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Re: Ma che cattivoni...

@Silverwillow ha scritto:
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Ok, gli unici nomi che ho riconosciuto sono Castrogiovanni e Agrigento...  :lol:

"

Bravissima :)
Non mi aspettavo che riconoscessi Castrogiovanni, che è distantissimo dal corrispondente italiano odierno, che è Enna. Solo per dire che il siciliano non è comprensibile da parlanti l'italiano: [SCN]Castruggiuvanni ---> [ITA]Enna. Parole molto diverse :)



@Silverwillow ha scritto:
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E i cartelli in arabo o ebraico non so davvero quale scopo possano avere :facepalm:
"

Hanno un valore storico per me. Una volta si poteva, oggi non si può più :)
Ma vorrei che si potesse.



@Silverwillow ha scritto:
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È vero che è legato anche alla cultura e alle tradizioni, ma non è stata la lingua a crearle, e possono sopravvivere anche senza.
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Qui la pensiamo diversamente. Io credo che la lingua sia essa stessa cultura, infatti il bambino italofono che apprende l'italiano poi può apprendere altre lingue, ma le parlerà sempre con l'accento italiano. La sua origine, cioè la sua cultura, rimane presente.
Essa non deve creare nulla. Anzi, è l'elemento maggiore della cultura. Invadere una lingua significa invadere la cultura di un popolo, cioè la radice del popolo stesso.




@Silverwillow ha scritto:
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L'uso della lingua dovrebbe, secondo me, avere un'utilità pratica.
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Esatto! È così in tutto il mondo :)
Nessuna lingua viene trasmessa se non serve. La trasmissione è l'unico modo per tenerla in vita. E allora come la trasmettiamo? Rendendola lingua ufficiale :)
Io fino a due settimane fa non volevo il siciliano come lingua co-ufficiale insieme all'italiano in Sicilia, ma un linguista italo-gallese (di origine milanese) mi ha fatto cambiare idea. Così ci togliamo di mezzo il genitore che non insegna il siciliano al figlio "perché non serve a niente". L'unico modo per farlo servire a qualcosa è renderlo ufficiale.
Io stesso, qualche giorno fa, compilavo un modulo per l'ASP (Azienda Sanitaria Provinciale). Siccome dovevo indicare a chi era diretta la prestazione, senza pensarci ho scritto: "Pi me mugghieri" (="per mia moglie"), ma all'ufficio mi hanno fatto notare la scritta e me l'hanno fatta cambiare, dicendo "Il siciliano purtroppo non è ancora lingua ufficiale e questo è un documento ufficiale". Così io ho dovuto ricompilare un altro modulo uguale (che dolore alle mani ;) ) e alla fine ho scritto "Per mia moglie". Mica mi pare una bella cosa.



@Silverwillow ha scritto:
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Il dialetto trentino comunque, molto simile a quello veneto, è derivato dall'italiano, non è una lingua a sé
"

Esatto! :)
Se infatti consulti la carta linguistica dell'Italia, vedi che non esiste una lingua trentina, e che la grande lingua più vicina è il veneto. La lingua veneta non è derivata dall'italiano (come il siciliano, il sardo e altre, che sono lingue autonome); il dialetto veneto-trentino sì, deriva dalla lingua italiana. C'è lo zampino anche del lombardo, per essere precisi.



@Silverwillow ha scritto:
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Uno stato deve avere una lingua comune, che parlano tutti. Se poi all'italiano si vogliono affiancare altre lingue o dialetti (che per me non è affatto una brutta parola) nessuno lo vieta. Ma, che vengano riconosciute come lingue o no, nella pratica non fa poi molta differenza.
"


Certo. La lingua comune è l'italiano e non c'è dubbio. Chiedo che, a livello regionale, sia affiancato dal siciliano. La differenza purtroppo c'è e sopra te ne ho dato un esempio. Fino a due settimane fa, la pensavo come te. Se vuoi ti faccio altri esempi pratici.
"Dialetto" non è una brutta parola nemmeno per me. È solo che in Italia si usa in senso dispregiativo. Tra il 2000 e il 2003, a scuola si insegnava anche il siciliano: iniziativa che ha avuto un successo enorme, sia tra gli studenti, sia tra i genitori, sia tra i docenti. Il problema è che i prof di siciliano non avevamo diritto a uno stipendio (perché insegnavano un "dialetto"), mentre i prof di italiano, che insegnavano una "lingua", giustamente prendevano lo stipendio completo.
In Italia si fanno queste disparità tra ciò che è considerato "lingua" e ciò che è considerato "dialetto".
In linguistica non c'è differenza alcuna (e anche per me è così), tuttavia, se proprio si vuole differenziare, io (e alcuni linguisti) seguo il criterio della scomponibilità: una lingua è scomponibile, un dialetto no. Nel momento in cui si accerta che un dialetto è scomponibile (ha dato vita a un altro dialetto) esso passa nella categoria "lingua". Niente di spregiativo, ma purtroppo la vulgata comune è questa.
Alcuni incompetenti dicono che il siciliano è un dialetto. Impossibile: un dialetto non può dare origine a circa cento dialetti: dialetti del siciliano, non dell'italiano.


@Silverwillow ha scritto:
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Il siciliano probabilmente è una questione diversa, e scopro solo grazie a te che è una lingua a sé stante. Mi pare giusto mantenerla e difenderla, ma non ne farei una questione politica
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Ti ringrazio tantissimo per il tuo atteggiamento non giudicante e aperto, piuttosto raro: di solito, non succede così. Il 99% di coloro che parlano del siciliano non ne sanno niente e hanno il tipico atteggiamento dell'ignorante-arrogante. Tu gli spieghi le cose e loro ti mandano a quel paese, perché sei tu che non capisci una cippa-lippa, mica loro, che per di più hanno la verità in tasca: ma in realtà non hanno la più pallida idea della questione.
Sulla questione politica, la penso come te. Forse non mi sono spiegato bene. Io non vorrei che fosse una cosa politica, ma la vogliono fare diventare così: io ne prendo atto, ma non mi piace.

Re: Ma che cattivoni...

