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Re: Situazione Ucraina-Russia

Confermiamo che l'utente Cleante e l'utente Milarepa (già bannato in precedenza) erano la stessa persona, pertanto è stato nuovamente bannato per violazione del regolamento del forum: "Agli utenti Bannati non è consentito riscriversi al forum."

Re: Situazione Ucraina-Russia

Silverwillow ha scritto: @Cleante Mi pare che tu non ti sia ancora presentato nella sezione apposita del forum, qui: https://www.costruttoridimondi.org/forum/viewforum.php?f=4 Si consiglia di farlo, prima di intervenire nelle discussioni, in modo che gli altri utenti possano darti il benvenuto.
Esatto. Altra cosa che si consiglia, @Cleante, è un'attenta lettura del regolamento del Forum. Tra i vari paragrafi ve n'è uno, di non poco rilievo, che prevede un adeguato uso della sintassi e della punteggiatura. Lo faccio presente perché ho notato nei tuoi post diversi "errori di distrazione", che possono essere tollerati di tanto in tanto (tutti ne facciamo), ma non quando appaiono sistematici.
Un utente è stato da poco bannato per lo stesso motivo, dopo innumerevoli richiami. Mi permetto di dirtelo proprio per evitare che questo accada anche nel tuo caso, a prescindere dai contenuti esposti. Ognuno ha le proprie idee, apprezzabili o meno per gli altri, ed è giusto che le esprima finché non commette alcun reato con le sue dichiarazioni (di cui è responsabile), ma in un forum di scrittura è importante anche la forma con cui lo fa.
Ciò detto, buon proseguimento a tutti.

Re: Situazione Ucraina-Russia

*Comunicazione Ufficiale dello Staff*
@milarepa, hai ricevuto l'ennesimo richiamo ufficiale per l'uso inappropriato della sintassi. Ciò non ha nulla a che vedere con i contenuti dei tuoi post, ma solo con la forma.
Frasi senza punti, con minuscole dopo il punto, senza spazi dopo le virgole, sono inammissibili per un forum di scrittura.
Tanto più che anche il regolamento lo richiede al punto 6:
  ha scritto:6. È vietato l’uso del MAIUSCOLO, sia nei titoli che nel corpo dei messaggi. È consentito l’uso moderato del corsivo, del sottolineato e del grassetto. È vietato l’uso di abbreviazioni da chat (cmq, nn, xké) e l’abuso della punteggiatura (mai più di tre puntini di sospensione, un solo punto interrogativo, un solo punto esclamativo). Si ricorda, inoltre, che questo è un forum tematico legato al mondo della scrittura e dell'editoria, per cui gli utenti sono tenuti a rispettare le regole della grammatica italiana e della sintassi in ogni sua sezione, comprese quelle dedicate allo svago. #
Sei quindi richiamato ufficialmente per violazione del regolamento!

Si ricorda che ai richiami ufficiali è possibile rispondere solo in forma privata.

Re: Situazione Ucraina-Russia

milarepa ha scritto: Orsini mi pare una delle poche teste pensanti in un mondo di elettrodomestici che pensano quello che pensa la tv.
Ha posto una domanda sera e possibile.
Se la Russia dovesse buttare un atomica qualcuno risponderebbe?
La sua risposta é no.

Quando riuscira l ucraina a capire che é stata usata come carne da macello?
La distruzione avanza e bisogna uscire dal primo orgoglio che fa indossare a zelenskj le vesti del eroe per entrare nel secondo orgoglio, l orgoglio di non essere usata come una pedina. Se si entra nel secondo orgoglio l orizzonte cambia e appaiono nuovi occhi e questi occhi ricevono una nuova visione e in questa nuova visione il soggetto è il deserto che avanza e la rovina che bussa alle porte con una intimita che remde gelido il cuore
@milarepa, ti hanno già ripreso innumerevoli volte sulla forma. Al prossimo post sgrammaticato, purtroppo ti becchi un richiamo a punti.
Nonostante alcune opinioni qui scritte da alcuni siano raccapriccianti, sono comunque personali e in quanto tali non sono "censurabili", possiamo solo prenderne le distanze, almeno finché non si scade nel penale nei confronti di terzi. Ma abbiamo ripetuto centinaia di volte che questo è un forum di scrittori e aspiranti tali. La forma è fondamentale in ogni sua sezione, per cui lo ripeto per l'ultima volta, alla prossima si andrà di richiami ufficiali.
Un conto sono i refusi, un altro l'abitudine a una scrittura sciatta.

