Re: [Casa Editrice] Miraggi Edizioni

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Ciao a tutti, vorrei condividere la mia esperienza personale con la casa editrice Miraggi.

Purtroppo, non è stata positiva e, col senno di poi, avrei preferito prendere una strada diversa per la pubblicazione del mio libro.

La casa editrice non chiede contributi economici agli autori, ma non prevede neppure un anticipo sulle royalties. La comunicazione iniziale è stata molto attenta e presente, ma dopo la firma del contratto ho avuto l’impressione che l’interesse nei miei confronti fosse diminuito drasticamente.

Non c’era chiarezza sulle tempistiche di pubblicazione, e il lavoro di editing, che mi era stato descritto come approfondito, alla fine si è rivelato una semplice correzione di bozze, peraltro con alcune imprecisioni, al punto che ho dovuto occuparmene personalmente.

Per quanto riguarda la promozione, non ho ricevuto particolare supporto. Avevo parlato con una persona che mi aveva detto di occuparsi della rassegna stampa, ma non ho avuto riscontri concreti.

Dal punto di vista economico, non ho ricevuto pagamenti relativi alle vendite del mio libro. Quando ho chiesto chiarimenti sulla rendicontazione, la risposta ufficiale è stata che le copie vendute fossero pari a zero nell’arco di diversi anni. Questo mi è sembrato strano, considerando il riscontro che ho avuto sui social, ma non ho elementi legali per provare il contrario.

Un altro aspetto che mi ha lasciato perplessa è stato il contratto, che prevedeva clausole che non avevo mai visto prima, come quella relativa alla “franchigia”.

Nel tempo ho avuto modo di confrontarmi con altri autori che hanno pubblicato con la stessa casa editrice e ho ascoltato testimonianze simili alla mia. Naturalmente, ogni esperienza è soggettiva, ma la mia personale conclusione è che avrei preferito attendere altre opportunità, piuttosto che affrontare una pubblicazione che mi ha lasciato insoddisfatta e con un notevole carico di stress.

Re: [Casa Editrice] Miraggi Edizioni

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francescaocchiscuri wrote: Fri Jan 31, 2025 6:35 pm

La casa editrice non chiede contributi economici agli autori, ma non prevede neppure un anticipo sulle royalties. La comunicazione iniziale è stata molto attenta e presente, ma dopo la firma del contratto ho avuto l’impressione che l’interesse nei miei confronti fosse diminuito drasticamente.

Non c’era chiarezza sulle tempistiche di pubblicazione, e il lavoro di editing, che mi era stato descritto come approfondito, alla fine si è rivelato una semplice correzione di bozze, peraltro con alcune imprecisioni, al punto che ho dovuto occuparmene personalmente.

Per quanto riguarda la promozione, non ho ricevuto particolare supporto. Avevo parlato con una persona che mi aveva detto di occuparsi della rassegna stampa, ma non ho avuto riscontri concreti.
Posso dirti che la strategia è la solita: aumentare il "portafoglio autori" senza una fare una vera selezione. Una volta acquisita la tua firma, grazie e arrivederci!

L'editing è un'arte raffinata e costosa, sia in termini economici sia temporali: di micro CE in grado di ingaggiare un buon editor finora ne ho incontrata solo una.

Idem per la promozione: avere un valido ufficio stampa formato da veri professionisti costa un occhio se non entrambi. L'unica promo che conta davvero è quella su mainstream e anche qui ci vogliono tanti soldini. 

Insomma, dopo le EAP, appena un gradino sotto sulla scala della feccia ci sono le CE free incapaci di fare editoria. :asd:

Re: [Casa Editrice] Miraggi Edizioni

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Che non diano anticipo sui diritti d'autore non sorprende, lo fanno solo le grandi casi editrici. Sorprende invece la vendita pari a zero e su quello ritengo sia possibile controllare. Credo infatti che scrivendo all'assistenza clienti di una piattaforma online si possa interrogarli sul numero di copie da loro vendute di un dato libro. Al limite ordini tu personalmente qualche copia su Amazon e simili e se anche l'anno dopo ti dichiarano zero copie vendute...

