[MI181] Caino e Abele
Posted: Wed May 22, 2024 8:32 pm
Traccia 3: Fratelli
[MI181] Caino e Abele
"Fratellino gracilino. Come fai a avere tutto 'sto fiato per il tuo flauto e così poco per correre con me o rincorrere le pecore?"
[MI181] Caino e Abele
"Fratellino gracilino. Come fai a avere tutto 'sto fiato per il tuo flauto e così poco per correre con me o rincorrere le pecore?"
Il maggiore si rivolge così al minore buttandosi con lui sull'erba fiorita e odorosa, dopo una delle loro gare di corsa da ragazzini.
Abele lo guarda con una punta di rammarico e parla a fatica, scuotendo la testa: "Non lo so... è come se l'aria stanca dentro non sia capace di uscire per far posto a quella nuova e più vispa, come quella che hai tu..."
Caino gli arruffa i capelli e propone, magnanimo: "Giochiamo ai sassolini. Dieci tiri per vedere chi spinge il suo per primo al traguardo."
Anni dopo.
Abele lo guarda con una punta di rammarico e parla a fatica, scuotendo la testa: "Non lo so... è come se l'aria stanca dentro non sia capace di uscire per far posto a quella nuova e più vispa, come quella che hai tu..."
Caino gli arruffa i capelli e propone, magnanimo: "Giochiamo ai sassolini. Dieci tiri per vedere chi spinge il suo per primo al traguardo."
Anni dopo.
"Non solo Dio! Anche tuo padre ed io siamo fieri di te, Caino. Perché ti dai da fare per tutta la famiglia; sei forte e robusto, non ti spezzi mai, vinci la fatica per strappare alla terra (la nostra, la tua) i raccolti e i frutti per vivere."
"Mamma, Abele non fa quasi niente e a Dio sembra che offra chissà che cosa quando gli porge in sacrificio un agnello... Cosa fa lui di preciso? Porta le bestie al pascolo. Munge il latte alle pecore e alle capre e le tiene al riparo. Cos'altro è capace di fare? Ah sì. Quel grande uccello caduto dal cielo dopo essersi scontrato con uno più forte di lui... Oltre a mangiarcelo con gusto, lui ha ricavato dai lunghi ossi delle ali due strumenti per suonare. Li ha chiamati flauti (chissà perché...) e ha imparato a suonarci, sì., e me ne ha regalato uno. Ma in generale sta seduto a far niente: ozia sapendo di oziare. E non mi lasciate chiedergli di venirmi a dare una mano perché, poverino, è gracile. Però rompe forte, eccome, quando vuole imitare gli uccelli anche con la voce. Ma dimmi, mamma: tI sembra normale?"
Eva sospira alzando gli occhi al cielo:
"A me sembrava normale stare nell'Eden; col senno di poi, no, non era normale: era meraviglioso!"
La madre, però, capisce il cruccio più grande di Caino, e aggiunge subito dopo:
"Penso che Dio sia il Padre di tutti e io e Adamo, come tutti i genitori (finora) vogliamo il bene totale di ciascuno dei nostri figli.
Voi siete due bravi figlioli. Ci obbidite e lavorate al meglio delle vostre possibilità. Tu non devi macerarti dentro dalla rabbia di venire misconosciuto il tuo merito rispetto a quello di tuo fratello. Non farlo, Caino: faresti del male prima e te stesso che a lui. Ricordati: se i ruoli fossero invertiti, e tu fossi Abele, sapresti di fare il tuo massimo e ameresti tuo fratello per com'è."
Ma il suo cuore di madre sa di non essere stata ascoltata con attenzione, dalla fretta con la quale il maggiore le volge le spalle.
Adamo, nel recente passato, aveva fatto un discorso in risposta alle domande dei figli adolescenti sulle donne.
"Non ho risposte certe, ho solo idee in merito e la mia unica esperienza: la donna è una gioia e un guaio per l'uomo, ma non se ne può fare a meno, ragazzi miei. Il vostro problema è trovarle. Ma sono convinto che ci siano altri Eden da cui Dio abbia avuto altre coppie da cacciare.
