Morgan e Mavis
Posted: Wed Oct 23, 2024 5:03 pm
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Il sole del tardo pomeriggio illuminava il bosco delicatamente, tra le foglie passavano i raggi di luce che avrebbero infastidito la vista di chi vi sarebbe passato sotto. L'atmosfera era pacifica e ciò che era possibile sentire erano i cinguettii degli uccellini e il fruscio dei cespugli. Probabilmente una volpe li faceva muovere, mentre inseguiva qualcosa.
Era passato diverso tempo da quando Morgan si era avvicinato al tronco spezzato: di solito tendeva a rimanere nascosto nell'alta chioma degli alberi, cercando di evitare di essere visto da occhi indesiderati.
Ma questa volta c'era un buon motivo per cui aveva scelto proprio quel posto: Mavis aveva promesso a Morgan che gli avrebbe fatto visita in serata.
Era piuttosto tranquillo come sempre, ma in realtà non aveva un attimo di pace nei suoi pensieri. Rimuginava in continuazione sul motivo per cui Mavis avrebbe mai voluto vedere e frequentare un essere strano e misterioso come lui. Per qualche ragione, Mavis non era affatto perturbata nel guardarlo oppure nel rivolgergli la parola. Si sentiva come un libro aperto con lei: nessuno si era mai avvicinato alla sua realtà toccandola da così vicino, e nemmeno Morgan sapeva esattamente come comportarsi a riguardo.
Ogni volta che la vedeva era un'impresa capire come doveva reagire o rispondere. Diventava incapace di gestire la sensazione di respingerla e allontanarla da lui, come doveva fare con tutti gli esseri umani. Non aveva idea di cosa scegliere tra soddisfare il desiderio di rapirla e stare con lei per l'eternità oppure ferirla per allontanarla e salvarla da una triste fine.
Il cielo si era tinto di un colorito roseo tendente al mattone, il grande sole tramontava senza fretta.
- Disturbo la tua quiete? - L’acuta voce di Mavis fece scoppiare l'agonizzante bolla di paranoia attorno alla testa di Morgan, cogliendolo di sorpresa. Si girò subito per vedere da che punto provenisse la voce, e gli bastò abbassare lo sguardo per notare tutta la sua figura. Insolito da parte di Morgan non accorgersi della presenza di una creatura dietro di lui, era immerso nei suoi pensieri talmente profondamente che non aveva nemmeno percepito la pressione della sua anima.
Morgan non parlava. Anche se riusciva a comprendere la lingua che lei parlava, egli non era in grado di usare la voce. Nel corso dei secoli della sua esistenza, non aveva mai avuto alcun bisogno di comunicare con gli esseri viventi, dal momento che una creatura come lui non aveva funzioni così particolari da dover parlare a qualcuno. Temuto da tutto, emblema della solitudine, non aveva mai sviluppato un legame empatico tale da spingerlo a parlare. Non ne era mai stato interessato e non ne vedeva l'utilità.
Tuttavia, c'era Mavis. In un modo o nell'altro, Morgan si era ingegnato per stabilire fra lui e l'umana un collegamento telepatico che funzionava a vibrazioni sonore. Gli bastava emettere delle vibrazioni nell'atmosfera circondante loro e Mavis avrebbe saputo cogliere l'ordine delle onde e riconoscere il messaggio trasmesso. Nemmeno Morgan sapeva esattamente come funzionasse, ma finchè non ci sarebbero stati turbamenti nella sua esistenza, allora andava bene così.
Mai, nella sua permanenza in quel pianeta, aveva stabilito una connessione. Non aveva idea del perché avesse scelto di parlare proprio in quel momento. Si augurava solo di non ferirla anche emotivamente.
"No, Mavis. Stavo levitando su questo tronco, non rechi alcun disturbo." riferì Morgan nel cervello di Mavis. Siccome erano vibrazioni, Mavis le ascoltava con la sua stessa voce nella mente. Perciò non aveva idea di che tono o colore avesse la voce di Morgan.
- Ti ho portato una cosa che ti piace. - rispose Mavis, catturando il massimo dell'attenzione di Morgan. La ragazza spostò il braccio dietro la sua schiena e porse alla creatura del frullato di mirtilli in un alto bicchiere di carta.