Re: [Casa Editrice] Miraggi Edizioni

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Sul “zero copie vendute” lo escludo.
Ho conosciuto persone che l’hanno comprato menzionandomi nei tag sui social…quindi vai a capire. 

Re: [Casa Editrice] Miraggi Edizioni

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@francescaocchiscuri  Non è difficile da capire, il meccanismo è sempre il solito, ormai ben oliato e collaudato: in considerazione della modestia delle cifre, si dà per scontato che l'autore non ricorra alle vie legali per riscuotere quanto gli è dovuto e lasci perdere; dovrebbe pagare più di quanto poi recupererebbe. Mettendo insieme, però, tante di queste piccole cifre, da parte dell'editore si accumula un bel gruzzolo. Siamo in Italia, dove da sempre viene esaltata come una virtù l'arte di arrangiarsi, che poi non consiste in altro che nel metterlo in quel posto al prossimo.

Re: [Casa Editrice] Miraggi Edizioni

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Gianmarco Perboni wrote: Sun Feb 02, 2025 3:43 pm @francescaocchiscuri  Non è difficile da capire, il meccanismo è sempre il solito, ormai ben oliato e collaudato: in considerazione della modestia delle cifre, si dà per scontato che l'autore non ricorra alle vie legali per riscuotere quanto gli è dovuto e lasci perdere; dovrebbe pagare più di quanto poi recupererebbe. Mettendo insieme, però, tante di queste piccole cifre, da parte dell'editore si accumula un bel gruzzolo. Siamo in Italia, dove da sempre viene esaltata come una virtù l'arte di arrangiarsi, che poi non consiste in altro che nel metterlo in quel posto al prossimo.
In primis la colpa è soprattutto di chi alimenta il business ovvero chi non bada a nulla pur di vedere il proprio nome su una copertina. Se la gente fosse più accorta nelle tutta questa feccia di microeditoria sparirebbe da sola.