@Silverwillow ha scritto:
"
Se poi vuoi fare una rivoluzione per rendere la Sicilia uno stato indipendente, ti appoggio
"

Ecco un equivoco frequente :)

Io non sono mica un indipendentista. La penso proprio al contrario, non mi chiamo Dysk-Bossi. Per carattere preferisco unire piuttosto che dividere :P

Per me la cultura siciliana è parte della cultura italiana. Vale anche per tutte le altre culture italiane (sarda, veneta, napoletana, lombarda, trentina, ticina, ecc…), le quali sono trasmesse con le lingue. Difendere la cultura siciliana, per me, significa difendere la cultura italiana :)



@Silverwillow ha scritto:
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i termini più moderni (e per moderno intendo gli ultimi 30 anni almeno) vengono resi in italiano, perché non c'è nessuno che possa creare un equivalente: è una lingua morta. È spiacevole da dire, ma è così. Tra qualche decennio non lo parlerà più nessuno
"


Esatto! Siamo d'accordo su tutto! :)

Però per me la responsabilità della morte delle lingue locali (una trentina in Italia, considerando pure le isole linguistiche più grandi) è prima dei parlanti e poi delle politica.
I parlanti considerano le lingue locali un modo approssimativo per esprimersi (lo dicono pure su CdM :) ), mentre l'italiano è l'unica lingua colta della penisola. Per me invece sono un patrimonio culturale da difendere, e anche su questo siamo d'accordo :)

Il siciliano (e non solo) è una lingua di cultura, per dire, al pari dell'italiano (e forse di più), ma spesso la gente comune (e, con dispiacere, devo ammettere che ciò avviene anche su CdM) confonde tre oggetti linguistici, che invece sono profondamente diversi e andrebbero tenuti nettamente separati: "siciliano", "italiano regionale siciliano" e "dialetti del siciliano" (ce ne sarebbe anche un quarto, a dirla tutta). Sì, perché ogni lingua di una certa estensione contiene "dialetti". La gente parla "dialetti del siciliano", molto raramente il siciliano standard. La stessa cosa in grande avviene in Italia, dove la gente molto raramente parla l'italiano standard. Attenzione! Dialetti del siciliano, giammai dialetti dell'italiano. Se si analizzano linguisticamente, infatti, somigliano molto al siciliano standard, e pochissimo o niente all'italiano. Vale anche per altre lingue d'Italia, ovviamente.

Difendere la cultura siciliana significa difendere la cultura italiana.

Non capisco quelli che dicono, per esempio, che la lingua trentina sta morendo, e loro stessi non la parlano lasciandola morire nel silenzio. Parlatela, no? Così si sviluppa. Quelli che dicono che sta morendo sono in realtà gli assassini :) Grazie! Prendo una persona a coltellate e, proprio mentre la accoltello, dico "Ma tanto sta morendo!" e continuo ad accoltellarla senza pietà. Eh, no! :)

La differenza tra "lingue e "dialetti" è solo politica e non scientifica: alle parlate considerate dalle leggi (cioè dalla politica) "lingue" arrivano fondi, ai cosiddetti "dialetti" no. E non ci rendiamo conto che quelli non sono dialetti dell'italiano, ma di altre lingue (del siciliano, del sardo, del veneto…). Anche l'italiano ha i suoi dialetti: gli italiani regionali. Ma anche qui si fa confusione: le regioni vanno intese in senso geografico, come aree geografiche, e non come suddivisioni amministrative. Quelle, ancora una volta, sono robe politiche :)



@Silverwillow ha scritto:
"
Oggi posso farmi capire dalle Alpi alla Sicilia, e non mi pare poco.
"

Neanche a me par poco :)

Io infatti sono un fautore del "bilinguismo orizzontale". Che non significa morte della gloriosa cultura italiana. L'italiano è una delle mie due lingue madri, e lo difendo. Io affiancherei, nella segnaletica stradale, il toponimo siciliano e quello italiano.
Messina ---> Missina;
Palermo ---> Palermu;
??? ---> Castruggiuvanni;
??? ---> Nissa;
??? ---> Giurgenti;
??? ---> Chiazza;
??? ---> Chiana;
??? ---> Cunigghiuni;
??? ---> Giancasciu;

solo per citarne alcuni. In altre aree d'Italia si fa. Se non conosci gli "???" te li vai a cercare :) Scherzo, ma prova a indovinare :)

Poi metterei i cartelli che indicano i nomi delle strade cittadine in versione bilingue italiano e siciliano. A Palermo, in centro, ci sono addirittura trilingui italiano - arabo - ebraico. Non traslitterati, ma proprio scritti con gli alfabeti arabo ed ebraico originali. I normanno-svevi lo permettevano all'epoca del regno di Sicilia; oggi li vogliono rimuovere perché la Repubblica Italiana non vuole… :O



@Silverwillow ha scritto:
"
Qui in Trentino fra l'altro abbiamo lingue a sé stanti, come il ladino o il romancio, che io ho difficoltà a tradurre (e il dialetto della Val di Fassa lo capisco poco, solo perché conosco un po' di tedesco). Sono lingue protette, ma se nessuno le parla andranno a morire, c'è poco da proteggere.
C'è da dire però che qui la differenza linguistica in passato ha creato più divisione che vantaggi
"

Certo, ma è solo una questione politica :)



@Silverwillow ha scritto:
"
basta che riesco a farmi capire (e già è difficile con l'italiano :asd: )
"

:asd: :asd: 

Re: Ma che cattivoni...

@massimopud ha scritto:
"da sempre una lingua si impone sulle altre con la forza.
Questa forza può essere militare, economica o culturale ma la sostanza è uguale: l'inglese invade l'italiano perché è l'espressione dell'Impero americano dominante; l'italiano prevale sul siciliano o sul sardo, perché la Sicilia e la Sardegna sono solo dei sottoinsiemi del più ampio insieme Italia (si direbbe in freddo linguaggio matematico)"



Tutto vero :)

Io vorrei che questa prevalenza non ci fosse. Secondo me è una questione politica che si potrebbe risolvere anche per via legislativa. Certo, le leggi non bastano, ma comunque sono un ottimo punto di partenza.
L'Italia contiene al suo interno diverse lingue (oltre all'italiano) che, a loro volta, contengono dialetti. Se contiamo anche le isole linguistiche, arriviamo a una trentina di lingue. Nella vulgata comune, queste lingue vengono chiamate "dialetti". Allora io comincerei a impedire che i mezzi di comunicazione, almeno quelli pubblici, usino impropriamente la parola "dialetto" per riferirsi alle lingue d'Italia. Questa parola poi corrisponde a non avere finanziamenti, che però vengono date alle parlate dette "lingue".