Morgan non sapeva cosa dire o cosa fare quando Mavis gli portava un dono. Era vero che, vegliando su di lei giorno e notte, aveva imparato il nome e l'utilità di alcuni oggetti usati comunemente dagli umani. Non tutti, perché è capitato che Morgan ingurgitasse un libro senza sapere che gli umani non mangiano libri. Il fatto che non fosse umano in questo caso aveva aiutato.
Di conseguenza, aspettava spiegazioni da Mavis.
- Si tratta di una bevanda frullata con i mirtilli. I mirtilli sai già cosa sono, e qui sono mescolati con il latte. Il bicchiere però non è da mangiare. Il sapore è dolce, assaggialo se vuoi. -
Senza essere riluttante, prese il bicchiere con una delle sue grandi mani e la sua cavità orale apparve in mezzo alle clavicole. Aprì il coperchio di plastica e bevve il contenuto.
"Lo trovo molto dolce anche io, a te piace questo?" disse una volta finito, disponendo il bicchiere al centro della sua mano e incenerirlo istantaneamente.
- Sì mi piace! Ci sono anche altri gusti, come ad esempio fragola o banana. Ma preferisco questo io. -
Mavis non sapeva che Morgan vegliava su di lei. Ma non era necessario che lo sapesse.
"Perché sei qui?"
Le parole che Mavis stava per pronunciare le morirono in bocca. Un grillo in lontananza era più rumoroso di loro.
La faceva spesso, quella domanda. Eppure, ogni volta che la sentiva, il suo cuore diventava pesante. Non si sentiva mai così stufa di avere dei sentimenti.
- Non so per quanti secoli tu sia esistito, e per quanti anni io vivrò. La mia morte non disturberà affatto lo scorrere del tempo, si tratta solo del termine dell'esistenza di un sistema di ricordi. Se devo morire, tanto vale morire senza rimpianti, no? Chissà se la mia anima potrà separarsi dal mio corpo e vivere un'altra vita. -
Morgan guardò la ragazza parlare, ignorante di molte cose che avrebbero deluso le sue illusioni. Non avrebbe proferito parola, ma gli piaceva sentire le sue opinioni.
Forse un motivo per parlare c'era.
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Il sole del tardo pomeriggio illuminava il bosco delicatamente, tra le foglie passavano i raggi di luce che avrebbero infastidito la vista di chi vi sarebbe passato sotto. L'atmosfera era pacifica e ciò che era possibile sentire erano i cinguettii degli uccellini e il fruscio dei cespugli. Probabilmente una volpe li faceva muovere, mentre inseguiva qualcosa.
Era passato diverso tempo da quando Morgan si era avvicinato al tronco spezzato: di solito tendeva a rimanere nascosto nell'alta chioma degli alberi, cercando di evitare di essere visto da occhi indesiderati.
Ma questa volta c'era un buon motivo per cui aveva scelto proprio quel posto: Mavis aveva promesso a Morgan che gli avrebbe fatto visita in serata.
Era piuttosto tranquillo come sempre, ma in realtà non aveva un attimo di pace nei suoi pensieri. Rimuginava in continuazione sul motivo per cui Mavis avrebbe mai voluto vedere e frequentare un essere strano e misterioso come lui. Per qualche ragione, Mavis non era affatto perturbata nel guardarlo oppure nel rivolgergli la parola. Si sentiva come un libro aperto con lei: nessuno si era mai avvicinato alla sua realtà toccandola da così vicino, e nemmeno Morgan sapeva esattamente come comportarsi a riguardo.
Ogni volta che la vedeva era un'impresa capire come doveva reagire o rispondere. Diventava incapace di gestire la sensazione di respingerla e allontanarla da lui, come doveva fare con tutti gli esseri umani. Non aveva idea di cosa scegliere tra soddisfare il desiderio di rapirla e stare con lei per l'eternità oppure ferirla per allontanarla e salvarla da una triste fine.
Il cielo si era tinto di un colorito roseo tendente al mattone, il grande sole tramontava senza fretta.
- Disturbo la tua quiete? - L’acuta voce di Mavis fece scoppiare l'agonizzante bolla di paranoia attorno alla testa di Morgan, cogliendolo di sorpresa. Si girò subito per vedere da che punto provenisse la voce, e gli bastò abbassare lo sguardo per notare tutta la sua figura. Insolito da parte di Morgan non accorgersi della presenza di una creatura dietro di lui, era immerso nei suoi pensieri talmente profondamente che non aveva nemmeno percepito la pressione della sua anima.
