[Caronte] Un nuovo compagno di stanza
Posted: Sat Jan 30, 2021 10:52 pm
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Un nuovo compagno di stanza
Uno strano figuro per terra e per cieli
si aggirava di sera oppur di mattina
Gallinaleon
qualcuno chiamava
poiché un po' buffo e mostruoso appariva
un becco sbucava dalla bocca leonina
al torso le zampe parevano incollate
e le ali alla schiena con colla attaccate
facevano di lui rimaner senza voce
gallina frammezza a belva feroce
Così apparve a Marco, sdraiato sul letto. Voleva comunicarlo ad Alberto, il suo nuovo compagno di stanza, ma gli mancava la voce e gli occhi erano il suo unico canale per comunicare le parole col mondo. Con Alberto, che non era obbligato sul letto, l'intesa era tale che non c'era bisogno di conversare. Lo ascoltava, gli parlava, e i loro pensieri fluttuavano da corpo a corpo, tanto che sentiva quando Marco qualcosa di importante voleva trasmettergli, ma addirittura un Gallinaleon di certo non avrebbe potuto.
Poneva domande Alberto per cercar di carpir quello strano entusiasmo, da quale angolo celato dell'animo provenisse: «Dimmi Marco, riguarda la tua famiglia?» Gli occhi abbassati indicavano che non era quello l'ambito da cercare.
«Forse riguarda il tuo compleanno?» Ma lui rifece l'espressione della risposta precedente.
«Ho capito! Hai in programma una gita!» Questa volta gli occhi rimasero sospesi, come sospesa era la possibilità del viaggio; poi un bagliore di realtà ritornò in lui e di nuovo lo sguardo si abbassò.
«Il tuo cantante preferito fa un concerto in città!» provò ancora Alberto. L'espressione di Marco di nuovo dimessa, poiché l'amico non sapeva ancora che Battisti era l'unico suo cantante amato.
«Riguarda un sogno?» E qui gli occhi al cielo salirono, con stampato un sorriso. Questa volta aveva centrato il motivo. Lo sentì risuonare in tutto se stesso.
«E chi non lo sarebbe così, con un sogno a portata di mano?» disse Alberto con la gioia della contentezza sentita. Bastava quella e null'altro da aggiungere. Rispose al sorriso e si sdraiò sul suo letto.
Fu quel giorno, verso l'imbrunire, che la tenda si mosse anzi svolazzò, dal vento furioso prima del temporale, con l'uscio aperto nella calda sera d'estate. In quel mentre Marco ebbe un sussulto, con lo sguardo eccitato verso il telo. Scorse la sagoma dell'ombra cinese, con cresta e becco su corpo felino: ed ecco il Gallinaleon apparire. Il salvatore, colui che viene in soccorso di chi non può fare ricorso, uno dei pochi capace di dare ascolto. Da quella stessa finestra, tempo fa, si mostrò per la prima volta preannunciando quella nuova sorpresa: Alberto, l'amico che prese il posto di Luca, partito troppo di fretta con la testa. Aveva tutto quello che a Marco mancava, Alberto, tranne quell'animo sereno.
Marco non distoglieva lo sguardo da quell'apparizione: la fantastica creatura era il suo sogno e il suo desiderio.
Il compagno, vedendolo estasiato come non gli era mai capitato rivolse anch'egli lo sguardo verso la tenda animata: «Quanta emozione può dare un temporale, hai proprio ragione» gli disse.
Marco con lo sguardo ancora più intenso accompagnato da mugolii costanti cercava in tutti i modi di far notare quella sorta di genio della lampada. Alberto si sedette al suo fianco osservando quel movimento, rimanendo affascinato dallo spettacolo fino a quando scrutando in profondità si accorse anche lui di quella presenza che vibrava dietro la tenda: «Oh! Inizio a capire il tuo percepire, è fantastico, che altro dire!»
Finalmente aveva compreso qualcosa e in religioso silenzio aspettavano la parola che puntualmente arrivò, dalla porta: “Ehi voi due! Anzi dico a te, Alberto, non vedi che sta volando tutto? Bisogna chiudere le finestre durante un temporale”. Una rotonda signora con una candida divisa bianca era appena entrata senza bussare, con un vassoio e due bicchierini: uno bianco e uno rosso, una cannuccia e quattro pasticche colorate. Come tutti i giorni, sempre alla stessa ora, Alberto mandò subito giù le capsule con l'acqua; Marco, attraverso la cannuccia, venne aiutato a mandare giù quella del bicchiere colorato. Anche Flavia, la signora, notò la sagoma dietro il telo, e con passo deciso si diresse verso la tenda. «Nooo!» urlò Alberto «Non fargli del male!»
Flavia richiuse la finestra ed esclamò: «Non si lasciano i vasi sul davanzale, si poteva rompere!» Lo appoggiò a terra, riprese il vassoio e se ne andò.