Agiamo sulle leggi, visto che di robe politiche si tratta. Facciamo come in Francia, dove difendono la propria lingua per legge.
I linguisti (io sono uno studioso di linguistica) dicono che l'inglese, finché si limita al livello lessicale, non è poi tanto pericoloso. Io però noto che negli ultimi tempi sta intaccando anche le strutture sintattiche. Per esempio, l'anticipazione. Diciamo "web serie" e sempre meno "serie web", su calco dall'inglese dove l'aggettivo precede il sostantivo.

Fino a prima della seconda guerra mondiale, i neologismi italiani venivano derivati dal latino e dal greco. Dopo la guerra invece il latino e il greco sono scomparsi e deriviamo dall'angloamericano. Oggi in modo particolare. Per dire, se domani scoprono una nuova tecnica di osservazione del cervello, mi scommetto un dito che non si chiamerà "Cerebroscopía" ma "Brain Watching" :)

Inoltre non c'è reciprocità. L'italiano prende dall'inglish, ma l'inglish non prende dall'italian, eppure la parole italiane sono più belle :)

Respingiamo l'attacco angloamericano. Noi siamo italiani e possiamo insegnare cultura a tutto il mondo. Certo, abbiamo meno soldi, ma non di sola economia vive l'uomo.
NO alla sudditanza culturale.

Re: Ma che cattivoni...

@massimopud ha scritto:
"la pensiamo allo stesso modo, al contrario di quanto sostengono libri, festival e revival neoborbonici"

Sulla verità non si può essere in disaccordo :) 
I revival neoborbonici non li sopporto :)

Re: Ma che cattivoni...

@massimopud ha scritto:

"ma i Borboni proprio no, vi prego."



Infatti io non ho mai rimpianto i Borboni e nemmeno l'effimero (durò solo 44 anni) Regno delle Due Sicilie. Non capisco come un siciliano possa rimpiangerli, visto quello che hanno fatto qua (in Sicilia). Da fautore del bilinguismo completo e totalmente orizzontale, devo rimpiangere alcuni periodi del regno di Sicilia. Ancora oggi nel centro di Palermo sono rimasti i cartelli di epoca normanno-sveva in cui le vie sono indicate in tre lingue: italiano, ebraico e arabo. Non traslitterate: ci sono proprio le scritte con gli incomprensibili (per me) alfabeti arabo ed ebraico. Lo apprezzo tantissimo. Una volta si poteva fare, oggi la Repubblica Italiana non vuole…





@Silverwillow ha scritto:

"C'è poco da fare sul piano pratico"



Sono d'accordo con tutto quello che hai scritto :) meno che su questo punto.

C'è molto che si può fare. Per esempio, il bilinguismo orizzontale. Gli italiani la smettano di dire "shopping" o "car-sharing" o "business" e tornino all'italiano. Oggi è più rivoluzionario scrivere "barberia" su un'insegna che metterci "hair stylist", ma dovrebbe essere il contrario. I francesi mettono per legge molte limitazioni agli anglismi. Noi no! E va be', facciamoci invadere da culture potenti e danarose, che ve devo da dì? ;)

Io invece dico NO. Mai i soldi sopra la cultura. Mai i soldi sopra la poesia. Mai.

@Silverwillow ha scritto:
"Una lingua comune è indispensabile anche per fare di un popolo una nazione"

Giustissimo :)
Infatti io sostengo che Sicilia e Sardegna siano nazioni. Non indipendenti, ma nazioni. La Padania, che pure ha una nazionale di calcio, no: non ha nessuna lingua in comune. Ce lo ha fatto vedere lo stesso senatùr Umberto Bossi il 15 settembre 1996, quando lesse la dichiarazione d'indipendenza a Venezia. La fece, anzi, la dovette fare in italiano, giusto per non scontentare nessuno. E poi parlava di "popoli" al plurale: i popoli padani. Non diceva mica "il popolo padano".
Io sono nettamente contrario all'indipendentismo (oltre che al ponte sullo Stretto :) ) però ritengo che una teorica dichiarazione d'indipendenza della Sicilia possa farsi tranquillamente in siciliano (o in sardo, per la Sardegna) e non si lamenterebbe nessuno, almeno non per la lingua.


Re: Ma che cattivoni...

Scusate se riprendo la discussione.
Finora ho parlato di lingua italiana, forte, che si sta mangiando le lingue interne, più deboli. Ora, poiché la lingua è il primo elemento culturale di un individuo e di un popolo, invadere la lingua altrui e distruggerla significa invaderne la cultura, che così rischia di essere distrutta. Funziona come in natura, dove il pesce grande mangia il più piccolo. Oggi la medesima cosa avviene con l'inglese, forte, che si sta mangiando l'italiano, che però io non voglio considerarlo più debole dell'inglese. Non esiste! Risultato: la cultura angloamericana si sta fagocitando la gloriosa cultura italiana. Cultura che è di gran lunga più sviluppata e importante: non c'è paragone! Ma, si sa, nel mondo odierno contano più i soldi, ahimè!
E noi italiani, invece di difendere la nostra cultura, cioè noi stessi, che facciamo? Continuiamo a scrivere sui negozi espressioni come "car washing" (invece di "autolavaggio"), "hair stylist" (invece di "parrucchiere"), "make-up" (invece di "trucco"), "bread factory" (invece di "panetteria"), "bike sharing" (invece di "biciclette in condivisione"), "business solutions" (invece di "servizi per l'impresa"), lockdown, covid-free, hub vaccinale! Sono solo pochi esempi di invasione culturale. Sempre la solita vecchia storia, nulla di nuovo sotto il sole: chi ha più soldi comanda!
Io dico NO! Anzi STOP, che fa più figo, oh yeah, trendy!
So bene che prima o poi morirò e non potrò influire dall'aldilà e che le generazioni successive faranno come gli pare, e magari parleranno in itanglese, ma finché sono vivo (ancora per poco) lasciatemi fare il vecchio retrogrado e protestare in santa pace.
Lo so che le lingue si evolvono, certo, ma secondo voi la frase "sono stato dall'hair-stylist, poi ho zoomato colla camera del cell on the car-washing di mio uncle, poi mi sono stoppato before la real estate agency del mio parent" è italiano? Okay, ora vado a Palermo a dire "parking advisor" al primo parcheggiatore (abusivo) che vedo ;) E poi vado a fare un bruch al sushi-bar o al wine-bar dove c'è un internal dehor fighissimo con le girl trendy ;)



Re: Ma che cattivoni...

