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Re: [MI 173] Il peccato di frate Jordano

Alberto Tosciri ha scritto:
Sentì bussare alla porta della sua camera; un tocco leggero, timido, che riconobbe con un tuffo al cuore, misto di ansia e di gioia. Andò ad aprire.
Il convento di santa Jela, un ammasso di mura scalcinate, sorgeva all’estrema periferia della città, circondato da prati rinsecchiti, rifiuti di
Ti consiglio tre puntini di sospensione dopo "aprire", per far capire anche  il cambio scena.
Alberto Tosciri ha scritto: Noi non siamo sacerdoti e non possiamo confessare confessarci.
Possono confessarsi, quello che non possono fare è confessare gli altri.
Alberto Tosciri ha scritto: ― Questa è la volta buona padre ― disse vedendo il prete.
Prima del vocativo, ci va la virgola.
Alberto Tosciri ha scritto: ― Perché non era giusto padre.
Idem
Alberto Tosciri ha scritto:
Merito l’inferno padre!
Idem
Alberto Tosciri ha scritto: ― Dio non vi ha mai condannato padre
Idem
(per farteli trovare meglio, te li ho elencati tutti)

Caro @Alberto Tosciri   :)

hai scritto un racconto profondo, su quanto possano essere diverse le "pesature" dei peccati fatte in proprio, tra un individuo e l'altro.
Di come uno può valutare un suo peccato, oggettivamente veniale, un'inezia, in modo sproporzionato, e un altro, viceversa,
ignorare il suo gravissimo peccato.
Ma la coscienza, che tutti abbiamo, non ci fa sconti. A volte dorme, ma prima o poi ci fa sbattere la faccia sull'evidenza dei fatti.

Bravo come sempre, Alberto!

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