ce del gruppo Utterson)

Interessante come si sta strutturando il gruppo.

In pratica, ha tre marchi "seri" (Alter Ego, Tetra, e il nuovo Sette Chiavi) e quattro marchi per gli esordienti. Per i primi due, guarda caso, non accetta manoscritti, per gli altri quattro li accetta, e ben volentieri, purtroppo spesso con risultati come quelli che si leggono nelle testimonianze. 
Per Sette Chiavi c'è tempo solo fino al 31 marzo, pare.  

https://www.gruppoutterson.it/pubblicare-con-noi

Ora, tralasciando il fatto che Alter Ego ha secondo me un'identità debole e uno stile grafico troppo anonimo per essere il marchio di punta, mi chiedo: c'è davvero necessità di avere tre brand diversi (Augh!, Dialoghi e Scatole Parlanti) di cui non si capisce bene la differenza? C'è poi un quarto marchio dedicato alla poesia, Attraverso, ma la poesia viene pubblicata anche negli altri tre. Questa gran confusione mi sembra solo un modo per differenziare l'offerta agli esordienti, non per differenziare l'offerta ai lettori. 

Non mi sembra che inventarsi un altro marchio aggiunga molto in più, se non ulteriore confusione nell'identità del gruppo, che non si capisce bene in che misura guadagna con gli esordienti (le loro cerchie) o con i veri lettori. Anche perché la differenza tra i vari marchi è sempre relativa, dato che non si tratta di vere e proprie case editrici autonome, in quanto la partita iva è sempre la stessa. 

Torna a “Sette chiavi (nuova ce del gruppo Utterson)”