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Un potere troppo super
Saltò nel vuoto, concentrandosi sul fluido viscoso che gli fuoriusciva dal polso. Piegò indietro medio ed anulare, premendo forte. Non successe nulla, si sfracellò al suolo.
Poteva respirare sott’acqua, sopportando la pressione di milioni di tonnellate di mare sulla sua testa e sul suo corpo. Scese sempre più in profondità, gli esplosero prima i polmoni e poi la testa.
Più veloce della luce o quasi. Non prese la rincorsa, ma sentì il sangue che pompava sempre più rapido rapido rapido rapido. Non si staccò dal suolo, Il treno passò, tranciandolo in due.
Un flusso elettrico gli passava facilmente dalla punta di un dito a quello opposto dell’altra mano, con scintille che uscivano dalla sua aura. Si caricò, arrivò al massimo tollerabile e prese una scossa che rese il suo corpo un ammasso carbonizzato.
Sollevare un’auto, un tir, un aereo o un masso gigante non sarebbe stato un problema. Si concentrò, si mise sotto la casa traballante e spostò con tutta la sua forza un pilastro marcio. Rimase schiacciato sotto tonnellate di macerie e polvere.
Il laser partiva dai suoi occhi veloce e bruciante, devastante per qualsiasi nemico avesse avuto di fronte. Fissò la fonte di luce il più intensamente possibile fino a che non sentì un odore intenso. Si bruciò le cornee.
Sopportava le umiliazioni, abbassava lo sguardo, girava la testa, praticava l’arte della indifferenza e della strafottenza, dell’egoismo e della superficialità. Era questo il suo super potere che gli aveva concesso il premio più grande: continuare a respirare ed andare avanti di qualche casella in questo gioco di merda che tutti chiamano vita.
Re: Un potere troppo super
3Ciao @pestonaccio,
ho dovuto chiudere l'argomento perché il tuo commento non è abbastanza approfondito. Quando avrai pubblicato un commento più esaustivo, che rispetti il punto 2 del Regolamento di sezione, inviami pure il link via messaggio privato e riaprirò la discussione.
Ti lascio anche un link a una discussione che chiarisce bene l'importanza che noi di CdM diamo ai commenti: Lo spirito di CdM.
Buon proseguimento!
Edit: Discussione riaperta.
ho dovuto chiudere l'argomento perché il tuo commento non è abbastanza approfondito. Quando avrai pubblicato un commento più esaustivo, che rispetti il punto 2 del Regolamento di sezione, inviami pure il link via messaggio privato e riaprirò la discussione.
Ti lascio anche un link a una discussione che chiarisce bene l'importanza che noi di CdM diamo ai commenti: Lo spirito di CdM.
Buon proseguimento!
Edit: Discussione riaperta.
Re: Un potere troppo super
4Commento questo racconto perché un po’ mi era piaciuto e un po’ è l’unico che avevo letto e dato che ho in corpo 200 negroni e ho letto il messaggio di Sira soltanto adesso cerco di scrivere la qualsiasi entro le 23.59 come un povero Fedor in acido con i creditori che bussano alla porta.
Pestonaccio mi spiace che sia toccata proprio a te…
L’idea mi è piaciuta: in sette paragrafi hai saputo creare il contrasto tra il grottesco dei super eroi senza super poteri e la vita di tutti i giorni in cui riuscire a sopravvivere e andare avanti è il super potere più grande. Bella anche la chiosa finale, andare avanti di qualche casella in questo gioco, è un’ottima metafora per gli amanti della cinica e strisciante sopravvivenza.
Purtroppo la mia totale ignoranza in materia di super eroi non mi fa godere appieno i primi sei paragrafi, riconosco l’Uomo Ragno con le ragnatele scariche, l’Aquaman sbranchiato, un Flash con una ruota a terra, ma già il quarto non saprei ricondurlo a un supereroe preciso. L’ultimo spero sia Patriota, ma probabilmente è solo quel gran fighettino di Superman.
Il contrasto tra i loro proverbiali poteri magici e la brutta fine terrena e sanguinosa è geniale, soprattutto per come è espresso. In poche parole riesci a dire tutto. Mi viene in mente il racconto di Hemingway, fammi piangere in sei parole, ok: For sale: baby shoes, never worn. Tu con Spiderman sei riuscito a raccontare una storia in 26 parole. Mica niente.