Re: Situazione Ucraina-Russia

dyskolos ha scritto: Hai ragione. Il problema è che questo andrebbe chiarito nel regolamento.
Un medico, per dire, ha un tempo di lavoro e un tempo libero in cui non lavora
Ci sono "mestieri" che non hanno un "tempo libero". Stento a credere che un magistrato si dimentichi cos'è la legalità fuori dal tribunale, che uno scrittore, un giornalista, un insegnante, fuori dall'aula o dalle pagine si dimentichino di grammatica e sintassi o perdano la pregnanza dei propri contenuti.
Chi scrive ha una vocazione, un fuoco sacro o come altro vogliamo chiamarlo, e non è che si spenga o si accenda con un interruttore. Arde sempre e in certi casi, come questi, brucia con la potenza devastante di un incendio.
Comunque sia, avevo già detto che era mia intenzione tornare "dietro le quinte". Il mio tempo l'ho fatto, le mie parole le ho spese, non citatemi e non taggatemi oltre, per cortesia. È il vostro spazio e sappiate sfruttarlo al meglio, con la consapevolezza che chi fa (o vorrebbe, o dice di voler fare) arte ha una responsabilità. E la responsabilità non si assopisce, neanche nel tempo libero.

Re: Situazione Ucraina-Russia

dyskolos ha scritto: Voglio dire: ben vengano i libri, okay, ma per dire che le bombe non si tirano non c'è bisogno di aver studiato a Oxford. È un principio di diritto naturale. Sta pure sul nostro codice penale: "chi rompe paga"! (Chiedo scusa se non ho usato un linguaggio aulico da accademico :-) )
@dyskolos, grazie per avermi fornito un esempio di quanto detto finora.
Non vi si chiede di essere professori e usare un linguaggio aulico, ma le basi della sintassi e un tono meno semplicistico sì.
Continuo a dire che questo è un forum di scrittura e la scrittura (forma e contenuti) ne è il biglietto da visita.
È la cosa più ovvia del mondo dire che la guerra ci ripugna, la popolazione civile è quella che ha la peggio in ogni conflitto mentre i capi combattono guerre mediatiche a suon di proclami da set cinematografico o stadi da Super Bowl. Che la soluzione ai conflitti è la diplomazia, che le bombe portano morte e distruzione. È sotto gli occhi di tutti.
Abbiamo voglia di parlarne perché questo orrendo stravolgimento epocale ci coinvolge tutti e nessuno ne è assolto, ma parliamone con la voce dell'arte che ci rappresenta.
Con quelle parole, suoni, colori, odori, anche quelli marci della guerra, che sappiano arrivare all'anima e spalancare le coscienze.
Io penso che ruolo fondamentale e imprescindibile dell'arte, qualsiasi forma d'arte, sia proprio questo.
Urlare i non detti, ma non con le parole comuni dei politici, degli economisti, dei professori; le analisi dei conflitti lasciamole a loro. Usiamole solo per superarle, la voce dell'arte non è asettica. Ha toni e sfumature potenti, scuotenti, dovremmo essere un delicato tuono che si insinua nella mente di chi non sa vedere e produce boati interiori, squarci da cui fare entrare la luce.
Scriviamo, non parliamoci addosso.

