La ricerca ha trovato 11 risultati

Torna a “Terza persona onnisciente e limitata”

Re: Terza persona onnisciente e limitata

Cheguevara ha scritto: Ora, che ho tutte le risposte, di domande me n'è rimasta una, ma punto a conoscerne l'esito il più tardi possibile.


Caro @Cheguevara, poffarbacco e per dirindindina, suvvia, alla faccia del bicarbonato di sodio! 
Mi hai fatto tribolare per andare a vedere quanti anni hai. 
Potrei consigliare un trapiantino, una pudica bandanina, qualche punturina, una tintina nera e pilloline blu a gogò?
Non credo, non ti ci vedo.
Ogni stagione ha i suoi frutti, basta masticare con calma e vedere sempre il lato migliore. 
Sei ancora in tempo per la rivoluzione.
Un abbraccio!

Re: Terza persona onnisciente e limitata

Cheguevara ha scritto: Sarà perché, avendo cominciato a scrivere in tarda età, le aree di miglioramento sono troppo ridotte.
Sarà un'impressione, ma sembra che tu ti crogioli nella tua vecchiaia. Conosco giovani vecchi e vecchi giovani. Mio padre, alla bella età di cent'anni, era molto più gagliardo (di testa, ma forse non solo) dei tanti adolescenti strafatti che all'alba si aggirano come zombi dopo una nottata in una discoteca di Riccione. Mi piacerebbe conoscere l'età media di chi partecipa al forum. Anche @dyskolos , che pensavo fosse un ragazzetto imberbe, comincia ad avere una certa età...

Re: Terza persona onnisciente e limitata

Silverwillow ha scritto: Tutto ciò per dire che capisco benissimo chi scrive e mette in giro i suoi libri subito, ma anche che possedere un po' di pazienza, riflettere su ogni singolo capitolo, passaggio, punto di vista, ecc. non è mai un esercizio inutile, anzi, è tanto di guadagnato
Se rileggi un tuo vecchio lavoro, ti accorgi che, col senno di poi, cambieresti tutto. Perché? Il libro è sempre quello, anche se lo hai corretto, magari con l'aiuto di un bravo editor (chissà se si accorgerà del complimento...)
Siamo noi a invecchiare, a cambiare e a imparare leggendo o studiando.
Con "Fermo e Lucia", Manzoni docet.

Re: Terza persona onnisciente e limitata

Rileggendo, mi sono accorto che scrivere in parte in terza persona onnisciente, anche se da un solo punto di vista, e in parte in terza persona limitata, anche se per un solo capitolo e da un altro punto di vista, può sconcertare il lettore. Così, obtorto collo, ho preso una decisione drastica: riscrivere tutto in terza persona limitata. Sono dieci capitoli, e sembra un esercizio estenuante di scrittura creativa. Terrò entrambe le versioni, e poi deciderò. Per il momento, sembra che in terza persona limitata tutto scorra meglio.

Re: Terza persona onnisciente e limitata

Cheguevara ha scritto: @Fraudolente Il mio consiglio, per quello che può valere, è di cestinare i manuali e dare ascolto a ciò che scaturisce dal cervello e dal cuore. Quanto alle norme di scrittura, contano grammatica, sintassi e consecutio temporum. Tutto il resto è noia.
La pensavo, e in parte la penso, come te. Ma mi piace imparare e capire, e il sapere e la cultura non sono mai abbastanza...

Marcello    ha scritto: Marcello 
 
:asd:  :asd: :asd:
:evvai: :evvai: :evvai:

Re: Terza persona onnisciente e limitata

Silverwillow ha scritto:
Il narratore onnisciente ha dei poteri potenzialmente illimitati, quindi può rivelare cose che i personaggi non sanno oppure calarsi di tanto in tanto nel punto di vista di uno di loro, e riportare il suo modo di vedere gli avvenimenti. 
Nel mio caso, cioè il caso del prete sbronzo, non è il punto di vista a cambiare, ma l'impostazione del punto di vista.
Se il parroco è ubriaco, vede il mondo dal punto di vista di un ubriaco, quindi siamo in terza persona limitata. Se fossimo in terza onnisciente, si potrebbero notare/evidenziare situazioni che il presbitero mai avrebbe notato/evidenziato da sbronzo. Il punto di vista è sempre quello del sacerdote, cioè la telecamera è saldamente sulla sua spalla, ma può cambiare il modo di girare la scena. 
In un film, se facessimo una panoramica (magari dall'alto) prima di calarci in ciò che vede il prete saremmo in terza onnisciente. Se girassimo la scena come vissuta con i sensi del sacerdote ebbro (senza la panoramica, ma offuscata, con i rumori distorti, sensi sopiti ecc.), saremmo in terza limitata.
Almeno cosi dovrebbe essere.
Sempre nel mio caso, passo da terza onnisciente a terza limitata, e senza mai calarmi nel punto di vista di altri personaggi. 