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Un nuovo compagno di stanza
Uno strano figuro per terra e per cieli
si aggirava di sera oppur di mattina
Gallinaleon
qualcuno chiamava
poiché un po' buffo e mostruoso appariva
un becco sbucava dalla bocca leonina
al torso le zampe parevano incollate
e le ali alla schiena con colla attaccate
facevano di lui rimaner senza voce
gallina frammezza a belva feroce
Così apparve a Marco, sdraiato sul letto. Voleva comunicarlo ad Alberto, il suo nuovo compagno di stanza, ma gli mancava la voce e gli occhi erano il suo unico canale per comunicare le parole col mondo. Con Alberto, che non era obbligato sul letto, l'intesa era tale che non c'era bisogno di conversare. Lo ascoltava, gli parlava, e i loro pensieri fluttuavano da corpo a corpo, tanto che sentiva quando Marco qualcosa di importante voleva trasmettergli, ma addirittura un Gallinaleon di certo non avrebbe potuto.
Poneva domande Alberto per cercar di carpir quello strano entusiasmo, da quale angolo celato dell'animo provenisse: «Dimmi Marco, riguarda la tua famiglia?» Gli occhi abbassati indicavano che non era quello l'ambito da cercare.
«Forse riguarda il tuo compleanno?» Ma lui rifece l'espressione della risposta precedente.
«Ho capito! Hai in programma una gita!» Questa volta gli occhi rimasero sospesi, come sospesa era la possibilità del viaggio; poi un bagliore di realtà ritornò in lui e di nuovo lo sguardo si abbassò.
«Il tuo cantante preferito fa un concerto in città!» provò ancora Alberto. L'espressione di Marco di nuovo dimessa, poiché l'amico non sapeva ancora che Battisti era l'unico suo cantante amato.
«Riguarda un sogno?» E qui gli occhi al cielo salirono, con stampato un sorriso. Questa volta aveva centrato il motivo. Lo sentì risuonare in tutto se stesso.
«E chi non lo sarebbe così, con un sogno a portata di mano?» disse Alberto con la gioia della contentezza sentita. Bastava quella e null'altro da aggiungere. Rispose al sorriso e si sdraiò sul suo letto.
Fu quel giorno, verso l'imbrunire, che la tenda si mosse anzi svolazzò, dal vento furioso prima del temporale, con l'uscio aperto nella calda sera d'estate. In quel mentre Marco ebbe un sussulto, con lo sguardo eccitato verso il telo. Scorse la sagoma dell'ombra cinese, con cresta e becco su corpo felino: ed ecco il Gallinaleon apparire. Il salvatore, colui che viene in soccorso di chi non può fare ricorso, uno dei pochi capace di dare ascolto. Da quella stessa finestra, tempo fa, si mostrò per la prima volta preannunciando quella nuova sorpresa: Alberto, l'amico che prese il posto di Luca, partito troppo di fretta con la testa. Aveva tutto quello che a Marco mancava, Alberto, tranne quell'animo sereno.
Marco non distoglieva lo sguardo da quell'apparizione: la fantastica creatura era il suo sogno e il suo desiderio.
Il compagno, vedendolo estasiato come non gli era mai capitato rivolse anch'egli lo sguardo verso la tenda animata: «Quanta emozione può dare un temporale, hai proprio ragione» gli disse.
Marco con lo sguardo ancora più intenso accompagnato da mugolii costanti cercava in tutti i modi di far notare quella sorta di genio della lampada. Alberto si sedette al suo fianco osservando quel movimento, rimanendo affascinato dallo spettacolo fino a quando scrutando in profondità si accorse anche lui di quella presenza che vibrava dietro la tenda: «Oh! Inizio a capire il tuo percepire, è fantastico, che altro dire!»
Finalmente aveva compreso qualcosa e in religioso silenzio aspettavano la parola che puntualmente arrivò, dalla porta: “Ehi voi due! Anzi dico a te, Alberto, non vedi che sta volando tutto? Bisogna chiudere le finestre durante un temporale”. Una rotonda signora con una candida divisa bianca era appena entrata senza bussare, con un vassoio e due bicchierini: uno bianco e uno rosso, una cannuccia e quattro pasticche colorate. Come tutti i giorni, sempre alla stessa ora, Alberto mandò subito giù le capsule con l'acqua; Marco, attraverso la cannuccia, venne aiutato a mandare giù quella del bicchiere colorato. Anche Flavia, la signora, notò la sagoma dietro il telo, e con passo deciso si diresse verso la tenda. «Nooo!» urlò Alberto «Non fargli del male!»
Flavia richiuse la finestra ed esclamò: «Non si lasciano i vasi sul davanzale, si poteva rompere!» Lo appoggiò a terra, riprese il vassoio e se ne andò.