Morgan non parlava. Anche se riusciva a comprendere la lingua che lei parlava, egli non era in grado di usare la voce. Nel corso dei secoli della sua esistenza, non aveva mai avuto alcun bisogno di comunicare con gli esseri viventi, dal momento che una creatura come lui non aveva funzioni così particolari da dover parlare a qualcuno. Temuto da tutto, emblema della solitudine, non aveva mai sviluppato un legame empatico tale da spingerlo a parlare. Non ne era mai stato interessato e non ne vedeva l'utilità.
Tuttavia, c'era Mavis. In un modo o nell'altro, Morgan si era ingegnato per stabilire fra lui e l'umana un collegamento telepatico che funzionava a vibrazioni sonore. Gli bastava emettere delle vibrazioni nell'atmosfera circondante loro e Mavis avrebbe saputo cogliere l'ordine delle onde e riconoscere il messaggio trasmesso. Nemmeno Morgan sapeva esattamente come funzionasse, ma finchè non ci sarebbero stati turbamenti nella sua esistenza, allora andava bene così.
Mai, nella sua permanenza in quel pianeta, aveva stabilito una connessione. Non aveva idea del perché avesse scelto di parlare proprio in quel momento. Si augurava solo di non ferirla anche emotivamente.
"No, Mavis. Stavo levitando su questo tronco, non rechi alcun disturbo." riferì Morgan nel cervello di Mavis. Siccome erano vibrazioni, Mavis le ascoltava con la sua stessa voce nella mente. Perciò non aveva idea di che tono o colore avesse la voce di Morgan.
- Ti ho portato una cosa che ti piace. - rispose Mavis, catturando il massimo dell'attenzione di Morgan. La ragazza spostò il braccio dietro la sua schiena e porse alla creatura del frullato di mirtilli in un alto bicchiere di carta.
Morgan non sapeva cosa dire o cosa fare quando Mavis gli portava un dono. Era vero che, vegliando su di lei giorno e notte, aveva imparato il nome e l'utilità di alcuni oggetti usati comunemente dagli umani. Non tutti, perché è capitato che Morgan ingurgitasse un libro senza sapere che gli umani non mangiano libri. Il fatto che non fosse umano in questo caso aveva aiutato.
Di conseguenza, aspettava spiegazioni da Mavis.
- Si tratta di una bevanda frullata con i mirtilli. I mirtilli sai già cosa sono, e qui sono mescolati con il latte. Il bicchiere però non è da mangiare. Il sapore è dolce, assaggialo se vuoi. -
Senza essere riluttante, prese il bicchiere con una delle sue grandi mani e la sua cavità orale apparve in mezzo alle clavicole. Aprì il coperchio di plastica e bevve il contenuto.
"Lo trovo molto dolce anche io, a te piace questo?" disse una volta finito, disponendo il bicchiere al centro della sua mano e incenerirlo istantaneamente.
- Sì mi piace! Ci sono anche altri gusti, come ad esempio fragola o banana. Ma preferisco questo io. -
Mavis non sapeva che Morgan vegliava su di lei. Ma non era necessario che lo sapesse.
"Perché sei qui?"
Le parole che Mavis stava per pronunciare le morirono in bocca. Un grillo in lontananza era più rumoroso di loro.
La faceva spesso, quella domanda. Eppure, ogni volta che la sentiva, il suo cuore diventava pesante. Non si sentiva mai così stufa di avere dei sentimenti.
- Non so per quanti secoli tu sia esistito, e per quanti anni io vivrò. La mia morte non disturberà affatto lo scorrere del tempo, si tratta solo del termine dell'esistenza di un sistema di ricordi. Se devo morire, tanto vale morire senza rimpianti, no? Chissà se la mia anima potrà separarsi dal mio corpo e vivere un'altra vita. -
Morgan guardò la ragazza parlare, ignorante di molte cose che avrebbero deluso le sue illusioni. Non avrebbe proferito parola, ma gli piaceva sentire le sue opinioni.
Forse un motivo per parlare c'era.