Interessante come si sta strutturando il gruppo.
In pratica, ha tre marchi "seri" (Alter Ego, Tetra, e il nuovo Sette Chiavi) e quattro marchi per gli esordienti. Per i primi due, guarda caso, non accetta manoscritti, per gli altri quattro li accetta, e ben volentieri, purtroppo spesso con risultati come quelli che si leggono nelle testimonianze.
Per Sette Chiavi c'è tempo solo fino al 31 marzo, pare.
https://www.gruppoutterson.it/pubblicare-con-noi
Ora, tralasciando il fatto che Alter Ego ha secondo me un'identità debole e uno stile grafico troppo anonimo per essere il marchio di punta, mi chiedo: c'è davvero necessità di avere tre brand diversi (Augh!, Dialoghi e Scatole Parlanti) di cui non si capisce bene la differenza? C'è poi un quarto marchio dedicato alla poesia, Attraverso, ma la poesia viene pubblicata anche negli altri tre. Questa gran confusione mi sembra solo un modo per differenziare l'offerta agli esordienti, non per differenziare l'offerta ai lettori.
Non mi sembra che inventarsi un altro marchio aggiunga molto in più, se non ulteriore confusione nell'identità del gruppo, che non si capisce bene in che misura guadagna con gli esordienti (le loro cerchie) o con i veri lettori. Anche perché la differenza tra i vari marchi è sempre relativa, dato che non si tratta di vere e proprie case editrici autonome, in quanto la partita iva è sempre la stessa.