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[CN23] La tombola e le magnolie

Traccia 4: lo scampanellio
Genere sentimentale

L'uomo aggiunge del pellet alla stufa, poi ci si piazza avanti, di spalle, con le mani dietro la schiena per assaporarne il calore. Davanti a sé la tavola è pronta, controlla con lo sguardo le posate che si sdraiano allineate sui tovaglioli ricamati.
Si avvicina alla finestra, guarda la neve che continua a cadere, il viale di casa ricoperto su cui rimbalza l'intermittenza delle lucine. Una volta ha letto da qualche parte che, in realtà, Gesù è nato in primavera.
Se il Natale fosse ad aprile ci avrebbero pensato le magnolie ad addobbare il giardino, a colorare il viale; e forse anche babbo Natale sarebbe stato diverso. E avrebbero giocato a rubamazzetto con le carte napoletane, invece che fare tombolate aspettando terni e quaterne.

Le cose, riflette, in primavera si vanno a cercare, a prendere, anche con veemenza se necessario, non si aspettano seduti.
Non funzionerebbe la tombola in primavera.

Non che odiasse la tombola, l'uomo.
Pensa al Natale degli australiani, in pantaloncino e ciabatte. Non c'è neve in Australia, né è convinto, in nessun periodo dell'anno.
Non che odiasse la neve, l'uomo.
È che, a volte, più spesso ultimamente, si chiede come sarebbero le cose se si fosse modificato qualcosa.
Si gira di nuovo alla tavola, centra meglio la brocca dell'acqua e si chiede se le candele non siano un eccesso.
Gli eccessi, quelli sì, l'uomo li odia. Non tutti però, crede che ci siano due tipi di eccessi, quelli dei fanatici e quelli degli insicuri.

Entra in cucina, apre il rubinetto e tira fuori la pentola grande dalla credenza. La sciacqua per bene, gli fa un paio di passate con la spugnetta e la lascia capovolta sullo scolapiatti.
Prende dal frigo le vongole e i calamari per la frittura e lascia le buste nel lavello. Sa di saper preparare uno spaghetto discreto, è migliorato negli anni, questione di pratica, il più delle volte è lui a cucinare. Ma quello di sua moglie non si batte. E poi, una cosa a cui ha sempre tenuto è che ognuno dovesse fare la sua parte durante la cena di Natale, chi più, chi meno, senza sconfinare. E con il tempo la divisione dei compiti è diventata una specie di tradizione.
Cucinare stasera, pensa, è compito della moglie. A lui toccano la spesa di pesce e l'allestimento della tavola, al figlio il vino e i dolci. Non che sia un amante delle tradizioni, l'uomo. Non di tutte almeno. Guarda di nuovo l'orologio e torna in sala pranzo. La stufa ronza dolcemente diffondendo un calore confortevole. Passa in rassegna i libri sugli scaffali e ne prende uno a caso. Lo sfoglia senza attenzione poi fissa la copertina e cerca di ricordare dove lo comprò. Aveva l'abitudine, da ragazzo, di segnare nella prima pagina la data e il posto in cui comprava i libri. Aveva, poi, smesso di farlo nel momento in cui comprare libri era diventata più un’abitudine che un’esigenza.

Con il libro in mano si avvicina alla porta di ingresso, prende la cornetta del citofono sulla destra e dice «pronto» per tre volte. Gli era sembrato di sentire uno scampanellio strano, un guasto del campanello, aveva pensato.
Scuote il capo, ha ancora il libro tra le mani. Guarda la terza di copertina, legge le note sull'autore. All'interno del libro trova una foto, un Natale di qualche anno prima. Quando i rullini si pagavano, ricorda, le foto preferiva scattarle prima della cena, quando le facce erano ancora fresche.
Nella foto il figlio sorride, ha ancora il cappotto, doveva essere arrivato da poco. La moglie indossa la collana lunga, Chanel dorata con perle, come ogni Natale.
E mentre guarda la foto, la sente, mentre rimbalza sul petto della moglie scampanellando a ogni passo. Si blocca per un attimo, una volata di pensieri gli sorvola la testa.
Va nel salone, la differenza di temperatura con la sala da pranzo è netta e un brivido gli si arrampica lungo la schiena con mille zampette. Accende le luci e si avvicina alla scala che porta alla zona notte.
«Lucia», chiama, una sola volta, senza salire.
Scuote la testa, come per riprendersi da una strana suggestione. Sua moglie è in ritardo, ma non vuole metterle fretta.

Torna in cucina, poggia il libro sul microonde, prende i pomodorini dal frigo e li comincia a tagliare. Non è tra i suoi compiti, in effetti, ma sono le 20 quasi e non è il caso di essere troppo rigidi. Sarebbe un eccesso. Di quelli da fanatico.
Prende una padella e gli versa dell'olio. È un extravergine pugliese che prende ogni anno da un fornitore di fiducia, gli restano un altro paio di litri. Aggiunge uno spicchio d'aglio e lo lascia rosolare a fuoco lento. Il profumo comincia a filtrare nella sala da pranzo e nel salone. Rimuove l'aglio e versa le vongole.
Quando sua moglie sarà pronta, dovrà solo calare la pasta ma si prenderà tutti i meriti della cena. All' uomo andrà bene, anzi sorride al pensiero. Farà meno, pensa l'uomo, quando si dovrà sparecchiare e lavare le stoviglie.
Abbassa il fuoco e mette un coperchio. È certo, questa volta, di aver sentito uno scampanellio.

Pensa a suo figlio, al suo cappotto con le tasche piene di chiavi.
Va in sala da pranzo e apre la porta, percorre il viale fino al cancello verso la strada schiacciata da un deserto di neve. Non passano molte auto nella sua zona, già di norma.
Con lo sguardo percorre la strada che, a ogni metro, diventa più buia. Nella testa è come se gli saltellassero scampanellii provenienti da tutte le direzioni.  Lontani.
L'uomo ha la tentazione di andare, addentrarsi. Poi si volta, guarda verso casa.
Ha le labbra secche e il naso infreddolito, la neve soffoca i passi in un sottilissimo tonfo.

Entra in casa, si siede sul divano davanti la stufa che continua a ronzare con una fiamma stanca. Non aggiunge altro pellet.
Resta fermo, mentre l'odore di bruciato copre quello delle vongole e dell'olio pugliese.
Se Gesù fosse nato ad aprile, se Natale fosse in primavera.
Pensa, l'uomo.
Forse avrebbe avuto il coraggio di andare, cercare altri scampanellii o trovare il modo di fare risuonare i suoi.
Invece.
Gesù è nato a dicembre, Natale è in inverno.
E allora resta lì. Mentre l'odore di bruciato copre quello delle vongole e dell'olio pugliese.
E le candele sulla tavola si consumano inutilmente.
Ad aspettare.
Come si aspettano o terni e le quaterne, gli scampanelli.
E i miracoli.
Nella notte di Natale. E in tutte le altre.

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