Prima di studiare questi benedetti (non dal prete suddetto) manuali di scrittura tutto era più semplice. Adesso è un disastro. Non riesco più a leggere un libro o a guardare un film senza evitare di interpretare i metodi che gli scrittori o  i registi hanno utilizzato. Anche se posso testimoniare che i buoni libri (che non sono necessariamente i più venduti) rispettano (quasi sempre) le norme di (buona) scrittura. 
Un certo A. Manzoni, scrittorucolo e poetastro d'altri tempi, se ne fotteva (chiedo venia per il francesismo) allegramente dei manuali di scrittura d'oltre Atlantico. A lui bastava un pediluvio in Arno.

Re: Terza persona onnisciente e limitata

Da pagina 106 di "Scrivere un romanzo", di Donna Levin, Dino Audino editore, 2013.

Terza persona onnisciente e terza persona limitata.

Scrivere in terza persona dà la possibilità non solo di scegliere un punto di vista singolo o multiplo, ma anche onnisciente o limitato. Ecc. ecc.

Il punto di vista limitato
Nel punto di vista limitato la macchina fotografica è solo nella testa di un personaggio. Ovvero, si può raccontare solo ciò che il personaggio conosce, proprio come il punto di vista in prima persona. Ecc. ecc.

Il punto di vista onnisciente
Nel punto di vista onnisciente la macchina è per la maggior parte del tempo nella testa di uno dei personaggi, ma può anche uscirne per dare una panoramica più ampia e rivelare informazioni che il personaggio non conosce. Ecc. Ecc.
Ancora una volta, potete capire come avete tutto da guadagnare e nulla da perdere nello scrivere con un punto di vista onnisciente piuttosto che limitato.

Il punto di vista limitato, nel mio caso, esprime quello che passa per la testa del prete ubriaco. Se fosse onnisciente, potrei indugiare su particolari o dettagli che la sbronza non consentirebbe di evidenziare.

Esempio da pagina 108 del libro succitato.

Jane si mise le sue sopracciglia finte da due pollici. Non aveva idea di quanto sembrasse ridicola.
Jane non sa quanto sembri ridicola, quindi è un punto di vista onnisciente. Se avessimo scelto un punto di vista limitato, avremmo scritto:
Jane si mise le sue sopracciglia finte da due pollici. "Mamma dice che sono ridicola... ma è solo gelosa".

@Marcello , questo è il mio problema: il prete sbronzo è in terza persona limitata, cioè con punto di vista limitato, quando il resto del libro è in terza persona onnisciente, cioè con il punto di vista onnisciente, ma con la telecamera sempre sulle spalle di un personaggio. 

Terza persona onnisciente e limitata

Vorrei scrivere in terza persona onnisciente, ma alcuni personaggi mi distolgono dal proposito, costringendomi in terza persona limitata.

Un presbitero di montagna, buono, casto e pio, cede molto di frequente a uno dei sette vizi capitali: è un goloso, che ama la buona cucina e il vinello speziato del medioevo. Mentre è ospite per pranzo a casa del fabbro, gli viene ripetutamente offerta una brocca di vino "degno della cantina del conte". Il fabbro mesce e il prete beve. Siamo nel punto di vista del fabbro, terza persona onnisciente, e il capitolo finisce.

Nel capitolo successivo, passiamo nel punto di vista del presbitero ubriaco. Adoro le contraddizioni del personaggio, il buon peccatore, e dalla penna - o dalla tastiera del computer - spontaneamente mi ritrovo a fargli osservare e vivere una scena, con la mente offuscata dall'alcool, con un punto di vista in terza persona limitata. Il prete è importante per la trama, e la scena condizionerà l'evoluzione del romanzo e la vita del protagonista.

Che ne penserà l'editor del cambiamento di impostazione del punto di vista? Disturberà i lettori, e forse anche l'editore?

Torna a “Terza persona onnisciente e limitata”