Il racconto avrebbe funzionato anche con meno paragrafi, tre o quattro super eroi e il finale truce e neorealista.
Volendo proprio spaccare in quattro il capello, avresti potuto creare lo stesso contrasto anche nell’ultimo paragrafo. Sopportare le umiliazioni era il suo super potere ma… avresti potuto creare anche qui un finale a sorpresa. Ma sono troppo ubriaco, il tempo stringe, @Sira bussa alla porta e non mi viene in mente un buon esempio, spero che hai capito perché si vede che sei un tipo in gamba.
Pestonaccio mi spiace che sia toccata proprio a te…
L’idea mi è piaciuta: in sette paragrafi hai saputo creare il contrasto tra il grottesco dei super eroi senza super poteri e la vita di tutti i giorni in cui riuscire a sopravvivere e andare avanti è il super potere più grande. Bella anche la chiosa finale, andare avanti di qualche casella in questo gioco, è un’ottima metafora per gli amanti della cinica e strisciante sopravvivenza.
Purtroppo la mia totale ignoranza in materia di super eroi non mi fa godere appieno i primi sei paragrafi, riconosco l’Uomo Ragno con le ragnatele scariche, l’Aquaman sbranchiato, un Flash con una ruota a terra, ma già il quarto non saprei ricondurlo a un supereroe preciso. L’ultimo spero sia Patriota, ma probabilmente è solo quel gran fighettino di Superman.
Il contrasto tra i loro proverbiali poteri magici e la brutta fine terrena e sanguinosa è geniale, soprattutto per come è espresso. In poche parole riesci a dire tutto. Mi viene in mente il racconto di Hemingway, fammi piangere in sei parole, ok: For sale: baby shoes, never worn. Tu con Spiderman sei riuscito a raccontare una storia in 26 parole. Mica niente.
Il racconto avrebbe funzionato anche con meno paragrafi, tre o quattro super eroi e il finale truce e neorealista.
Volendo proprio spaccare in quattro il capello, avresti potuto creare lo stesso contrasto anche nell’ultimo paragrafo. Sopportare le umiliazioni era il suo super potere ma… avresti potuto creare anche qui un finale a sorpresa. Ma sono troppo ubriaco, il tempo stringe, @Sira bussa alla porta e non mi viene in mente un buon esempio, spero che hai capito perché si vede che sei un tipo in gamba.
Hai mai assaggiato le lumache?
Sì, certo
In un ristorante, intendo
Sì, certo
In un ristorante, intendo
Re: Un potere troppo super
5Se tutte le recensioni fossero così, evviva il Negroni (io sono schiavo del gin tonic, ma questa è un’altra storia).
Perché focalizzarsi sui super tipi in calzamaglia? Quello della corrente è Elektro e quello della super forza potrebbe essere Juggernaut o Rhino! Anche i super criminali devono essere celebrati!
A parte gli scherzi, grazie mille per le belle parole e per la citazione di Hemingway. Non mi permetto di accostarmi al maestro ma capisco il tuo punto di vista.
Questo racconto mi dà molta soddisfazione perché mescola due passioni forti che ho: I fumetti e il noir (esistenziale). Secondo me la miscela funziona bene.
Ne ho una quarantina così, tutto scritti di getto!
Perché focalizzarsi sui super tipi in calzamaglia? Quello della corrente è Elektro e quello della super forza potrebbe essere Juggernaut o Rhino! Anche i super criminali devono essere celebrati!
A parte gli scherzi, grazie mille per le belle parole e per la citazione di Hemingway. Non mi permetto di accostarmi al maestro ma capisco il tuo punto di vista.
Questo racconto mi dà molta soddisfazione perché mescola due passioni forti che ho: I fumetti e il noir (esistenziale). Secondo me la miscela funziona bene.
Ne ho una quarantina così, tutto scritti di getto!
Re: Un potere troppo super
6Piacere di conoscerti, @pestonaccio.
Ho letto molte volte il tuo brano, immaginando significati nascosti.
Sono arrivata alla conclusione che non vi siano significati nascosti, a parte quelli, a mio parere intrinsecamente interessanti, che hanno a che fare con i supereroi di cui registri i superpoteri.