"Mamma, Abele non fa quasi niente e a Dio sembra che offra chissà che cosa quando gli porge in sacrificio un agnello... Cosa fa lui di preciso? Porta le bestie al pascolo. Munge il latte alle pecore e alle capre e le tiene al riparo. Cos'altro è capace di fare? Ah sì. Quel grande uccello caduto dal cielo dopo essersi scontrato con uno più forte di lui... Oltre a mangiarcelo con gusto, lui ha ricavato dai lunghi ossi delle ali due strumenti per suonare. Li ha chiamati flauti (chissà perché...) e ha imparato a suonarci, sì., e me ne ha regalato uno. Ma in generale sta seduto a far niente: ozia sapendo di oziare. E non mi lasciate chiedergli di venirmi a dare una mano perché, poverino, è gracile. Però rompe forte, eccome, quando vuole imitare gli uccelli anche con la voce. Ma dimmi, mamma: tI sembra normale?"
Eva sospira alzando gli occhi al cielo:
"A me sembrava normale stare nell'Eden; col senno di poi, no, non era normale: era meraviglioso!"
La madre, però, capisce il cruccio più grande di Caino, e aggiunge subito dopo:
"Penso che Dio sia il Padre di tutti e io e Adamo, come tutti i genitori (finora) vogliamo il bene totale di ciascuno dei nostri figli.
Voi siete due bravi figlioli. Ci obbidite e lavorate al meglio delle vostre possibilità. Tu non devi macerarti dentro dalla rabbia di venire misconosciuto il tuo merito rispetto a quello di tuo fratello. Non farlo, Caino: faresti del male prima e te stesso che a lui. Ricordati: se i ruoli fossero invertiti, e tu fossi Abele, sapresti di fare il tuo massimo e ameresti tuo fratello per com'è."
Ma il suo cuore di madre sa di non essere stata ascoltata con attenzione, dalla fretta con la quale il maggiore le volge le spalle.
Adamo, nel recente passato, aveva fatto un discorso in risposta alle domande dei figli adolescenti sulle donne.
"Non ho risposte certe, ho solo idee in merito e la mia unica esperienza: la donna è una gioia e un guaio per l'uomo, ma non se ne può fare a meno, ragazzi miei. Il vostro problema è trovarle. Ma sono convinto che ci siano altri Eden da cui Dio abbia avuto altre coppie da cacciare.
Penso che sia una vita dura, la nostra, per sopravvivere, ma che porta una bellezza infinita ad ogni quotidiano risveglio.
Scopriamo attorno a noi meraviglie che non sospettavamo esistessero. Ma anche pericoli: fuori e dentro di noi.
Penso che questo Mondo sia grande sì, ma anche piccolo abbastanza da farci incontrare altri gruppi di persone e perpetuare la specie umana che è ancora in divenire.
Abbiamo il potere di rendere questa Terra un Eden fatto da noi.
Ma il suo cuore di padre sa di non essere stato ascoltato con attenzione, dalla fretta con la quale il maggiore gli volge le spalle.


Dov’è Abele? Non ne ho conto,
mica sono il suo custode
dacché prende la Tua lode
se un agnello, riverente,
lui ti porge in sacrificio;
per la mia fatica niente!
E il frumento in beneficio
e la frutta ti ho portato.
Manco poco hai ringraziato!
Certo lui è delicato:
pastura il gregge nel prato,
mentr’io mi spacco la schiena
nei campi con buona lena.
Lo faccio da sempre col babbo
che sa che lavoro e non gabbo,
ma un compenso diverso deploro
a scàpito del mio lavoro.
Son geloso, sì, rabbioso,
ora molto vergognoso;
devo dirlo: l’ho colpito,
la mia forza m'ha tradito,
atterrandolo all’istante
senza vita fra le piante.
Andrò solo per quel mondo
che nessuno ha visto a fondo;
che sia pegno del perdono
se la rabbia qui abbandono.
Ma il suo cuore di padre sa di non essere stato ascoltato con attenzione, dalla fretta con la quale il maggiore gli volge le spalle.


Dov’è Abele? Non ne ho conto,
mica sono il suo custode
dacché prende la Tua lode
se un agnello, riverente,
lui ti porge in sacrificio;
per la mia fatica niente!
E il frumento in beneficio
e la frutta ti ho portato.
Manco poco hai ringraziato!
Certo lui è delicato:
pastura il gregge nel prato,
mentr’io mi spacco la schiena
nei campi con buona lena.
Lo faccio da sempre col babbo
che sa che lavoro e non gabbo,
ma un compenso diverso deploro
a scàpito del mio lavoro.
Son geloso, sì, rabbioso,
ora molto vergognoso;
devo dirlo: l’ho colpito,
la mia forza m'ha tradito,
atterrandolo all’istante
senza vita fra le piante.
Andrò solo per quel mondo
che nessuno ha visto a fondo;
che sia pegno del perdono
se la rabbia qui abbandono.