Commento
Non ricordo
chi sono
cosa ho perso
di me
perchè ho perso
lungo la strada.
Non riconosco
il volto nello specchio
sconosciuto
il riflesso dell'anima.
Quella luce negli occhi
non è la mia.
Non sono io
che piango
che affanno
che penso.
Cosa sono adesso?
Sbriciolata.
La mente troppo pensa
troppi frantumi
troppo sparsi,
non sa più pensare
non sa più valutare
l'improbabile.
Re: Perdersi
2Ciao carissima @Talia
Questa poesia è un’intensa riflessione sull’identità, la perdita di sé e la frammentazione interiore.
Esprime un profondo senso di smarrimento, come se l’io lirico si fosse dissolto lungo il cammino della vita, lasciando solo frammenti sparsi e irriconoscibili.
L’immagine del volto nello specchio, estraneo, e della luce negli occhi che non appartiene più al poeta, evocano una disconnessione tra il sé passato e il presente, quasi un lutto per ciò che si era.
La ripetizione di “non sono io” e l’uso di verbi come “piango”, “affanno”, “penso” sottolineano un distacco emotivo, come se anche le azioni più intime fossero vissute da un estraneo.
Il linguaggio è semplice ma carico di emozione, con un ritmo che si spezza, rispecchiando la mente “sbriciolata” e i pensieri “troppo sparsi”.
La chiusa, con quel “non sa più valutare l’improbabile”, sembra suggerire un’incapacità di afferrare non solo la realtà, ma anche le possibilità, i sogni, ciò che potrebbe essere.
È una poesia che colpisce per la sua vulnerabilità e per la capacità di tradurre in parole il dolore di chi si sente perso, senza più punti di riferimento.
Non posso che complimentarmi
Questa poesia è un’intensa riflessione sull’identità, la perdita di sé e la frammentazione interiore.
Esprime un profondo senso di smarrimento, come se l’io lirico si fosse dissolto lungo il cammino della vita, lasciando solo frammenti sparsi e irriconoscibili.
L’immagine del volto nello specchio, estraneo, e della luce negli occhi che non appartiene più al poeta, evocano una disconnessione tra il sé passato e il presente, quasi un lutto per ciò che si era.
La ripetizione di “non sono io” e l’uso di verbi come “piango”, “affanno”, “penso” sottolineano un distacco emotivo, come se anche le azioni più intime fossero vissute da un estraneo.
Il linguaggio è semplice ma carico di emozione, con un ritmo che si spezza, rispecchiando la mente “sbriciolata” e i pensieri “troppo sparsi”.
La chiusa, con quel “non sa più valutare l’improbabile”, sembra suggerire un’incapacità di afferrare non solo la realtà, ma anche le possibilità, i sogni, ciò che potrebbe essere.
È una poesia che colpisce per la sua vulnerabilità e per la capacità di tradurre in parole il dolore di chi si sente perso, senza più punti di riferimento.
Non posso che complimentarmi


Re: Perdersi
3Grazie @Nightafter per il commento attento e per essere riuscito a cogliere il senso della poesia. Ci tengo molto ed è stato un piacere leggere le tue parole.
Talia
Talia