Il primo ostacolo alla comprensione del brano, a mio avviso, è il seguente: dal momento che esso consta di un elenco di sette proposizioni nelle quali il soggetto non è mai esplicitato, non è certo se si tratti di sette personaggi diversi, vale a dire sei supereroi e un uomo, oppure di un unico individuo metaforicamente declinato.
Se il riferimento è a un unico personaggio metaforico, qual è tale metafora? Cosa rappresenta costui, provvisto di smisurati poteri che gli scoppiano tra le mani e allo stesso tempo uomo insignificante, pavido e individualista?
Ipotizzando che i personaggi siano sette, tanti quante sono le proposizioni, allora ci imbattiamo in uno spazio meno angusto nel quale sostare e cercare senso. Possiamo ricorrere ai significati filosofici e psicanalitici (gli archetipi junghiani) che ogni supereroe nasconde. Ma, anche in questo caso, quale sarebbe la ratio? Quale il senso, concreto o astratto, del frammento?
Fatico a costruirgli intorno un significato.
Il primo supereroe cui alludi è l'Uomo Ragno, al quale è collegato l'assioma morale "da un grande potere derivano grandi responsabilità", strettamente connesso alla doppia identità di Peter Parker e al conflitto tra le sue due vite, così opposte tra loro.
Il secondo forse è Namor, forse Aquaman: il pensiero va a un dio come Poseidone, o ai tanti semidei dell'acqua delle mitologie. Rappresentazione figurata, forse, del desiderio di controllo del globo terrestre (delle acque, in particolare).
Il terzo potrebbe vestire i panni di Quicksilver, e rappresentare pertanto l'esaltazione di un mondo velocissimo e iperconnesso. Senza dimenticare che gli X-Men rappresentano una potente metafora della diversità e della lotta alle discriminazioni.
Quarto, quinto e sesto sono rispettivamente, immagino, Electro, Colosso, Ciclope.
Colosso è invulnerabile e potentissimo, ma ha un animo delicato; Ciclope deve di continuo reprimersi (come tanti degli X-Men) per evitare di fare del male.
Moltissimi, dunque, sarebbero stati gli spunti per arricchire e stratificare la narrazione.
A ogni rapida descrizione del supereroe segue un altrettanto rapido accenno a incidenti o morte causati proprio dai quei superpoteri.
Quali, però, la causa, i collegamenti tra i vari accidenti, la giustificazione? Il lettore, a mio parere, rimane sospeso nel vuoto (di senso), e la situazione non migliora dopo la lettura dell'ultima proposizione: davvero si procede nelle caselle della vita, si chiede stupefatto il lettore, solo se si è pavidi, amorali, sciocchi e arroganti? E tramite quale argomentazione si giunge a concludere che la vita è, cito testuale, "un gioco di merda"? Da quale iperuranio scendono questi assiomi? Non mi pare neppure di scorgere, nel breve testo, un briciolo di ironia a giustificarli.
A mio parere, dunque, siamo di fronte a un insieme di enunciazioni che non si autosostengono e, pur prese singolarmente, non possono assurgere (sempre secondo il mio modestissimo parere) neanche al rango di battute.
Grazie e un saluto!
Ho letto molte volte il tuo brano, immaginando significati nascosti.
Sono arrivata alla conclusione che non vi siano significati nascosti, a parte quelli, a mio parere intrinsecamente interessanti, che hanno a che fare con i supereroi di cui registri i superpoteri.
Il primo ostacolo alla comprensione del brano, a mio avviso, è il seguente: dal momento che esso consta di un elenco di sette proposizioni nelle quali il soggetto non è mai esplicitato, non è certo se si tratti di sette personaggi diversi, vale a dire sei supereroi e un uomo, oppure di un unico individuo metaforicamente declinato.
Se il riferimento è a un unico personaggio metaforico, qual è tale metafora? Cosa rappresenta costui, provvisto di smisurati poteri che gli scoppiano tra le mani e allo stesso tempo uomo insignificante, pavido e individualista?
