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Re: Labocontest n.10 - Discussione generale - il racconto

Concordo con Marcello, sono strade diverse. Ho scritto per iniziare un romanzo, lasciato per un pezzo da parte, a seguire parecchi racconti. Sette, accomunati da protagonista e ambientazione, costituiscono il primo lavoro pubblicato; in tempi vari altri  due romanzi.
Preferisco i racconti, forse perché reggo meglio lo sforzo intenso che quello prolungato; li ritengo inoltre un esercizio più "severo", nel senso che impongono economia espressiva e cura attenta dei particolari.
Non enfatizzerei l'importanza dell'incipit,  il lettore affronterà comunque una breve lettura, mentre ritengo necessari uno spunto valido, una trama ben costruita, un'equilibrata distribuzione della scrittura e un finale "soddisfacente" (non tronco o arbitrario, per capirci).
Per trama ben costruita intendo un certa linearità, a meno che non si voglia sconfinare nel (quasi) romanzo breve; non dev'essere schematica, ma neppure troppo complessa, con sotto trame e divagazioni varie. 
L'equilibrata distribuzione della  scrittura credo sia la maggiore insidia, almeno per me. Di solito non preparo lo schema di un racconto breve, e tendo ad allargarmi nella prima metà per trovarmi poi ristretta nella seconda o, peggio,  nella conclusione. Come da proverbio,  meglio prevenire che curare!
Preferisco in generale una "cifra" espressiva piuttosto asciutta:  ancor più  la caldeggio nel racconto, poco adatto ad ampollosità e florilegi.
Togliere, togliere, togliere! Era il mantra di un mio amico (bravo) editor. Si riferiva in primis  alla pulizia sintattica e al lessico sovrabbondante.

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