Cheguevara ha scritto: Ma dai, @dyskolos , se continui così qualcuno ti accuserà di fomentare l'odio contro un partito che si è democraticamente conquistato il diritto di esistere e governare, anche se per farlo è stato costretto a insediare i propri rappresentanti nella vituperata Roma Ladrona e mutuarne le ladronesche consuetudini. Piantiamola, una buona volta, di dipingere questi patrioti (prima: prima i Padani, poi: prima gli Italiani. Ma che importa, l'importante è che si sia difensori di qualcuno che deve venire prima di qualcun altro) come beceri e ignoranti. Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato: Volemose bbene! (E mi si perdoni l'impronta terronica dell'esortazione.)
:lol: :lol: :D
Quelli non sono gente seria. Devono ringraziare Dio se la neuro non li ha ancora trovati :)

Te ne racconto una proprio divertente. Una volta ho conosciuto un tizio. Aveva una moglie giovanissima disabile, che aveva avuto un incidente e si era salvata per miracolo, ma le era rimasta una gamba paralizzata. E lui che faceva? Da grande uomo, stava tutto il tempo a prenderla per il culo invece di aiutarla, sghignazzando come un deficiente. Un idiota preciso! Credo di non aver mai incontrato una persona così idiota. Questo millantava di lavorare a Londra, dove possedeva una catena di agenzie turistiche, così diceva. Andava in aeroporto, si faceva una foto davanti al cartellone delle partenze proprio dove c'era scritto "volo Trapani - Londra" e se ne tornava a casa. Poi metteva su Facebook la foto e scriveva sotto "Amici, vado a Londra per tre giorni, c'è tanto lavoro. Ci vediamo giovedì". Un pomeriggio lo incontro in paese tutto imbacuccato, con occhiali scuri, cappello a tese larghe, sciarpa sul volto, cappotto tirato su per coprirsi, guanti di lana, ecc… Gli faccio: "Ma tu non dovresti essere a Londra?" Lui ha fatto finta di non capire, senza scoprirsi, di essere straniero ed è scappato via. Sono sicurissimo che era lui. Dopo cinque giorni lo incontro e mi fa: "Uffff, quanto lavoro a Londra, non ne posso più!".
Indovina di quale partito era e chi chiamava Capitano? :)
Il capitano lo definiva "il mio migliore amico" su FB. Un idiota!
Ma dico? Li cercano così apposta? :)  :)

Praticamente fingeva di partire per Londra, diceva alla moglie "cara, vado a Londra", tanto lei era disabile e autonomamente non poteva muoversi da casa, veniva nel mio paesello (a una trentina di chilometri da Trapani), prendeva una stanza in una pensione, si rinchiudeva dentro e poi, dopo alcuni giorni, tornava a Trapani dalla moglie e le raccontava che era stato a Londra. :)

Secondo me, agli adepti fanno un test di intelligenza. I più deficienti se li prendono, gli altri, mediamente intelligenti, li scartano.

Re: Ma che cattivoni...

lunasonne ha scritto: tutti molto amici tranne quelli del sud che non venivano invitati a feste, eventi, venivano presi in giro ed evitati. In Erasmus
Hai ragione da vendere.
L'unica volta che qualcuno mi ha puntato un arma da fuoco contro è stata… non nella mia Sicilia, ma a Morbegno (Sondrio, Lombardia, Italia, Europa) nel 1997. Giravo in centro con alcuni amici siciliani e ci eravamo imposti di non parlare per non rivelare l'accento meridionale, ma qualcuno per errore parlò. Allora ci si avvicinò un tizio vestito da cacciatore, con un fazzolettone verde nel taschino del panciotto, una bandana verde intorno alla testa, un bracciale verde con un disegno bianco sul polso. Ci puntò un fucile da caccia contro e gridò qualcosa nelle sua lingua. Capii solo la parola, ripetuta più volte, "terùn, terùn". Noi allora ci rifugiammo in un bar. Dentro, tutti stigmatizzarono l'accaduto, dicendo che quello era un pazzo squilibrato che si era dato alla Lega, e che da allora non sopportava i terroni.

Nel 2001 andai con alcuni amici siciliani a Venezia, città meravigliosa, ma quel giorno c'era giusto giusto la festa della Lega Nord. Noi non lo sapevamo. Vedendo la carta mala tagliata (come si dice in siciliano), di nuovo ci imponemmo di non parlare per non tradire l'accento siciliano. Dopo un giretto muto, entrammo in un ristorante. Mentre eravamo al tavolo, dentro, cominciammo a sentire un centinaio di ragazzi che urlavano "Libertà… Libertà… Libertà" nelle tipiche stradine veneziane, strette. C'era un rimbombo pazzesco e le urla facevano tremare i muri. Questi ragazzi entravano nei ristoranti e chiedevano al gestore se c'erano meridionali. Se c'erano, venivano presi di forza e sbattuti fuori con violenza. Tipo rastrellamenti nazifascisti, per capirci. Il gestore del nostro ristorante, che era pure siciliano (se non ricordo male), ci coprì: quando entrò il tipo con bandana verde e fazzoletto verde e camicia verde d'ordinanza, gridando "Libertà", e chiese: "Ci sono meridionali qui?", lui disse di no.

Poi mi dicono che non devo avercela con la Lega. Dopo che questo partito ha più volte inneggiato al genocidio dei meridionali.

Non ce l'ho con la gente del Nord, sia chiaro! Gente buona! Sono nato a Milano, ci ho passato parte dell'infanzia, vado spesso in Lombardia e lì ho amici, mia cognata (moglie di mio fratello) è di vicino a Monza, ho lavorato per anni in aziende milanesi (che poi bastava vedere i cognomi per capire che proprio milanesi non erano). Non racconto gli episodi di razzismo contro i meridionali a cui ho assistito.