Re: Situazione Ucraina-Russia

Silverwillow ha scritto: Questa è una discussione che nessuno leggerà al di fuori di noi, e non mi pare una gara a chi è più bravo a fingersi un esperto, ma uno spazio dove si può (o si poteva) parlare in modo spontaneo, anche con idee non proprio ordinate o chiarissime.
Il forum è aperto agli esterni, chiunque può leggere. Come ogni sito è indicizzato, basta una ricerca per parole chiave e i contenuti possono apparire.  E poiché è un forum di scrittori, forse un esterno che vi si approccia per la prima volta può essere influenzato dalla qualità degli interventi.
Magari sbaglio, ma io lo farei. 

Re: Situazione Ucraina-Russia

@Ippolita,@Poeta Zaza, forse potrebbe essere utile inserire qui qualche estratto (con relativa indicazione di autore, titolo, editore) o citazione che avete ritenuto più interessante.
A prescindere dal pensiero di ciascuno, può trattarsi di punti di vista da conoscere o spunti su cui discutere.

Re: Situazione Ucraina-Russia

dyskolos ha scritto: Secondo me, l'altezza dell'asticella va sempre bene. È il dire che bisognerebbe alzarla che non va sempre bene :)
Nessun problema, vi lascio tranquillamente a ballare il limbo. :D
Mi riferisco a quello caraibico, non al noto ballo di gruppo degli anni '60... per quanto, anche quello può andar bene.
Buon divertimento.

Re: Situazione Ucraina-Russia

Cheguevara ha scritto: Non credo che in un forum come questo si debba intervenire solo per postare racconti e versi, per commentare questa o quella casa editrice o agenzia editoriale.
Se così fosse non esisterebbe una sezione Agorà, in cui trovano spazio tutti gli argomenti riguardandi l'attualità e la cultura generale.
Credo che vi sfugga il senso di ciò che ho scritto. Non vi è stato chiesto di interrompere la discussione, né vi è stato vietato di esprimervi per farvi restare spettatori passivi. Quello che, personalmente, auspico è che questo spazio non diventi solo un pretesto per fare a gara sull'opinione "migliore", quella più risolutiva, o esibire verità rivelate di cui ci si sente depositari (e tra le varie pagine ho letto anche questo).
Uno scrittore deve anche essere calato nel contesto in cui vive e averne un'opinione, non ci sono dubbi! Se Tolkien non avesse preso parte al conflitto bellico in prima persona e non avesse avuto una sua visione e opinione, probabilmente non sarebbe nato un capolavoro che solo in apparenza racconta di mondi puramente fantastici.
Per cui, come scrivevo all'inizio, come "persone" possiamo agire nel nostro piccolo (e un'azione deve sempre essere supportata da un pensiero, non siamo automi), ma come scrittori dovremmo cercare di elevare un po' l'asticella del confronto.
I brani da me postati sono puri pretesti ed esempi, mi fa un po' sorridere che vi siate soffermati al fatto che l'autore sia Tizio piuttosto che Caio.
Il punto è un altro: contenuti e forma.
Cheguevara ha scritto: il modo di esprimersi dovrebbe essere più controllato e civile
E ancora una volta: non è solo questo (che do assolutamente per scontato), quanto invece contenuti e forma!
Ciò detto, come anticipato me ne torno "dietro le quinte".

