Ciao @Kasimiro
Un racconto con sue particolarità, situazioni e dialoghi solo in apparenza al limite della realtà, ma a ben guardare molto comuni e anzi, spesso gli avvenimenti reali superano di gran lunga la fantasia.
Hai inserito diversi personaggi che hanno tutti delle interessanti caratterizzazioni oltre ai due principali, Michele e Antony Maresca.
Michele è evidente che ha molti problemi, se vogliamo anche difficoltà a relazionarsi con i suoi simili, in particolare con chi ha evidenti svantaggi fisici, sia alla nascita sia sopraggiunti in seguito. Ma mi è parso di capire che i suoi vari “incontri” o se vogliamo “scontri”, sia durante la giornata che in questo simbolico supermercato (ottima idea, ottimo luogo a rappresentare l’umanità), funge quasi come un necessario passaggio, parafrasando la letteratura classica, una catarsi per la sua coscienza, per il suo carattere spigoloso.
Come hai detto nella quarta dei copertina, ne uscirà molto cambiato, non sarà più lo stesso, come era naturale che dovesse essere. Segno che Michele non è un ottuso o un malvagio a prescindere. Michele è sicuramente vissuto di luoghi comuni e stereotipati a quanto sembrerebbe, dove forse si considerava un “normale” che doveva avere a che fare solo con altri come lui, non prendendo in considerazione gli “altri”, i “diversi”. Metto tante virgolette perché non amo questi termini, li uso perché in fondo, lo ammetto, non riesco a impiegare eufemismi o peggio che mai un linguaggio “politicamente corretto” frutto di una grande ipocrisia, di un grande equivoco a mio parere al quale non mi è mai piaciuto assoggettarmi.
Mi piace il finale pieno di speranza che hai mostrato. Quando ritorna a casa Michele si mostra nel pieno della sua solitudine, ma si intuisce che ormai è cambiato. Ripensa all’invito a ballare da parte dei ragazzi down, ripensa anche alla ragazza con il bastone bianco, cieca, che ha offeso circa le sue capacità di osservazione durante il ballo dei ragazzi down.
Spesso le persone apparentemente più dure e intransigenti, Michele ne rispecchia alcune caratteristiche, seppure non eccessive, sono poi quelle il cui cambiamento repentino, poste davanti alla realtà della vita, è davvero stupefacente, in quanto non te lo saresti mai aspettato.
Ho trovato divertente la scena del poliziotto trans, però ho anche avvertito una sorta di malinconia, se così posso dire.
È come se uno andasse dalla polizia a denunciare che ha visto ragazzini fumare spinelli o sniffare coca e poi trovasse i tutori dell’ordine a fare tranquillamente lo stesso e ridergli in faccia. Ci si rimane un po’ male, crollano gli ultimi baluardi che arginano dall’anarchia totale. Almeno per alcuni penso sia così, lo sarebbe per me, per altri forse sarebbe l’avvento di una nuova auspicabile era. Così va il mondo.
Comunque ho notevolmente apprezzato il tuo racconto, per la ricchezza di personaggi, per le loro caratterizzazioni, per l’atmosfera e per il messaggio che hai voluto mostrare.