dyskolos ha scritto: Per me la parte più difficile è la descrizione degli ambienti.
A me le descrizioni vengono più facili rispetto ai dialoghi. Sarà forse perché tendo a concentrarmi più sull'introspezione che sul parlato.
Poldo ha scritto: Personalmente, da lettore, trovarmi di fronte un buon dial
Assolutamente d'accordo.
Poldo ha scritto: Uno del difetti più frequenti che ho notato è quello che chiamerei "il dialogo acustico", ovvero quel dialogo fatto solo di parole, senza dare risalto alla parte visiva. I gesti, le espressioni e tutto ciò che è comunicazione non verbale hanno a mio avviso un ruolo altrettanto fondamentale delle parole, e anzi colorano le parole di significati diversi.
Altro problema che ho riscontrato spesso è quello dell'individuazione del parlante. Le formule classiche: << ... >> disse Tizio ... Caio rispose:<< ...>> per un po' vanno bene, ma se il dialogo si prolunga rischiano di diventare ridondanti e ripetitive. Alcuni omettono del tutto tale specificazione fidandosi dell'alternanza botta e risposta; anche qui può funzionare per brevi scambi, ma se il dialogo continua, al decimo passaggio mi sono già perso.
Idem come sopra
Poldo ha scritto: Prima di porci il problema da scrittori, quali sono i dialoghi convincenti che abbiamo letto?
Così, su due piedi, mi viene in mente un dialogo non di un libro, ma di un film, Gli spietati.
Little Bill: Non me lo merito... di morire in questo modo... stavo costruendo una casa...
William Munny: I meriti non c'entrano in questa storia...
Little Bill: Ci vediamo all'inferno, William Munny.
William Munny: Già.