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Re: Gli incubi dello scrittore

Incubi non direi. Scrivere è un hobby da pensionata e deve divertirmi, come compete alle attività ludiche, altrimenti mi dedico ad altro.
Dopo tre libri però sono in pausa di riflessione. Finora ho raccontato storie, quasi tutte gialle, in cui trovavano posto gli argomenti che preferisco: vela, filosofia, politica. Ho pubblicato con piccoli editori, raggiunto i miei "venticinque lettori" e ottenuto qualche riconoscimento: sono contenta.
Il quarto lavoro (secondo, nell'ordine di lavorazione) è rimasto nel cassetto. L'ha letto ormai da alcuni anni un editor molto rinomato che, emesso un giudizio nell'insieme positivo, mi ha consigliato di eliminare parecchie di quelle "belle cose". Il "vorace" lettore di gialli non è in genere interessato a temi che, pur dislocati con qualche coerenza nella storia, non si addicono al genere, rallentano il ritmo e distraggono dallo "scioglimento" della trama.
I manuali di scrittura gli danno ragione, e anch'io, ci mancherebbe. Però, se ci provo, il romanzo mi appare povero ed estraneo.
"Si parva licet..." mi dico, richiudendo il file, esistono gialli strapieni di "dottrina". Presunzione sciocca?

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