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Re: Avere una sezione dove pubblicare racconti liberamente.

Nightafter ha scritto: Uno che non sa mai dove piazzare una "virgola"  con un minimo di senso, non può certo indicarlo ad altri.
Non si tratta di fare i professori. Non lo sono né ci tengo a esserlo.
Si dice però che il lettore ha sempre ragione; non in termini assoluti, ma semplicemente per il fatto di esprimere il proprio punto di vista che può essere più o meno condiviso.
Insomma, il commento non è "il giudizio", ma qualcosa che può essere utile a chi ha scritto per capire se è riuscito a farsi intendere.
Nightafter ha scritto: Forse per rendere più viva e varia la community, bisognerebbe sganciarsi un po' dal meccanismo del commento a fine di pubblicazione ed entrare in uno spirito meno ufficiale e più partecipativo, di relazione non impegnativa,
Sarebbe bello per tutti poter vivere in un mondo dove non ci sia la necessità di leggi o regole, ma quel mondo per ora non l'ho ancora visto da nessuna parte, nemmeno qui.

Re: Avere una sezione dove pubblicare racconti liberamente.

Marcello ha scritto: Così come il racconto/poesia non è uno sfoggio di bravura dell'autore, allo stesso modo il commento non è uno sfoggio di abilità del recensore: si lavora tutti assieme per dare ai nostri testi/poesie l'aspetto migliore possibile, per questo l'autore non deve soltanto essere gratificato dai commenti altrui, ma deve a sua volta commentare per aiutare gli altri.
È questo spirito di collaborazione reciproca che è sempre stato alla base dell'Officina, ieri come oggi.
Vorrei ancora aggiungere che proprio il meccanismo del "commento per postare" è quello che ha reso il WD ciò che è stato fin dalle origini (e che vorremmo realizzare anche qui), e che solo la collaborazione nella community può aiutare chi scrive a ottenere un feedback utile alla propria crescita.
Un tempo erano più frequenti commenti più critici, a volte anche qualche stroncatura,  adesso invece mi sembra che ci sia più timore a esprimere un dissenso, forse per non voler ferire la sensibilità di chi ha scritto, o forse per il timore di essere a propria volta giudicati.
Ecco allora che si rischia di assistere al "balletto dei commenti". Questo non ha senso.
Il commento non dovrebbe essere vissuto come un obbligo, ma quello che si richiede come "obbligo" è quello di essere parte attiva nella comunità attraverso l'espressione del proprio punto di vista semplice e sincero.

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