Re: Situazione Ucraina-Russia

ivalibri ha scritto: Quindi, per tornare al tuo ragionamento, no, non credo che dovremmo limitarci a manifestare e ad accogliere o a inviare aiuti (io non voglio che vengano usati i miei soldi per mandare armi, è notizia di questi giorni che era in partenza un aereo civile carico di armi, da cui la protesta degli addetti dell'aeroporto). Credo che dobbiamo anche dire quello che pensiamo, dobbiamo ragionare sui fatti e cercare di interpretarli.
No, non dico che dovremmo limitarci esclusivamente a questo, dobbiamo informarci e documentarci (l'ho anche scritto), ma non lo faremo con le idee affioranti all'interno di una discussione ristretta, in cui vengono riportate sempre le stesse parole. Non quando il confronto si richiude su se stesso con le solite poche persone a interagire. Si finisce per essere voci che si parlano addosso o per sconfinare in una gara di opinioni senza nessun costrutto.
ivalibri ha scritto: non lasciare la parola solo a Prodi e a persone par suo. Il brano che hai postato auspica la creazione di un esercito europeo. Non metto in dubbio che Prodi sia più autorevole di me, ma mi resta comunque il diritto di dire che non sono d'accordo con lui e con la logica che sottende il suo ragionamento. 
Possono essere parole che danno luogo a un confronto un po' più elevato rispetto a teorie complottistiche o semplicistiche, come quelle che ho letto tra un post e l'altro.
Nessuno dice che si debba essere d'accordo, ma partiamo almeno da scenari culturali diversi per discuterne e dissentire.
Come scrivevo prima, documentarsi è essenziale per uno scrittore e non credo che non si possa narrare di ciò che accade mentre accade, al contrario. Credo talmente nella forza e nella bellezza dell'arte, nella capacità di diffondere messaggi potenti, che vi invito a farlo anche da scrittori.
Senza ignorare il dibattito costruttivo, come ho anche detto più su, ma che il confronto avvenga su un piano dialettico meno banalizzante, credo sia fondamentale.
Ciò detto vi lascio continuare e me ne torno "dietro le quinte". :)

Re: Situazione Ucraina-Russia

Silverwillow ha scritto: Mi pare che tutti qui, indipendentemente dalle loro opinioni, si siano sforzati di esprimersi in modo civile, quindi non credo che la discussione sia poco adatta a un forum di scrittura.
Sui toni civili non metto in dubbio, è così che dovrebbe essere il confronto in tutto il forum e in una società civile, a prescindere. :) 
Quanto alle modalità di esprimersi, perdonami, ma non sempre le ho trovate consone a un forum di scrittura. Ti invito a rileggere le 9 pagine di interventi e, credo, non ti sfuggirà che ne esistono diversi in cui la forma non è adatta a un forum di scrittori; tantomeno alcuni contenuti, in cui banalità e pressapochismo predominano e non elevano certo la discussione, la quale, vista la drammaticità della tematica, richiederebbe uno sforzo maggiore e una maggiore onestà intellettuale.
Silverwillow ha scritto: ma credo di non parlare solo per me nel dire che è molto difficile per uno scrittore (o qualunque artista) usare le sue attitudini per elaborare una situazione così drammatica ancora in corso.
Io credo che numerosi artisti passati alla storia come "Artisti della Shoah" o "dell'Olocausto", le varie Etty Hillesum, Anne Frank, Leo Haas, Karel Fleischman e molti altri, abbiano saputo raccontare con lucidità e poesia l'orrore e lo hanno fatto durante il medesimo.

Re: Situazione Ucraina-Russia

Un saluto a tutti, è da un po' che seguo questa discussione da "dietro le quinte".
Non mi sento in grado di fare un mio intervento qualificato, non quanto potrebbe esserlo quello di uno storico, un economista, o un esperto di geo-politica.
Ho la convinzione che esprimere semplici opinioni, come in un qualunque "salotto", non sia di giovamento a nessuno. Ammiro chi manifesta nelle piazze contro la follia della guerra, chi si attiva nei corridoi umanitari, chi manda viveri e altre donazioni e chi ospita coloro che sono fuggiti dalla violenza bellica con solo le proprie vite appresso. Credo che siano queste le sole azioni concrete che come persone potremmo fare in un contesto storico come quello attuale e tragico.
Come operatori culturali, come autori, invece, potremmo scrivere degli orrori, raccontare le atoricità e farlo con il solo mezzo che abbiamo a disposizione: il racconto o la poesia, non con opinioni che servano per parlarci addosso o misurare la validità delle nostre deduzioni.
Il confronto è sempre valido, ma quando è costruttivo, e sinceramente temo che qui nessuno sia realmente qualificato per "sforrnare soluzioni", non per una cosa più grande di noi stessi.
Consapevole di questo, mi piace comunque leggere e informarmi, documentarmi proprio al fine di trasformare in creazione la distruzione che ci circonda e facendolo oggi ho trovato due articoli che ho trovato interessanti, due riflessioni che vi riporto, per il piacere di condividere e forse con la speranza di portare questa discussione a livelli più affini a un forum di scrittura.


