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Re: [Lab13] Fiction wars

bestseller2020 ha scritto: Il pubblico pagante si affrettava a prendere possesso del proprio posto in platea. Nella vasta area destinata agli obesi over 250 kilogrammi, gli inservienti riempivano i distributori automatici, posizionati su ogni poltrona, di pop corn e salatini. Le luci si abbassarono e la voce dalla regia invitò a fare silenzio
La frase evidenziata non mi convince molto e mi sembra abbia un retrogusto un po' grassofobico. Non sono solo le persone grasse a consumare bibite e popcorn in situazioni simili. Per accentuare l'atmosfera distopica e grottesca, come mi sembra volessi fare con questo dettaglio, avrei preferito qualcosa come "Gli inservienti riempivano i distributori automatici, presenti su ogni poltrona, con chili di dolciumi e snack d'ogni genere, pronti ad essere ingollati dai famelici spettatori".

bestseller2020 ha scritto: Allora! Come sapete le truppe del Regno Unito hanno invaso a dicembre 2026 la neo repubblica di Australasia
Non mi dispiace affatto la tua idea di ambientare la storia in un futuro prossimo, ma un paio di aspetti non mi convincono del tutto. In primo luogo, il 2026 è un futuro troppo prossimo, in cui la situazione da te delineata appare irrealistica. Basterebbe spostare la situazione avanti anche solo di pochi decenni e già cambierebbe tutto. Inoltre, per la medesima vicinanza temporale, non convince la nascita di questo nuovo stato, la Repubblica di Australasia. A meno che non si tratti di paesi che si liberano dalla colonizzazione, il cambiamento dell'assetto di uno Stato-nazione presuppone processi politici e culturali di durata più lunga di due soli anni.

L'ultimo appunto che ti faccio per quanto riguarda il realismo riguarda l'ONU: anche qui, potrei trovare realistico il ritratto che ne dai, se il racconto si svolgesse in un futuro più lontano. Tra un paio d'anni la situazione sarebbe ugualmente distopica, ma le modalità dovrebbero essere vicine a quelle di oggi (per esempio, con l'abuso sistematico del diritto di veto, caratteristico della sua storia).
So che ti sto facendo un po' le pulci su queste cose, sarà la mia deformazione studentesca, visto che questo è il mio ambito di studi :asd:

Per il resto, trovo il racconto ben riuscito e l'ho letto volentieri. Hai portato alle estreme conseguenze delle tendenze distopiche che già stiamo vivendo: la spettacolarizzazione delle tragedie e dei conflitti; il tentativo di lavarsi la coscienza con storie strappalacrime, come quella della bambina salvata dalla catastrofe nucleare; la riduzione della politica a una farsa e dei politici a meri performer, che però decidono delle nostre vite. Il ritmo sclerotico e sincopato che hai dato alla narrazione tramite le continue interruzioni della regia (applause, stop applause) enfatizza l'assurdità della situazione e crea un senso di realistico disagio, tipico del genere distopico.
bestseller2020 ha scritto: Daniel Fischer si fece versare dell’altro champagne dal cameriere e prese a scrutare il cielo con inquietudine. Da qualche parte del mondo, da una rampa di un mezzo militare, un missile sarebbe partito, avrebbe attraversato il globo sotto il controllo dei satelliti, e sarebbe esploso sopra una città emanando una luce abbagliante. Un’altra guerra sarebbe iniziata. I morti? Non lo sappiamo, ma che importanza avrebbe?
Bello questo finale, mi ha ricordato Hunger games, o il finale della puntata "15 milioni di celebrità", di Black mirror.

A rileggerci!

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