Re: [Casa Editrice] Miraggi Edizioni

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Ciao a tutti, scrivo un secondo post per spiegarvi meglio la mia esperienza con Miraggi Edizioni, perché nel primo avevo toccato i punti essenziali ma senza entrare davvero nel merito delle dinamiche che hanno reso questa pubblicazione una delle esperienze più frustranti della mia vita professionale. Lo faccio in forma anonima non per timore, ma per evitare che la discussione si sposti sul personale anziché sulla sostanza, che è ciò che conta per chi sta valutando se firmare con questa casa editrice. Quand’ero agli inizi ero molto giovane e totalmente inesperta, e come spesso accade agli esordienti, ero talmente concentrata sull’idea di “avere un libro pubblicato” da non avere gli strumenti per leggere criticamente un contratto che presentava clausole molto sbilanciate e che oggi non firmerei mai più. Quel contratto prevedeva la cessione totale della proprietà dell’opera per tutta la durata dei diritti, quindi non una semplice licenza limitata nel tempo, ma la consegna definitiva all’editore di tutto ciò che riguarda la vita economica e creativa del libro, comprese modifiche, traduzioni, diritti cinematografici e qualsiasi ulteriore forma di sfruttamento. È una cessione che priva l’autore di qualsiasi controllo, e se all’epoca l’ho accettata è solo perché non avevo mai visto nulla di simile e non immaginavo che un editore potesse pretendere un potere così assoluto sul lavoro di un esordiente.
Anche la questione della tiratura era presentata in modo ambiguo. La prima tiratura risultava indicata come “mille copie”, ma immediatamente dopo veniva specificato che si trattava di una cifra variabile e distribuita in “vari step di stampa”, cosa che nella pratica significa che non sai quante copie siano state davvero prodotte, né quando, né in quante ristampe. Senza rendiconti puntuali non hai alcun sistema per verificare, e in effetti negli anni successivi non ho ricevuto alcuna informazione chiara su quante copie fossero state stampate né su quante fossero state distribuite. Uno degli aspetti che mi ha delusa più profondamente è stato l’editing, o per meglio dire, l’assenza di editing. Quando si parla di editing in ambito editoriale non si intende una semplice correzione ortografica, ma un processo che accompagna l’autore nella revisione dell’opera: si lavora sulla struttura del testo, si discutono le scene che funzionano e quelle che non funzionano, si rivedono passaggi poco chiari, si propongono riscritture, si affina la voce. Nessun libro, soprattutto un esordio, è mai pronto dopo la prima stesura e l’editor è la figura che trasforma una buona intuizione narrativa in un’opera solida. A me era stato garantito un lavoro di questo tipo, ma ciò che ho ricevuto è stata una pura correzione di bozze fatta anche con errori, tanto che ho dovuto chiedere due ulteriori passaggi perché nel testo continuavano a esserci refusi evidenti. Nessuna revisione narrativa, nessun confronto, nessuna cura editoriale. Il libro è stato trattato come un file da mandare in stampa e non come un progetto da costruire. Sul piano economico la situazione non è stata migliore. Il contratto non prevedeva alcun anticipo (comunque bisogna pretenderlo anche se “basso” e simbolico anche dalle piccole case editrici, sennò state qualificando il vostro lavoro un qualcosa che non merita retribuzione, quando non è così, perché se l’editore vuole pubblicarvi è perché c’è un ritorno economico sennò non lo farebbe), e la percentuale per copia venduta era già piuttosto bassa. Ma il problema più grave era la clausola della “franchigia”, che esclude dal pagamento le prime duecento copie vendute. Questo significa che puoi anche vendere centonovantanove copie senza ricevere un euro. E infatti, negli anni in cui il libro è rimasto in catalogo, non ho mai ricevuto alcun compenso. Quando ho chiesto chiarimenti, mi è stato risposto che le copie vendute fossero pari a zero per più anni consecutivi, cosa che trovo difficile da conciliare con il riscontro che avevo ottenuto sui social. Il punto, però, è che senza rendiconti annuali scritti e verificabili non hai alcuna possibilità concreta di contestare questi numeri, e gli editori sono obbligati per legge a fornirli anche nel caso di vendite pari a zero. Io quei rendiconti non li ho ricevuti, e ogni richiesta sembrava percepita come un fastidio.
Dal punto di vista della promozione, non ho ricevuto alcun sostegno reale. Mi era stato detto che una persona si sarebbe occupata della rassegna stampa, ma non ho mai visto una rassegna né ricevuto alcuna comunicazione sulle iniziative intraprese. Nessun contatto con librerie, nessun supporto per presentazioni o festival, nessuna strategia promozionale. Tutto ciò che è avvenuto, pochissimo, è stato a totale carico mio. A quel punto ho iniziato a chiedermi che differenza ci fosse tra questa forma di pubblicazione e un’autopubblicazione, con l’unica differenza che nell’autopubblicazione avrei almeno mantenuto i diritti e tutto il controllo sul libro.
Un ulteriore elemento critico riguarda la gestione del libro nel periodo successivo alla pubblicazione. Il contratto prevedeva che dopo due anni l’editore potesse dichiarare l’opera “difficilmente smerciabile”, venderla con sconti molto alti o addirittura mandarla al macero, e che le copie potessero continuare a essere vendute fino a dieci anni dopo la scadenza del contratto. Anche qui, nessun controllo da parte dell’autore, nessuna trasparenza, nessun meccanismo di tutela.
La parte più faticosa, però, non è stata la struttura del contratto, già molto sbilanciata, ma tutto ciò che è successo dopo: email rimaste senza risposta, richieste di chiarimento ignorate, totale mancanza di trasparenza sulle copie stampate e vendute, assenza completa di rendiconti annuali, informazioni vaghe, tempi incerti. Ogni tentativo di ottenere documenti o dati veniva vissuto come un’intrusione, e con il passare dei mesi è diventato chiaro che anche solo recuperare ciò che era dovuto sarebbe stato un percorso a ostacoli. Quando ho avviato la procedura per riprendermi i diritti dell’opera, cosa possibile tramite PEC in caso di rendiconti mancanti, la situazione non è stata più semplice e ho dovuto affrontare ulteriori ritardi e mancate risposte.
Solo più tardi, parlando con altri autori e autrici che avevano pubblicato con la stessa casa editrice, ho scoperto che molti avevano vissuto esperienze molto simili alla mia: editing inesistente, promozione nulla, rendiconti tardivi o assenti e una generale sensazione di essere lasciati soli a gestire tutto. Diverse persone, pur di avere copie da vendere, acquistavano direttamente dall’editore al cinquanta per cento di sconto e rivendevano poi autonomamente i libri nelle occasioni che riuscivano a procurarsi.
Racconto tutto questo perché so quanto sia forte il desiderio di vedere il proprio libro pubblicato, e quanto sia facile scambiare una proposta editoriale per un’occasione imperdibile. Anch’io pensavo così, ma oggi posso dire che non ne è valsa la pena. Pubblicare dovrebbe essere un processo di collaborazione e fiducia reciproca, non un percorso in cui l’autore cede tutto, non riceve nulla in cambio e deve comunque lavorare come se stesse autopubblicando il proprio libro. Se questo post può aiutare qualcuno a non ripetere la mia esperienza e a scegliere con più consapevolezza, allora vale la pena averlo scritto. 