Ma purtroppo la madre dei cretini è sempre incinta (e forse anche quella dei leghisti).





Re: Ma che cattivoni...

Scusa, non riesco a taggarti :(

@Brutus ha scritto:
"giusto per discutere, come si fa in piazza tra persone con idee diverse."

Apprezzo il tuo atteggiamento non arrogante :) Di solito lo è.
Non penso che tu sia razzista o altro :)
Discutere fa sempre bene. Poi tu sei un ottimo giallista :)



@Brutus ha scritto:
"sindrome da assediati"

Da parte mia non c'è nessuna sindrome.
Vediamo…
L'accademia siciliana ha fatto una cosa totalmente irrituale. Essa è costituita da linguisti che si limitano a studiare la lingua siciliana e quindi la cultura dell'Isola. Tutto il resto neanche lo considerano neppure di striscio. Ma tre giorni fa, per la prima volta da quando esiste, ha fatto un'eccezione. Ha rilevato un aumento consistente, negli ultimi tempi (da quando si parla di ponte), degli attacchi alla lingua siciliana. Così ha emesso una sorta di comunicato in cui invita le persone a segnalare articoli di giornali e post sui social che contengono notizie sbagliate o infondate sulla lingua. Ribadisco: per la prima volta nella sua storia. Se la sonnacchiosa accademia ha deciso di venir fuori, ci sarà un motivo grave, no? Molto probabilmente questa cosa non è arrivata in FVG; ma io, che sono sicilianissimo e nell'Isola ci vivo, dunque parlo per esperienza diretta e non per sentito dire, avverto l'intensità della forza di tali attacchi. Non è che, siccome non te ne accorgi, non esistono e quindi noi Siciliani abbiamo la "sindrome da assediati", eh. Io a quell'assedio non voglio arrivarci, quindi cerco almeno di prevenirlo. Faccio male? :)



@Brutus ha scritto:
"Vivo in una regione fortemente bilingue, se non trilingue ma non mi sento sotto attacco come dici tu"

Conosco la legge 482/99. Il FVG potrebbe anche essere considerato quadrilingue. :)
Io infatti propongo di importare il modello friulano o sardo in Sicilia. Il bilinguismo friulano e sardo è però ancora verticale. Troppo verticale, per i miei gusti. Io lo vorrei totalmente orizzontale, come in Galles, Catalogna, ecc… Sono per la segnaletica stradale bilingue (si fa anche in alcune aree d'Italia e all'estero, e senza problemi, lo so :) , si faceva anche a Palermo secoli fa) e per l'insegnamento a scuola del siciliano, ma in una forma particolare. Io propongo di eliminare l'anacronistica ora di religione e mettere al suo posto l'ora di siciliano facoltativa. Una sola ora la settimana, facoltativa, e peraltro non "rubata" all'italiano. Si è fatto tra il 2000 e il 2003, e l'iniziativa ha avuto un successone enorme, sia presso gli studenti, sia presso i docenti, sia presso i genitori. Poi è morto tutto a causa del sotto-finanziamento.
Voglio anche la ratifica da parte dell'Italia del trattato europeo del 5.11.1992. Ne beneficerebbe anche il FVG. Nell'Unione Europea solo Italia e Francia non l'hanno fatto.



@Brutus ha scritto:
"Il ponte io lo vedo come una grande opportunità di sviluppo"


Questa è la tesi classica che mettono in campo i sostenitori del ponte, ma io non riesco a capirla. Se vuoi, me la spieghi? Se fosse vero che un ponte porta sviluppo, allora perché non ci mettiamo a fare ponti dappertutto? Forse che la Sardegna non dobbiamo svilupparla? E Capri? Ischia? L'Elba? Le Tremiti? La Maddalena? Allora facciamo ponti ovunque, no? È così comodo, non devi nemmeno pensare. Così sviluppiamo tutto, no?

Pensa per un attimo a questa situazione.
Vogliono costruire un ponte sopra casa tua, ma ti dicono che il tuo parere non conta. Appena chiedi spiegazioni, ti dicono solo e sempre: "Eh, serve a sviluppare casa tua, quindi ti mettiamo un ponte sul terrazzino. Abbiamo deciso!". Non ti arrabbieresti? Oppure gli diresti: "Prego! Fate pure! Sono anni che pensavo di sviluppare casa mia"?


La mia idea di sviluppo è diversa. Io toglierei le accise sui carburanti che sovvenzionano ancora le guerre di Mussolini nel corno d'Africa. Toglierei quelle relative alla crisi di Suez del 1956 (crisi a cui l'Italia non ha partecipato, se non marginalmente) e le destinerei alla baraccopoli di Messina costruita dopo il terremoto sullo Stretto del 28 dicembre 1908. Se non lo sapessi, Messina è una città siciliana. (Dopo aver letto un utente del vecchio WD che non sapeva che fosse né dove fosse il Salento, mi sono convinto che è sempre meglio specificare ;) ).

Farei la banda larga! Da me non arriva e vado a 2 Mbps. Vado a spinta, direi. 2Mbps nel 2021; non è scandaloso? Epperò pago la stessa tariffa di quelli che hanno la banda larga. A ora di soldi, le compagnie telefoniche fanno orecchie da mercante. In FVG avete la banda larga? Bene, sappi che io pago quanto te, ma vado a 2.

E soprattutto (soprattutto! soprattutto!) sconfiggerei la mafia, la mafia, per Venere e Saturno!, vero freno allo sviluppo dell'Isola. Questa cosa mi fa inalberare (voglio essere gentile ;) ). Che c'entra il ponte con la lotta, seria e senza quartiere, alla mafia? Cioè, noi abbiamo un problema enorme, smisurato, abominevole, turpissimo, acerrimo, deplorevolissimo, ecc… eppure pensiamo al ponte e a giochicchiare con i Lego? Suvvia! Altro che tutto quello che dicevi! Il contrasto alla mafia viene prima di tutto!