Ipotizzando che i personaggi siano sette, tanti quante sono le proposizioni, allora ci imbattiamo in uno spazio meno angusto nel quale sostare e cercare senso. Possiamo ricorrere ai significati filosofici e psicanalitici (gli archetipi junghiani) che ogni supereroe nasconde. Ma, anche in questo caso, quale sarebbe la ratio? Quale il senso, concreto o astratto, del frammento?
Fatico a costruirgli intorno un significato.
Il primo supereroe cui alludi è l'Uomo Ragno, al quale è collegato l'assioma morale "da un grande potere derivano grandi responsabilità", strettamente connesso alla doppia identità di Peter Parker e al conflitto tra le sue due vite, così opposte tra loro.
Il secondo forse è Namor, forse Aquaman: il pensiero va a un dio come Poseidone, o ai tanti semidei dell'acqua delle mitologie. Rappresentazione figurata, forse, del desiderio di controllo del globo terrestre (delle acque, in particolare).
Il terzo potrebbe vestire i panni di Quicksilver, e rappresentare pertanto l'esaltazione di un mondo velocissimo e iperconnesso. Senza dimenticare che gli X-Men rappresentano una potente metafora della diversità e della lotta alle discriminazioni.
Quarto, quinto e sesto sono rispettivamente, immagino, Electro, Colosso, Ciclope.
Colosso è invulnerabile e potentissimo, ma ha un animo delicato; Ciclope deve di continuo reprimersi (come tanti degli X-Men) per evitare di fare del male.
Moltissimi, dunque, sarebbero stati gli spunti per arricchire e stratificare la narrazione.
A ogni rapida descrizione del supereroe segue un altrettanto rapido accenno a incidenti o morte causati proprio dai quei superpoteri.
Quali, però, la causa, i collegamenti tra i vari accidenti, la giustificazione? Il lettore, a mio parere, rimane sospeso nel vuoto (di senso), e la situazione non migliora dopo la lettura dell'ultima proposizione: davvero si procede nelle caselle della vita, si chiede stupefatto il lettore, solo se si è pavidi, amorali, sciocchi e arroganti? E tramite quale argomentazione si giunge a concludere che la vita è, cito testuale, "un gioco di merda"? Da quale iperuranio scendono questi assiomi? Non mi pare neppure di scorgere, nel breve testo, un briciolo di ironia a giustificarli.
A mio parere, dunque, siamo di fronte a un insieme di enunciazioni che non si autosostengono e, pur prese singolarmente, non possono assurgere (sempre secondo il mio modestissimo parere) neanche al rango di battute.
Grazie e un saluto!
Re: Un potere troppo super
7@Ippolita
grazie mille per la recensione; nonostante il racconto non sia stato di tuo gradimento, sono molto contento del tempo che hai impiegato per spiegare i motivi, senza scadere in un anonimo “non mi piace”.
La mia idea era quella di contrapporre gli uomini con superpoteri (uno forte, uno veloce, uno capace di volare ecc) che alla fine soccombono, mentre l’uomo comune, quello che soffre, vive, lavora alla fine sopravvive.
Nella mia mente non è importante sapere se il super eroe è solo uno (e nemmeno capire chi è) o se ne sono diversi; volevo rappresentare, invece, il contrasto tra l’ “homo superior” (per rimanere nel tema X-men) che alla fine perisce nonostante le sue capacità, e l’uomo banale, di tutti i giorni, che con la sua semplicità e meschinità, riesce ad andare avanti e sopravvivere, nonostante la vita non gli riservi eroismi.
Un’ode, appunto all’essere normali. Una normalità che ti consente di andare avanti nonostante non sia tutto rose e fiori.
Ps da amante dei fumetti mi sono divertito però a tracciare dei supereroi e creare un gioco di rimandi! Mi spiace che ai tuoi occhi non abbia funzionato!
grazie mille per la recensione; nonostante il racconto non sia stato di tuo gradimento, sono molto contento del tempo che hai impiegato per spiegare i motivi, senza scadere in un anonimo “non mi piace”.
La mia idea era quella di contrapporre gli uomini con superpoteri (uno forte, uno veloce, uno capace di volare ecc) che alla fine soccombono, mentre l’uomo comune, quello che soffre, vive, lavora alla fine sopravvive.
