[H23] L'ultravivente (Revisionato)
Posted: Thu Nov 09, 2023 8:41 pm

[H23] L'ultravivente
Hanno dimenticato di infilarmi le calze. Fa male camminare sulle ossa... vorrei lo provassero anche loro. Bastardi. Io non ho quasi più pelle né carne, ma loro sono senza midollo spinale e senza cervello. Maledetto il giorno che ho accettato di fare da cavia all'esperimento di questa clinica universitaria, nel reparto della suprema longevità: l'imperitura cazzata. L'artefice del procedimento a elisir continuato mi diceva di non essersi voluto sottoporre al procedimento per assistere chi vi sottoponeva con la sua migliore competenza. In pratica, lui è morto il secolo scorso e io gli sopravvivo in mano a quella banda di dottorucoli che vivono e vivranno sempre a mio carico.
Hanno interrotto dialisi e endovenose per nutrirmi e elisirarmi, accennando a denti stretti a un fantomatico "piano B". Combinazione: è successo in coincidenza con il decesso dell'uomo più longevo della terra, che adesso sono io, coi parametri vitali registrati il giorno dopo il decesso del precedente detentore del primato di ultravivente.
Ho rabbrividito e udito le arcate dei miei denti sbattere l'una contro l'altra.
Adesso, a distanza di tempo, che non so più misurare, mi hanno anche cambiato camera e sono al gelo col solo pigiama e un lenzuolo. Tra l'altro è una doppia. Quello nel letto accanto - peraltro nemmeno centenario, a occhio e croce - dev'essere una cavia del programma che non ha superato gli esami di ammissione.
Sono decenni che non ricevo visite da parenti: tutti morti.
Il mio cuore (mio?) pompa ancora il mio sangue (o d'altrui?) nelle arterie che lo portano in giro e nelle vene che glielo rendono per pulirlo. Ma manca troppa pelle a protezione di tutto il sistema. Questa è la verità.
Dagli occhi occhi super infossati riesco ancora a vedere con la coda dell'occhio.
Da macerati arti si sta squamando, con la pelle, anche il primo strato di carne.
La donna che entra e si accosta al letto del mio vicino è in lacrime mentre gli accarezza il viso immobile. Poi, alza lo sguardo verso di me, mi si avvicina e urla, facendo un salto, mentre la sua borsetta si rovescia sul mio letto, mentre io cerco di alzarmi per educazione. Lei fugge e la mia visione laterale cade sugli oggetti e sul binomio borsetta - specchietto. Infatti, eccolo, lo prendo: un cammeo incornicia una superficie riflettente. Da non so quanti lustri non vedo il mio volto. Gli specchi sono banditi in questo reparto.
Mi urlo dentro dal terrore di scorgere il mio teschio ma il grido non trova più né laringe né lingua per uscire né il fiato si articola dai polmoni collassati. I globi oculari sono così infossati nelle orbite che devo piegare innaturalmente il cranio per vedere bene. Bene... un eufemismo che non rende la chiarezza del messaggio che mi arriva, e una doppia consapevole paura.
Mi hanno spostato dalla corsia all'obitorio. Sono un cadavere ambulante donato alla scienza, da cavia viva e consapevole. Sono condannato a vivere? Sarò il primo cadavere sepolto vivo?
Hanno interrotto dialisi e endovenose per nutrirmi e elisirarmi, accennando a denti stretti a un fantomatico "piano B". Combinazione: è successo in coincidenza con il decesso dell'uomo più longevo della terra, che adesso sono io, coi parametri vitali registrati il giorno dopo il decesso del precedente detentore del primato di ultravivente.
Ho rabbrividito e udito le arcate dei miei denti sbattere l'una contro l'altra.
Adesso, a distanza di tempo, che non so più misurare, mi hanno anche cambiato camera e sono al gelo col solo pigiama e un lenzuolo. Tra l'altro è una doppia. Quello nel letto accanto - peraltro nemmeno centenario, a occhio e croce - dev'essere una cavia del programma che non ha superato gli esami di ammissione.
Sono decenni che non ricevo visite da parenti: tutti morti.
Il mio cuore (mio?) pompa ancora il mio sangue (o d'altrui?) nelle arterie che lo portano in giro e nelle vene che glielo rendono per pulirlo. Ma manca troppa pelle a protezione di tutto il sistema. Questa è la verità.