Europa, una grande forza senza peso. È il momento della cooperazione


Trent'anni fa un volume parlava di fine della storia. Si entrava nel secolo americano, non ci sarebbero più stati cambiamenti, gli Stati Uniti avrebbero dominato il mondo. Dopo pochi decenni tutto è cambiato: i paesi dominanti sono due, abbiamo un globalismo che si sta sfaccettando e una politica in movimento come mai avremmo pensato.
C'è una potenza assestata, direbbe Tucidide, e una in ascesa. Gli Stati Uniti sono la struttura militare ed economica - presa globalmente: finanziaria, bancaria e tecnologica - dominante, con un bilancio della difesa di poco sotto il 45% della spesa militare mondiale, tre volte circa quello della difesa cinese. C'è però un problema serio e che cambierà l'America: una società spaccata profondamente. La presidenza Trump ne è stata un aspetto politico, ma la faglia affonda prima ancora dentro la società. Anche i rapporti con l'Europa sono cambiati: dal punto di vista militare e della politica estera si è raggiunta un'unità inedita in queste settimane, ma dal punto di vista economico le tensioni sono molte. I Bush, padre e figlio, erano profondamente europei, coltivavano un legame naturale. Clinton non nacque come filo-europeo, ma lo diventò; è stato un convertito. Per Obama l'Europa era un punto qualsiasi nel mondo: lì si è rotto il legame affettivo. Per Trump l'Europa era un concorrente, se non un nemico, sotto il profilo economico ma anche politico. Biden sta ricostituendo un rapporto politico ma il tema economico esiste.
Dall'altra parte c'è la Cina, che si è imposta con una sua filosofia lontana dalla nostra. Il suo Pil ha quasi raggiunto quello americano, ma la Cina ha il quintuplo degli abitanti. È una potenza in via di sviluppo e perciò la prima cosa che vuole comprare è il tempo, quello che le serve per completare il suo sviluppo. Per questo non ama i movimenti sopra le righe, non ha appoggiato l'invasione russa della Crimea e vive con fastidio l'attacco all'Ucraina. Uno dei grandi errori dell'Occidente è stato lasciare che Cina e Russia convergessero. Ricordo, da presidente della Commissione europea, quando Putin assicurava che non avrebbe mai venduto un metro cubo di gas alla Cina. E anche l'ultima conferenza stampa congiunta: un giornalista chiese se fosse realistica la prospettiva di un ingresso della Russia nell'Ue. Era il 2004: entrambi, ovviamente, rispondemmo di no. Non era pensabile. Ma quello era lo stato dei rapporti.
Oggi la Russia è un paese immenso ma fragile e a bassa crescita. La Cina cresce di una Russia all'anno. Ecco perché la Russia non può stare da sola: non ha l'esperienza per tradurre la scienza in prodotto, non ha una potenza produttiva; è l'opposto della Corea del Sud. Per questo o si appoggia all'Europa o alla Cina. L'Europa ha lasciato che scivolasse verso Est.
