Fabioloneilboia ha scritto: Prima non ci avevo mai fatto caso e, la grande verità, è che vorrei tornare a leggere come facevo prima di scrivere, senza badare a queste cose.Questa è una questione interessante, che vale anche in altri ambiti. Ad esempio, si gode di più un film uno spettatore comune, relativamente ingenuo, oppure un regista o un attore professionista, che conoscono tutti i trucchi del mestiere e notano ogni minima imperfezione o astuzia o furbata, etc.?
Più che l'autore siamo noi lettori a rovinarci da soli le letture, a mio modesto parere.
D'altra parte lo spettatore (o il lettore) comune magari non coglie tutte le finezze, le citazioni, le "grandi giocate" del film (del libro).
Però è anche vero che il grande conoscitore della materia forse riesce con molta più difficoltà a stupirsi, emozionarsi, commuoversi, insomma a provare quelle emozioni che il film (libro) dovrebbe suscitare.
Ad esempio, viene da chiedersi se un regista con decine di film alle spalle riesca ancora a mantenere la sospensione d'incredulità, cioè se riesca a dimenticare che quelli sono attori che recitano e a viverli come personaggi veri, come di solito (non sempre e non del tutto, per la verità) capita allo spettatore medio.
Forse, come nella maggior parte delle cose, all'aumentare dell'esperienza corrisponde una maggiore capacità di comprensione, ma in compenso subentra un minore coinvolgimento emotivo, insomma si diventa più razionali, si acquista da una parte ma si perde dall'altra.