Inoltre prenderei una parte dei soldi che si butterebbero dal ponte e li destinerei all'abbassamento dei biglietti aerei. Nel 2002-2005, Palermo-Londra costava 20 euro. Immagina quanti turisti verrebbero (che già vengono numerosi, e senza ponte), quanto sviluppo, e il ponte non c'entra niente. Ancora, utilizzerei i soldini destinati al ponte per ammodernare i traghetti, farli più veloci, abbattere il costo del servizio, rendere i nuovi traghetti adatti al trasporto dei treni ad alta velocità. Tanto sul ponte si pagherebbe comunque un pedaggio.

Ah, a proposito di alta velocità, sai quante ore o giorni ci vogliono per andare in treno (a gasolio e su binario unico, tranne che in alcune zone) da Trapani a Siracusa (Sarausa, in lingua originale)? Se si potesse fare in due ore, prima di buttare soldi dal ponte, sai quanti turisti ne beneficerebbero? Bello! Visiti la bellissima Trapani, poi passi ad ammirare la valle dei templi a Giurgenti, e poi vai subito a vedere gli stupendi siti UNESCO di Siracusa e della val di Noto. Già che ci sei, passi anche da Palermo, che ospita sette (dico sette) patrimoni dell'Umanità. E vai a Chiazza (Piazza Armerina [EN/Castruggiuvanni]) a visitare la villa del Casale, altro sito UNESCO patrimonio dell'umanità. E il ponte non c'entra nulla. Oltre a 15 monumenti siti UNESCO, abbiamo anche due patrimoni immateriali dell'Umanità. E anche in questo caso, il ponte non c'entra niente.

Il mio sviluppo comincia così.
Con i treni ad alta velocità, via la mafia, banda larga, turismo, aeroporti, porti (ci sono anche quelli). E il ponte non serve.



@Brutus ha scritto:
"alla fine esso stesso sarebbe un simbolo, un monumento che i turisti vorrebbero vedere."


I monumenti da vedere ci sono già. Ne ho elencato alcuni prima: aggiungo il monte San Giuliano a Nissa e il castello di Lombardia a Castruggiuvanni. La Sicilia che si libera della mafia avrebbe un valore iconico mondiale ben maggiore del ponte. Anche quando andiamo ai Caraibi ci dicono "Siciliani tutti mafiosi". Ok, ma il ponte lo dobbiamo fare, costi quel che costi! Va beeeene, ok, sarà fatto ;)


In un post precedente ti chiedevi "Perché mai un ponte dovrebbe cancellare la cultura millenaria di un popolo?"

Rispondo adesso, visto che ormai siamo in argomento.
Lo farebbe cancellandone la lingua. Essa è il primo elemento della cultura individuale e di un popolo. Se cancelli la lingua, lo uccidi. Qualche giorno fa in TV un politico ha detto "Dobbiamo fare questo ponte perché dobbiamo italianizzare la Sicilia". Ottimo! Gli risponderei: "Guardi che la Sicilia è già italianissimissima, anche troppo". Il "troppo" è legato alla lingua. Più esattamente alle attrazioni della lingua italiana, forte, sulla lingua siciliana, più debole. Oggi anche il siciliano sta subendo questa pressione, tanto che adesso in siciliano si comincia a dire "pipistrellu", "sedanu", "prezzemolu", "corridoiu", "coccodrillu", "cammellu", ecc, pur essendoci parole siciliane per tutti quei concetti. L'altro giorno ho sentito un poeta palermitano recitare una poesia siciliana e finirla con "l'alberu", e tutti gli battevano le mani. Alberu?! In siciliano?! Ma quando mai! Quella parola non rispetta nemmeno il tipico vocalismo siciliano. Ahahahahahah, ma è mai possibile che in siciliano non si possa dire "albero", parola comunissima? Dico io! È mai possibile? Eppure succede per attrazione dell'italiano; il quale ormai si sta mangiando il siciliano, togliendoci la nostra lingua, cioè la nostra cultura. Ho fatto solo un miliardesimo degli esempi che avrei potuto fare. La cultura siciliana è cultura italiana. Difenderla significa difendere la cultura italiana. Eppure nessuno lo fa, anzi ci sputano sopra. Ma se il friulano fosse sotto attacco, io scenderei in piazza a protestare con il cartello "Viva il Friuli, Viva il Friulano!" perché la cultura friulana è cultura italiana e io la difendo. La cultura sarda è cultura italiana. La cultura veneta è cultura italiana. La cultura romagnola… ecc…

Molti di questi attacchi alla Sicilia hanno come base il ponte.

È come se in friulano si dicesse: "Megliu risparmià per quand che sdeve morire".

Se i Friulani cominciassero a parlare così, per attrazione (spesso inconsapevole) dell'italiano, non penseresti che qualcosa non va? E se dicessero: "Noi lo facciamo perché domani faranno un ponte sul tuo terrazzino. Il Friuli fa schifo e chi se ne frega" tu non avresti nessuna reazione? Io mi inc… ehm… non lo posso dire, ma l'hai capito. ;)
Se vuoi approfondiamo in un altro post il discorso sui rapporti impari tra le lingue e su come si sviluppano. Il 4% delle lingue mondiali sta distruggendo il 96% delle lingue esistenti sul pianeta. A me questa cosa non piace.

Io ho due lingue madri: il siciliano e l'italiano. Il mio cervello va in pappa quando una delle due vuole rosicchiarsi l'altra.

In tutto il mondo gli isolani sono più attaccati alla propria terra di quanto non lo siano i continentali. Tu appartieni alla seconda categoria, quindi non hai (e non è colpa tua, ovviamente ;) ) questo sentimento. Chiedilo ai Giapponesi. :)

Ti prego di non confondere (almeno tu, persona intelligente e preparata) "siciliano (standard)", "italiano regionale siciliano" e "dialetti del siciliano".
Il primo è una lingua romanza (sono 79 in tutto, e lì c'è anche il friulano), il secondo è appunto italiano, il terzo… be', lo dice la parola. Sono tre oggetti linguistici completamente diversi. La gente parla dialetti del siciliano, non il siciliano standard. Attenzione! Non dialetti dell'italiano, ma dialetti del siciliano. Se vuoi approfondiamo anche questo discorso.