Nella mia mente non è importante sapere se il super eroe è solo uno (e nemmeno capire chi è) o se ne sono diversi; volevo rappresentare, invece, il contrasto tra l’ “homo superior” (per rimanere nel tema X-men) che alla fine perisce nonostante le sue capacità, e l’uomo banale, di tutti i giorni, che con la sua semplicità e meschinità, riesce ad andare avanti e sopravvivere, nonostante la vita non gli riservi eroismi.
Un’ode, appunto all’essere normali. Una normalità che ti consente di andare avanti nonostante non sia tutto rose e fiori.
Ps da amante dei fumetti mi sono divertito però a tracciare dei supereroi e creare un gioco di rimandi! Mi spiace che ai tuoi occhi non abbia funzionato!
Re: Un potere troppo super
8pestonaccio wrote: grazie milleGrazie a te! Ho una passione per i supereroi, in particolare gli X-Men.
Re: Un potere troppo super
9@pestonaccio considerando che non ho capito il testo, ero tentata di non commentare. Il "racconto", infatti, risulta decisamente ermetico. La tua intenzione, spiegata nel commento di risposta a Ippolita, apre uno scenario che comunque non aiuta il lettore. Ok, ci hai detto quale era il tuo scopo, ma un racconto ha bisogno di una trama e di un'evoluzione. Avrei visto meglio, a questo punto, coinvolgere i tuoi eroi in un'operazione del tipo salva-mondo e finire malamente, così come li hai consumati.
Il testo è formato da una sequenza dei paragrafi isolati che non creano intreccio. Tutto questo, però, immagino lo sapessi già.
Non ho mai letto nulla di tuo, quindi non so se si è trattato di un esperimento oppure di uno stile che punta alla frammentazione della trama.
Mi hai lasciato molti dubbi.
Ciao e alla prossima
Il testo è formato da una sequenza dei paragrafi isolati che non creano intreccio. Tutto questo, però, immagino lo sapessi già.
Non ho mai letto nulla di tuo, quindi non so se si è trattato di un esperimento oppure di uno stile che punta alla frammentazione della trama.
Mi hai lasciato molti dubbi.
Ciao e alla prossima

Re: Un potere troppo super
10@Adel J. Pellitteri in primis grazie per il commento.
Capisco a apprezzo le tue osservazioni; mi piaceva, nello specifico, fare in modo che il lettore avesse una sua lettura del racconto e si “impegnasse” un po’ a capire quale fosse il sottotesto. Ai miei occhi questo sottotesto è abbastanza chiaro, così come il legame tra i vari paragrafi, ai tuoi e a quelli di Ippolita meno. Per fortuna c’è stato il primo commento, altrimenti sarei sull’orlo delle lacrime (si scherza ovviamente).
Ne ho scritti 36 di racconti e sono abbastanza diversi gli uni dagli altri e questo è decisamente il più “ermetico”; visto che verranno pubblicati non posso postarne altri per non incorrere in guai con la casa editrice (questo ed un altro sono sulla pagina del sito come anteprima e quindi ho “osato”).
Capisco a apprezzo le tue osservazioni; mi piaceva, nello specifico, fare in modo che il lettore avesse una sua lettura del racconto e si “impegnasse” un po’ a capire quale fosse il sottotesto. Ai miei occhi questo sottotesto è abbastanza chiaro, così come il legame tra i vari paragrafi, ai tuoi e a quelli di Ippolita meno. Per fortuna c’è stato il primo commento, altrimenti sarei sull’orlo delle lacrime (si scherza ovviamente).
Ne ho scritti 36 di racconti e sono abbastanza diversi gli uni dagli altri e questo è decisamente il più “ermetico”; visto che verranno pubblicati non posso postarne altri per non incorrere in guai con la casa editrice (questo ed un altro sono sulla pagina del sito come anteprima e quindi ho “osato”).
Re: Un potere troppo super
11pestonaccio wrote: Per fortuna c’è stato il primo commento, altrimenti sarei sull’orlo delle lacrime (si scherza ovviamente).

Per questo non volevo commentare, ma la pubblicazione imminente (dei tuoi racconti) ti dice che il testo è decisamente originale; che io non sia arrivata a coglierlo a pieno poco importa. La letteratura ha bisogno di voci estranianti, che escano dal seminato.
Io magari sono un po' retrò.

Ciao e a rileggerti