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Re: [N2022P] Certe tristezze stanno nascoste

Ciao @Ippolita, ho aperto la tua poesia attirata dal titolo e fin dalle prime righe ho sentito l'emozione salirmi come un'ondata. Questa immagine fisica della tristezza, che vive in mezzo ai nostri organi, quasi personificata, quasi fosse un individuo che conduce un'esistenza propria e di cui noi accusiamo i colpi, mi ha colpita. Una sorta di mostro in noi, che in qualche modo ci fa male e in qualche modo ci è pure caro.
Ippolita ha scritto: un bambino gioca a pallone 
non sa ancora quanto è freddo 
qui intorno 
Anche questa frase mi ha impressionata: "qui intorno" l'ho inteso come un freddo che si espande dalla tristezza della strofa precedente: è un freddo molto personale, un tipo di freddo che quel bambino non ha ancora mai provato. Come se noi un po' invidiassimo quel bambino, e allo stesso tempo come se ci dispiacesse al pensiero che, prima o poi, toccherà anche a lui.
Ippolita ha scritto: alito per disegnare sul vetro 
un sole
un fiore 
come petali le tue dita 
ma il vento le scompone e le soffia via 
oltre l'inverno 
oltre il dolore.
Molto evocativa anche questa immagine, un momento in cui si concede alla tristezza di venire a galla senza opporsi, ma allo stesso tempo senza bloccarla lì: un sentimento che si libera, ci sommerge e si scioglie, scivolando via. 
Ho addirittura immaginato "i petali delle dita" come una sorta di fantasma-ricordo sorto dall'altra parte del vetro appannato: per un attimo le mani della persona che disegna il fiore si sovrappongono con quelle di qualcuno al di là del vetro che non c'è lì realmente. Che vorremmo ci fosse, ma a cui concediamo anche di svanire.
Insomma, una poesia molto ricca che mi ha realmente emozionata. Grazie

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