Il mio è un discorso sentimentale e culturale. Non di sola economia vive l'uomo. Io non ci sto ai soldi sul sentimento. Guarda che fanno i Siciliani senza ponte, nel video di sotto. Vogliamo uccidere tutto questo? La Sicilia è un'isola e tale vuole rimanere. Per chi sceglie di venire dallo Stretto, deve essere difficile l'accesso. Si deve mettere una cesura tra la Penisola e l'Isola. Deve essere chiaro che si va da un'altra parte. La traversata sul traghetto serve a metabolizzare il passaggio. Io voglio continuare a piangere quando parto da Messina e leggo "Vos et ipsam civitatem benedicimus", e il mio cuore vuole continuare a sorridere e battere forte quando parto dalla Calabria verso la mia amata Isola. I soldi non devono uccidere la poesia! Voglio fermarmi a guardare l'Etna che erutta lacrime di fuoco. Il Vulcano meraviglioso lo vedevano i naviganti nel Mediterraneo più di 3000 anni fa e rimanevano affascinati, ma anche un po' spaventati. Vedevano una terra uscire dal mare ed ergersi fiera verso il cielo, dietro a delfini che saltavano e si rincorrevano per le acque, dietro a stupende Fata Morgana. Vogliamo noi moderni annientare tutto con un freddo, freddissimo, gelido ponte? Mi vengono i brividi solo a pensarci.

Re: Ma che cattivoni...

Brutus ha scritto: sia chiaro, non lo dico in tono polemico né voglio offendere nessuno (adoro Sicilia e Sardegna).
Semplicemente non vi capisco quando partite con queste arringhe e vi date man forte l'un l'altro, mah!
Non ci sono i "cattivoni" del Nord, ovviamente. Io non lo penso affatto. Il problema non è quello.
Il problema è che la cultura siciliana sta subendo un attacco feroce e io la voglio difendere. Quel ponte è il simbolo di questo attacco insensato. Il primo elemento culturale è la lingua, su questo non c'è dubbio, e mi pare che tra i "non addetti ai lavori" non si rispetti la lingua, anzi si confondono tre concetti, che per gli studiosi di linguistica (tra cui io) vanno tenuti separati. Sono "siciliano", "dialetti del siciliano" e "italiano regionale siciliano": tre entità distinte e separate. Metterle assieme significa non rispettare la cultura millenaria a cui giustamente facevi riferimento. Non si può dire che si ama la cultura siciliana, però poi parlare male della lingua. È un ossimoro, per non dire altro.
Io sono per il bilinguismo orizzontale, per la segnaletica bilingue, per la ratifica da parte dell'Italia del trattato europeo del 5.11.1992. Quest'ultimo nell'Unione non è stato ratificato solo da Italia e Francia.
 
Ti faccio un esempio. Nel mio paesello c'è un cartello bilingue del tutto involontario (frutto di un enorme equivoco). L'altro giorno sulla pagina FB del mio paesello è intervenuta una signora piemontese, la quale ne ha chiesto a gran voce la rimozione "perché la Sicilia è in Italia, dunque si deve parlare solo l'italiano". Ho risposto che sì, siamo in Italia, ma siamo anche in Sicilia, dunque un cartello bilingue italiano e siciliano è perfetto.
È solo un esempio di attacco.
Il ponte sullo Stretto è il simbolo di questo attacco, in breve, e dunque non lo voglio. La Sicilia è e deve rimanere un'isola.

Re: Ma che cattivoni...

Cheguevara ha scritto: la maggior parte degli sfegatati leghisti è composta da immigrati, o figli di immigrati, o nipoti di immigrati provenienti da Terronia (basta osservare le caratteristiche somatiche del loro capo per rendersene conto)
E non solo. Basta vedere da dove viene la moglie del senatùr Bossi…

Pino Aprile è un mito. Devo leggere "Terroni" e poi mi piace pure il suo libro "Giù al Sud. Perché i terroni salveranno l'Italia".

Alberto Tosciri ha scritto: Li chiamarono briganti... Molti facevano parte del disperso esercito Borbonico, alcuni ne indossavano ancora i resti delle divise... Molto comodo chiamarli briganti...
Ottimo video! :)
Bella la storia di Ninco Nanco! Si dovrebbe studiare a scuola, ma niente… È sempre la solita vecchia storia: chi ha più soldi comanda.

Io, sempre parlando di Eugenio Bennato, metterei anche questo video.

Re: Ma che cattivoni...

Cheguevara ha scritto: La cosa peggiore è che i napoletani, anziché prenderlo a fischi e pernacchi, con contorno di caccavelle e putipù, lo hanno applaudito e pure votato, a riprova del fatto che non c'è limite sia alla dabbenaggine, che alla memoria corta.


Hai perfettamente ragione. Infatti io non capisco (in realtà capisco, ma faccio finta di non capire ;) ) come un meridionale possa votare per Salvini. In particolare, per me, rimane un mistero l'esistenza di miei conterranei siciliani che votano per lui, dopo il coro infame che dicevo prima e dopo che andava dicendo in TV (tra il 2005 e il 2010) che voleva vendersi la Sicilia agli Americani o ai Russi. Ora ci vuole fare il ponte! Ma come?! Prima ci voleva sbolognare a qualcuno (basta che respirava) e ora ci vuole unire? Questa cosa mi fa incavolare, a dir poco.
Altra cosa che mi fa incavolare è che lui diverse volte ha inneggiato al genocidio dei meridionali, quando incitava Etna e Vesuvio a eruttare. Cioè noi facciamo diventare ministri e senatori gli incitatori al genocidio. Non ti dà un leggerissimissimo fastidio che noi, con le tasse, paghiamo lo stipendio a uno che ci vorrebbe ammazzare tutti? Ma la memoria corta, come dici, fa miracoli!
Prima lui sfotteva quelli che dicevano "ce lo chiede l'Europa" e mo vuole il ponte e non conta più che lo chiede l'Europa (che tra l'altro parla di collegamento e non di ponte)! Ma va… ehm… per favore! Stavo per dire una cosa che finisce con "lo", ma mi trattengo a fatica. :lol:
Io dico una cosa: invece di buttare miliardi dal ponte, usate una piccola parte di quei soldoni per abbassare il costo dei biglietti aerei, tipo 30 euro per la tratta Berlino - Palermo, e ammodernate il servizio di traghettamento sullo Stretto, abbassando nel contempo il prezzo, così vedremo un vero sviluppo (turistico e non). Non un ponte inquinante: hanno inventato gli aerei nel frattempo! Tanto sul ponte, volenti o nolenti, si pagherà un pedaggio. Bene, fate pagare il traghetto leggermente meno del ponte, così vediamo come si orienta la gente.
La Sicilia è un'isola e lo deve rimanere. Chi viene dallo Stretto deve essere consapevole che sta andando altrove, e, se deve aspettare, aspetterà e intanto riflette. Non unisca l'Uomo ciò che Dio ha creato separato!
Cheguevara ha scritto:
malgrado sia stata dimostrata l'impossibilità tecnica della sua realizzazione
Per me la possono pure non dimostrare, e qualcuno lo fa e dimostra che tecnicamente è fattibile. Ok, si può fare, ma a me non interessa, perché non è detto che una cosa che si può fare uno la deve fare per forza. Per me, il ponte sarebbe il simbolo della mentalità coloniale di certuni. Anzi, della minorizzazione della cultura siciliana. Io ne faccio soprattutto una questione culturale e non solo economica. 
A proposito di mentalità coloniale, recentemente un ingegnere genovese leghista ha detto in TV più o meno: "L'alta velocità ferroviaria ai terroni sarebbe sconveniente economicamente perché loro, i terroni, non prendono il treno". E grazie, 'ncignè! Se per andare da Catania a Ragusa ci vogliono cinque ore e un quarto, faccio prima a piedi! Intanto anni fa quando lavoravo a Milano, la mia collega torinese faceva Milano - Torino (e viceversa) in 50 minuti, compresa la metropolitana. 