Re: [Casa Editrice] Miraggi Edizioni

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Lasciando da parte il contratto sbilanciato e l'assenza di anticipo (che nessuna piccola CE riconosce a un autore esordiente), la franchigia sulle royalties ne fa una casa editrice a pagamento e, pertanto, da depennare dall'elenco delle free presente su questo forum, mentre l'assenza di rendiconti e relativi pagamenti all'autore ne fa una casa editrice che commette il reato di furto e/o appropriazione indebita.
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
Non solo racconti
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: [Casa Editrice] Miraggi Edizioni

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Grazie per aver riportato la tua esperienza, @francescaocchiscuri
Aspettiamo almeno altre due o tre testimonianze, per spostare del tutto la CE.
Così come ti è stato detto, l'aspetto che la classifica come EAP è senza dubbio la franchigia e l'abitudine (come da altre testimonianze qui) a dichiarare 0 vendite senza fornire neanche la rendicontazione.
Per il resto, purtroppo è tutto nella "norma", specie per CE piccole e micro: editing formale e non strutturale, o poco più che una correzione di bozze, tirature non ben identificate e scarsa promozione.
L'anticipo (che non è una retribuzione dell'autore per il lavoro svolto) lo concedono solo le CE medie e big, o qualche piccola molto nota. 
La cessione totale dei diritti di sfruttamento economico è stabilita dalla legge, ma per i diritti connessi (adattamento cinematografico, traduzioni, ecc...) è prevista comunque una percentuale all'autore, che può arrivare fino al 50%.
La percentuale "classica" sulle normali royalties, invece, è molto bassa in generale, specie per gli esordienti.
Comunque, per sfatare il mito, gli anticipi che le big danno agli esordienti sono bassine, idem la percentuale royalties. La promozione è piuttosto limitata anche da parte delle big, se sei un esordiente.
Quello che invece le big fanno di positivo è: un ottimo editing più la correzione delle bozze, essere puntualissime con rendiconti e pagamenti, mantenere un buon rapporto con l'autore e cercare di motivarlo nel proporre altri progetti (se ne rilevano la stoffa o l'impegno).
Per il resto, purtroppo, è tutto ricorrente.
Ah, altra nota stonata è la clausola che consente alla CE di poter continuare a vendere il libro dopo 10 anni dalla cessazione del rapporto. In genere non si va oltre i 12 mesi e in ogni caso anche questi sono soggetti a rendiconto.

Re: [Casa Editrice] Miraggi Edizioni

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@ElleryQ grazie!
Se serve posso fornirvi per e-mail il contratto (che è standard lo danno a tutti così tutt’oggi) dove posso farvi vedere nero su bianco cio che riporto nella mia testimonianza 

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