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Re: [MI146] Samsara

Mina ha scritto: mar mar 23, 2021 7:10 pm perché mi sono imbarcato in un racconto che non ho saputo gestire
Probabilmente la mancanza di gestione in me ha generato una certa confusione!


Mina ha scritto: mar mar 23, 2021 7:10 pm
Non ho capito benissimo il ringraziamento, ma... prego (?)
Ti ringraziavo per il fatto di aver scritto su questo tema, che anche se l'hai trattato dal punto di vista del libero arbitrio, comunque ne hai parlato, visto che c'è sempre un certo pudore nell'affrontarlo. Più se ne parla, o sene scrive in questo caso, e meglio è, perché volente o nolente costringe a riflessioni... Ecco, volevo esprimere questo, ma forse sono risultata poco chiara!
Mina ha scritto: mar mar 23, 2021 7:10 pm Come dicevo in risposta a Bef, facendo parte della comunità lgbtq+ ed essendo vicino ad alcune realtà femministe, piuttosto che provare a delineare un profilo psicologico di mia iniziativa mi sono rifatto alle caratteristiche classiche di queste dinamiche, in modo un po' astratto perché non ho mai vissuto situazioni del genere in prima persona; il tentativo di descrivere questa situazione e nel frattempo esprimere il mio tema - sul libero arbitrio - non è riuscito granché, e da qui le situazioni artificiose e forzate :s è tutto un problema di realizzazione (devo ancora migliorare come scrittore e crescere come persona), non di intenti, perché su quelli sono d'accordissimo con te
Grazie ancora^^
Sì, capisco benissimo. Infatti è proprio questo, a mio avviso, il nodo: trattarlo in modo astratto... Emerge dal testo, e manca di pathos appunto per questa forma didascalica.

Il confronto a me aiuta tantissimo per crescere. Mi da modo di riflettere sui punti di vista differenti dai miei, a volte mi mette in crisi, altre mi sprona, e finisce che poi mi metto in discussione, rileggo i brogliacci che scrivo, li demolisco, mi dispero certe volte, ma alla fine ritrovo il bandolo della matassa e riprendo il percorso verso una scrittura più consapevole. Sarà così anche per te, non ho dubbi! <3

Re: [MI146] Samsara

Ciao @Mina, ti dico, il racconto tratta un tema molto complesso; la violenza di genere, e faccio un po' fatica a digerirlo. Non perché sia scritto male, anzi, il tuo stile scorrevole, semplice, ne favorisce la lettura senza intoppi, e questo è un bene secondo me; ma per il modo in cui è trattato. Sarò diretta e spero apprezzerai. È "surreale", a tratti immaturo. Apprezzo lo sforzo, però; perché scegliere di descrivere la condizione psicologica di una donna che subisce violenza è ammirevole, e denota una certa sensibilità nei confronti del tema, infatti ti ringrazio per averci provato; ma i dubbi sulla profondità del racconto, sulla mancanza di pathos, restano tutti. Un appunto per cercare di spiegarmi: i dialoghi. Sono artificiosi, didascalici. Un uomo che picchia la propria donna non parla così, anzi, forse nemmeno la apre la porta di casa al vicino di pianerottolo. O se lo fa, per salvare le apparenze, di certo non espone il "dramma", anche personale se vuoi. Ecco perché prima scrivevo che mi sembra immaturo e surreale. Anche il personaggio del vicino di casa, apprezzabile che tu lo abbia pensato non omertoso ma coraggioso; tuttavia prova a calarti nella realtà per un momento: l'unica cosa sensata che potrebbe fare è chiamare il 112, 113 e anche il 118: i numeri d'emergenza anti violenza. Ecco, forse "romanzare" questo tema, rappresentarlo in modo "favolistico" è un approccio che personalmente non gradisco. Infine, un ultimo accenno al personaggio femminile. È apprezzabile che tu abbia tentato di rappresentare il soggiogamento psicologico, espresso con «Non lo so. Ma so che lo amo ancora. Perché, ti starai chiedendo? Non c’è un perché. Solo una catena che non si può rompere.», ma anche questa rappresentazione la trovo forzata, lontanissima dalla realtà drammatica di una donna in "catene".
Questa cosa del finale aperto, però, mi piace :)

Sottolineo l'ovvio, lo so, ma tutto ciò che ho espresso è frutto di un gusto personale, soggettivo. Come avrai capito, prediligo attingere dal reale, e, soprattutto, sono convinta che non si possa scrivere di un argomento "forte" per "sentito dire", ragionando sull'idea. A mio parere per toccare le viscere con la scrittura bisogna, prima, che queste viscere certi dolori, certe emozioni le abbiano sentite.
A rileggerci! <3

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