Shinobi ha scritto:
Bisognerebbe accettare che non esiste il 'popolo italiano' in quanto tale e non c'è un sentimento nazionale
Su questo ho qualche perplessità, @Shinobi. Per me l'Italia è un Paese multinazionale, cioè composto da diverse comunità nazionali che convivono pacificamente. L'appartenenza o meno a una comunità è regolata dalla lingua madre. Io sono bilingue italiano e siciliano, dunque appartengo a entrambe le comunità nazionali.
A volte faccio una metafora (non proprio perfettissima ma rende l'idea) in cui le comunità nazionali sono come associazioni culturali: uno può essere iscritto a più associazioni contemporaneamente. Io sono iscritto all'associazione culturale Italia e all'associazione Sicilia (avendo due lingue madri). Nella prima si parla italiano, nella seconda siciliano; ma siccome tutti i membri dell'associazione Sicilia sono anche iscritti all'associazione Italia, il risultato è che nell'associazione Sicilia c'è bilinguismo. Il mio amico milanese è anche iscritto all'associazione Italia, e lì lo incontro. Poi privatamente può essere membro dell'associazione Lombardia, fatti suoi, se è bilingue. Quando questo mio amico vuole venire nella sede dell'associazione Sicilia, sarà accolto a braccia aperte e non troverà alcun ostacolo linguistico, poiché tutti parlano l'italiano. Lo stesso quando io vado nell'associazione Lombardia (o almeno spero).

Re: Ma che cattivoni...

Alberto Tosciri ha scritto:  
Ma non lo faranno. Troppe spese. Non ci hanno mai fatto nemmeno le autostrade in Sardegna e abbiamo strade penose, perché non servono ai miliardari e milionari che vengono in vacanza in Sardegna, si spostano con i panfili o elicotteri e aerei privati, sono stanchi di vedere  autostrade a casa loro e quando vengono in  Sardegna  amano una natura ancora selvaggia  dai bordi delle piscine delle loro ville; bisogna capirli, devono rilassarsi.
Poveretti 'sti miliardari! Ma si sa: in questo mondo comanda chi ha più soldi! La mancanza di autostrade in Sardegna mi ha sempre fatto impazzire. Ma come!? Con le accise sui carburanti paghiamo persino le guerre di Mussolini nel corno d'Africa e la crisi di Suez del 1956, e alla Sardegna arriva ZERO! Per la baraccopoli di Messina lo stesso: ZERO. Sarà anche nuovo, ma a me non pare. Tutt'al più, è vecchio travestito da nuovo, cioè il comunista Salvini travestito da nuovo, il quale, a ulteriore sfregio per la Sardegna, si è portato alcuni sardi in parlamento dopo che per decenni ha incitato l'Etna e il Vesuvio a eruttare e far fuori i meridionali. Dopo il coro del 2009 a Pontida (BG) che faceva: "Senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i Napoletani. Son colerosi, terremotati, loro col sapone non si sono mai lavati. Napoli merda, Napoli colera, sei la vergogna dell'Italia intera!". Noi a quelli così li facciamo diventare ministri :) 
Tutto vecchio come il cucco.
NO al ponte!


P.S.: forse a novembre ci sarà la partita di calcio amichevole Sicilia - Sardegna. La nazionale siciliana è stata fondata il 22 aprile scorso e sarà la prima partita. I fratelli Sardi sono stati gli unici a fare gli auguri alla neonata nazionale siciliana. Ovviamente la Padania, che manco è una nazione (a differenza di Sicilia e Sardegna) ma ha la squadra nazionale, non ha detto nemmeno "bi"…

Re: Ma che cattivoni...

Il nuovo non sempre ha ragione. Io lo considero buono finché non distrugge la cultura preesistente, nel qual caso è giusto opporsi. Hanno fatto bene i Romani nel video. Infatti la ragione principale per cui sono contrarissimo al ponte sullo Stretto di Messina è di tipo culturale. Quelle economiche e politiche sono troppo facilmente contrastabili e non ci perdo tempo. L'altro giorno un politico in TV ha detto, più o meno: "Dobbiamo italianizzare la Sicilia, ecco perché vogliamo il ponte". Min… ca… ehm… non so come addolcire il concetto: l'eufemismo "cavolata" mi sembra troppo debole. Ma so che alla fine ci metterei "assoluta". Eh, no, eh! Il nuovo che avanza così va fermato!


P.S.: a quando un ponte verso la Sardegna? Dicono che con il ponte si crea sviluppo. Muah muah muah :D La Sardegna non la dobbiamo sviluppare pure? E allora facciamo un bel ponte fra Trapani e Cagliari, no? :lol:

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