La ricerca ha trovato 4 risultati

Torna a “[Lab6] Storia di Lina”

Re: [Lab6] Storia di Lina

Mi pare giusto aggiungere una postilla. Nei commenti a questo testo è stato detto che "approcciarsi" a una donna tanto sporca sarebbe poco credibile (se non del tuto impossibile) da parte di un uomo. Ora, una situazione molto simile è la scena descritta da @Nightafter nel suo Chez Mao (quando parla della Cavalla). Perchè allora nel testo di Monica c'è un rifiuto totale all'idea (o molta difficoltà ad accettarla)  da parte del lettore mentre in quello di Nightaffer risulta addirittura "sublime"?. Ovviamente tutto dipende dalla preparazione che ne hanno fatto gli autori. @Nightafter ha preparato il terreno, ha predisposto la scena, creato un conflitto tra "sacro e profano". Mentre nel testo di Monica l'evento risulta meno intenso, raccontato con più distacco.
 
 

Re: [Lab6] Storia di Lina

@Monica ha scritto:
La barbona non si prendeva neppure la briga di coniugare i pochi verbi che sapeva. Trovava che l’infinito fosse perfetto. Così “mangiare”, “bere”, “fumare” avevano da tempo sostituito tutta una inutile serie di frasi che avrebbero avuto solo il fastidioso effetto di distoglierla dalle sue riflessioni.
La parte che ho evidenziato in grassetto appesantisce la frase. Mi fermerei a " serie di frasi."
@Monica ha scritto: Aliti di caffè si mescolavano con sentori di dopobarba a buon mercato in un variegato ribollire di odori che avevano il profumo fresco delle case al mattino. 
Mi piace
@Monica ha scritto:
Una volta uno zelante giornalista aveva cercato di intervistarla. Una risata irrefrenabile e sguaiata aveva fatto sussultare il suo scherzo di seno al solo ricordo. 
«Perché ha scelto questa vita?» 
«Cosa le è capitato?» 
«Ha figli?»
«Ha avuto problemi con il fisco?» 
Lei non aveva mai sentito domande più idiote. Ricordava solo che per tutta risposta aveva scorreggiato. Così, l’intervista era sfumata nel fragore di un peto.
:aka: :D
@Monica ha scritto:
Lucido come può essere un pensiero folle. 
Perfetto

La storia, al contrario di @bestseller2020,  io la vedo, forse lui intende dire che c'è più descrizione del contesto che circonda la barbona rispetto al sentimento di rancore e vendetta; a me pare faccia parte del crescendo narrativo.  Certo violentare una barbona di tale zozzeria sarebbe davvero dura anche il più perverso degli uomini, ma alla nefandezza umana non poniamo limiti. 
Al massimo la storia, la butto lì,  poteva impiantarsi rifacendosi alla violenza da parte dello stesso uomo e con la stessa motivazione quando la donna era ancora giovane. Evento che avrebbe finito per trasformarla in una senzatetto in attesa di vendicarsi (a quel punto anche l'uomo potrebbe essere diventato un barbone; un reitto come costui lo meriterebbe. E almeno una soddisfazione la nostra povera amica l'avrebbe avuta (y) ). 
L'infarto non guarda in faccia nessuno quindi anche l'uomo duro e senza scrupoli può rimanerne vittima, in questo caso specifico non perchè si sia messo paura nel vedere la donna, ma per pura coincidenza. Il sussulto, la sudorazione e il pallore sono sintomi comuni sia nello spavento sia nell'infarto. 
@Monica ha scritto:
Quando gli fu abbastanza vicina, l’uomo ebbe un sussulto. Il viso imperlato da un pallido stupore, si contrasse nella beffa di una smorfia prima che il corpo si accasciasse a terra.
Qui, infatti non dici che l'uomo ebbe il sussulto appena vide la donna, ma appena la donna gli fu vicina. 
Il punto di vista è sempre della barbona, e lei che vede, non lui; o almeno non c'è la certezza. La coincidenza, a mio vedere, calza senza problemi. 
@Monica ha scritto:
Sulle prime non lo aveva riconosciuto. Poi, una folata di vento improvvisa, gli aveva portato il suo odore. Una inconfondibile essenza muschiata mista a un ricordo di liquirizia. L’aroma  dolce di una miscela di tabacco che ricordava fin troppo bene. Un tempo lo fumava il suo uomo, ed era l’unico momento in cui lei poteva rilassarsi un poco. Sembrava che ritrovasse la calma, quando lui assaporava con lente boccate la sua pipa, prima del delirio alcolico.
Ormai non le avrebbe più fatto male, né a lei né a nessun’altra, sorrise. 
Poi, lo sguardo corse verso le mani del fumatore sconosciuto. Rabbrividì. 
questo punto che non mi è stato chiaro subito, ho dovuto rileggerlo perchè, lì per lì, mi era sembrato che il suo uomo e il violentatore fossero la stessa persona. 

nel complesso non male. 

Torna a “[Lab6] Storia di Lina”