Quando Gorbaciov mi preannunciò l'ascesa di Putin disse che stava salendo al potere un uomo dal curriculum che non ci sarebbe piaciuto ma che era l'unico capace di tenere unito il paese e dialogare con l'Occidente. Oggi assistiamo a un'assertività russa cresciuta con gli anni al punto da cambiare radicalmente lo stato dei rapporti di un tempo portando inquietudine nel mondo.
In questa dinamica l'Europa, la più grande potenza industriale al mondo, e il maggior esportatore, è assente. Il suo ruolo viene ridimensionato dalla mancanza di una politica estera, e di conseguenza militare, comune. E anche sotto il profilo tecnologico c'è un ritardo: delle venti più grandi società mondiali solo una è europea ed è la diciannovesima. Questo è il prezzo della disunione.
L'Europa ha portato il superamento dei nazionalismi. Ma è nata con una sconfitta: la bocciatura dell'esercito comune, nel 1954, affossato dall'assemblea francese. Le conseguenze le vediamo oggi, e avrebbero potuto essere ben più gravi.
L'apertura a Est, che da presidente della Commissione, mi è stata spesso rimproverata come troppo frettolosa, è stata uno di quei treni che passano una volta sola. Senza quel processo oggi la Polonia rischierebbe di essere nelle stesse condizioni dell'Ucraina. L'allargamento ha portato difficoltà politiche ma ha legato alla democrazia i paesi dell'Est e i loro popoli. La democrazia qui ha vinto. Ed è questa la forza dell'Europa, anche come attore nel conflitto in corso. Una forza che tuttavia non pesa. Perché? Lo snodo è il 2007, il grande sbandamento. Gli Usa, grazie al loro potere unitario, hanno reagito alla crisi che lì si era innescata; l'Europa si è divisa tra rigoristi e quelli che i tedeschi definivano "lassisti". Questa crisi ha costruito i partiti populisti e un lungo periodo di tensione superato solo grazie al Next generation Ue, un grande intervento di solidarietà favorito anche dalla Brexit. Con la Gran Bretagna il recovery non sarebbe stato possibile: non è mai entrata nel vero spirito europeo.
La crisi ucraina per la prima volta ha dato vita a un'unione europea anche di politica estera. È il momento di fare un passo in più: Germania, Francia, Spagna e Italia sono maturi per una cooperazione rafforzata; gli altri seguiranno. È il momento di preparare il terreno. È possibile? Credo di sì: la guerra in Ucraina sta mostrando che i conflitti si possono risolvere solo sull'asse Stati Uniti-Cina e che l'Europa di oggi, pur essendo unitaria, è assente dall'aspetto decisionale. Se non parla con una voce sola non può pesare. —
Pubblichiamo un estratto dell'intervento di Romano Prodi sul tema "La forza dell'Europa" tenuto in occasione del trentesimo anniversario della costituzione della Fondazione Filippo Burzio, in collaborazione con il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell'Esercito di Torino.