Dagli occhi occhi super infossati riesco ancora a vedere con la coda dell'occhio.
Da macerati arti si sta squamando, con la pelle, anche il primo strato di carne.
La donna che entra e si accosta al letto del mio vicino è in lacrime mentre gli accarezza il viso immobile. Poi, alza lo sguardo verso di me, mi si avvicina e urla, facendo un salto, mentre la sua borsetta si rovescia sul mio letto, mentre io cerco di alzarmi per educazione. Lei fugge e la mia visione laterale cade sugli oggetti e sul binomio borsetta - specchietto. Infatti, eccolo, lo prendo: un cammeo incornicia una superficie riflettente. Da non so quanti lustri non vedo il mio volto. Gli specchi sono banditi in questo reparto.
Mi urlo dentro dal terrore di scorgere il mio teschio ma il grido non trova più né laringe né lingua per uscire né il fiato si articola dai polmoni collassati. I globi oculari sono così infossati nelle orbite che devo piegare innaturalmente il cranio per vedere bene. Bene... un eufemismo che non rende la chiarezza del messaggio che mi arriva, e una doppia consapevole paura.
Mi hanno spostato dalla corsia all'obitorio. Sono un cadavere ambulante donato alla scienza, da cavia viva e consapevole. Sono condannato a vivere? Sarò il primo cadavere sepolto vivo?
Un abisso di disperazione mi scuote tutto, pur restando immobile visto dall'esterno, lo so, inchiodato al mio letto di dolore.
Neppure i miei denti a vista riescono a sbattere e a farsi sentire. Non mi muovo più e sono vivo... voglio morire, aiutatemi. Ahhhhh.
Il mio corpo non verrà cremato, questa era l'intesa, ma adesso me ne pento. Ho firmato che lasciavo il mio corpo alla scienza ma così chi può impedire loro di seguitare a monitorarmi da cadavere tenuto in vita?
O verrò davvero sepolto vivo? Questo è il mio terrore... Il raccapriccio mi monta dentro e mi gela il sangue, che già faticava a scorrere.
Dopo essermi visto allo specchio, l'orrore mi ha bloccato tutto. Non posso nemmeno piangere o pisciarmi addosso. Come posso far capire che sono ancora vivo?
Il collaterale dramma di non avere voce è rappresentato dal mio strazio muto quando torna la vedova aggrappata a un infermiere, e mi indica articolando lamentosi mugolii.
Il mio corpo non verrà cremato, questa era l'intesa, ma adesso me ne pento. Ho firmato che lasciavo il mio corpo alla scienza ma così chi può impedire loro di seguitare a monitorarmi da cadavere tenuto in vita?
O verrò davvero sepolto vivo? Questo è il mio terrore... Il raccapriccio mi monta dentro e mi gela il sangue, che già faticava a scorrere.
Dopo essermi visto allo specchio, l'orrore mi ha bloccato tutto. Non posso nemmeno piangere o pisciarmi addosso. Come posso far capire che sono ancora vivo?
Il collaterale dramma di non avere voce è rappresentato dal mio strazio muto quando torna la vedova aggrappata a un infermiere, e mi indica articolando lamentosi mugolii.
Voglio morire, aiutami! Aiu...
Cerco di tirarmi su ma sento la schiena collassare tra anello e anello della spina dorsale. Intanto, l'efficacia contro il dolore della narcosi indotta dall'elisir va scemando, e già mi prefiguro uno scenario di cruento dolore senza voce.
Scorgo con la coda dell'occhio un lampo di soddisfazione nello sguardo dell'infermiere.
Il team è convinto: s'è vinta l'impresa.
La morte sbadiglia: s'allunga l'attesa.
Cerco di tirarmi su ma sento la schiena collassare tra anello e anello della spina dorsale. Intanto, l'efficacia contro il dolore della narcosi indotta dall'elisir va scemando, e già mi prefiguro uno scenario di cruento dolore senza voce.
Scorgo con la coda dell'occhio un lampo di soddisfazione nello sguardo dell'infermiere.
Il team è convinto: s'è vinta l'impresa.
La morte sbadiglia: s'allunga l'attesa.