Romano Prodi, La stampa, 18 Marzo 2022


Il Medio Evo della Russia


La storia tende a ripetersi perché la geografia rimane la stessa. Ma nelle sue ripetizioni la storia fa emergere un passato di cui ci eravamo dimenticati.
Quando Putin ha attaccato, passando irrimediabilmente dalla parte del torto, i commentatori avevano in mente la proiezione europea dell’Unione Sovietica durante la Seconda guerra mondiale, ma Putin non disponeva né delle condizioni politiche (l’alleanza con l’Occidente) né delle condizioni demografiche e militari che resero possibile quella proiezione.
Basti dire che per una operazione militarmente secondaria, la presa di Berlino nell’aprile 1945, i Russi poterono investire un milione e mezzo di soldati, mentre oggi, per prendere non una città, ma una nazione, non possono contare su più di centocinquantamila uomini, mercenari e tagliagole inclusi, gli equivalenti della Banda Dirlewanger che i tedeschi adoperarono per reprimere la rivolta di Varsavia nel 1944. Pensare che l’azione militare russa possa estendersi anche al di là dell’Ucraina, per esempio nei Paesi Baltici, è credere di avere a che fare non con la Russia, ma con l’Unione Sovietica (più del doppio di abitanti, senza contare le nazioni del Patto di Varsavia). È dimenticare che un pezzo della vecchia Prussia Orientale è oggi una exclave russa circondata dalla Nato, che potrebbe essere presa in un giorno.
Quanto dire che la no fly zone esiste già, ed è tutto l’Est europeo passato sotto la Nato. Coloro che oggi sostengono, a ragione, che gli Stati Uniti non hanno tenuto fede al gentlemen’s agreement del 1991 di non ammettere nella Nato paesi dell’ex Patto di Varsavia, non dovrebbero dimenticare che quei Paesi appartenevano storicamente all’Occidente. Che non avevano mancato di rivendicare, a Berlino, a Budapest, a Praga, e poi di nuovo a Berlino, nel 1989, questa loro appartenenza. E che se Stalin, a Yalta, aveva potuto ottenere l’Est europeo, ciò dipendeva da eccellenti motivi: l’enorme tributo di morti nella lotta contro il Terzo Reich e la forza dell’Armata Rossa, la debolezza politica dell’impero britannico, la debolezza fisica del presidente Roosevelt e, soprattutto, la necessità degli Stati Uniti, che ancora non disponevano della atomica, di assicurarsi l’appoggio sovietico per finire la guerra contro il Giappone.
Come è naturale e giusto, visto che la storia non finisce mai, nessuna di queste condizioni è rimasta in piedi quasi ottant’anni dopo. Putin non se ne è accorto, ed è per questo che c’è chi lo considera pazzo; ma, a quanto pare, non se ne sono accorti nemmeno i suoi avversari, tranne la Cina, che ne coglie pienamente la debolezza e vede in questo suo passo falso, o disperato, l’occasione per trasformare la Russia in un satellite. Come che sia, trattare Putin come se fosse uno zar, confonderlo con Stalin, è dargli troppa importanza, e non voler guardare, sotto l’influsso di fantasmi vecchi di decenni, il probabile risultato politico e geopolitico di questa guerra.
Sul piano politico, la sostanziale vittoria di Putin prima dell’attacco militare (camuffare Russia con il mito zarista e sovietico, ottenere la smilitarizzazione del Donbass, rassicurare l’orgoglio nazionalista) si è trasformata in una sconfitta militare, perché in un caso come questo non vincere equivale a perdere. E la sconfitta peggiore è proprio quella politica, perché Putin è riuscito a trasformare la Russia in uno Stato canaglia, entrato in guerra come se fosse l’Unione Sovietica e uscitone come se fosse l’Iraq di Saddam Hussein. Senza dimenticare che riuscire ad avere contro di sé la Svizzera, la Svezia e persino la Serbia (per difendere la quale la Russia era entrata in guerra nel 1914) è un record negativo difficilmente eguagliabile.
Anche più significativo, e carico di conseguenze, sarà il risultato geopolitico di questo azzardo. La guerra non è una opinione, e non si può tentare uno sfondamento a Occidente, in un Paese ostile, con truppe numericamente e militarmente inadeguate. Molto più a Ovest nello spazio e molto prima nel tempo se ne accorse Hitler nel dicembre 1944 nelle Ardenne. Quando, dopo aver sprecato le migliori truppe di cui disponesse nel tentativo fallito di prendere Anversa e interrompere i rifornimenti degli Alleati, Hitler venne informato da Guderian del fatto che Stalin aveva schierato milioni di uomini e di mezzi su un fronte che dalla Prussia Orientale raggiungeva i Balcani commentò che si trattava della “più grande falsità dai tempi di Gengis Khan”. Forse qualcuno dovrebbe dire a Putin e a Lukaš?nka di Gengis Khan e dei suoi mongoli, che invasero la Russia di Kiev nel 1228 rimanendoci per duecentocinquanta anni.
Andrà a finire così. Interrompendo una proiezione verso occidente che ebbe inizio con Pietro il Grande, la Russia diventerà, come ai tempi dell’Orda d’Oro, uno stato vassallo non più di un Khan mongolo, ma della Cina. A meno che gli oligarchi, per difendere i propri interessi in Occidente, non la trasformino in uno Stato vassallo della Nato. In questo quadro, la Russia ha pagato un prezzo carissimo non solo per le ambizioni sbagliate, e probabilmente per le paure, di Putin, ma anche per la propria singolarità culturale, per una tradizione profonda che la lega a Bisanzio (una Bisanzio che non c’è più né in Grecia, né in Turchia, né nei Balcani) e che, con le tirate del Patriarca Kirill a favore della guerra contro le lobby gay, la sospinge violentemente verso il Medio Evo.

Maurizio Ferraris, La Repubblica, 18 marzo 2022

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