Foglio d'album (titolo provvisorio)
Posted: Thu Sep 09, 2021 4:44 pm
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Debora stava ascoltando il suo disco preferito. Non sapendo quale versione scegliere, optò per una rarissima ristampa in vinile. Aveva una vera e propria passione per questo tipo di supporto, tanto da avere una vasta parte della sua libreria piena di 45 e 33 giri. Tutte le volte che la paghetta glielo consentiva, cercava di soddisfare la sua sconfinata curiosità musicale; e mentre tornava a casa, le capitava spesso di rendersi conto di aver speso due o tre centesimi in più rispetto a quanto aveva preventivato. Condivideva questa sua passione con Federica, una ragazza che amava così tanto la musica da avere sempre le cuffiette alle orecchie; si concentrava talmente tanto nell’ascolto da non rendersi conto di tutto ciò che le accadeva intorno. Aveva davvero tanti amici; una tra loro era veramente particolare: si chiamava Alessia, ma tutti la chiamavano Michi. Era una grande appassionata di filosofia. Nonostante amasse problematizzare facendo ragionamenti incredibilmente complessi - dimostrando tra l’altro un’intelligenza e un talento fuori dal comune - riusciva comunque a esporre il suo pensiero in modo semplice. Era in un periodo di intensa creatività e mordeva il freno; stava cercando un modo per farsi strada nel mondo del pensiero: non aveva mai scritto niente ma adesso, alla candida età di 20 anni, sentiva che era giunto il momento di mettersi in gioco. Si sentiva pronta a fare il grande salto. Sapeva di avere delle cose da dire e aveva tutte le carte in regola per riuscirci. Nel frattempo però, stava maturando la consapevolezza che era anche alla ricerca di qualcosa che andasse oltre alla sua grande passione per il grande universo della filosofia. Decise quindi di andare nel vicinissimo convento delle suore domenicane spinta dal semplice intento di capire. Era davvero felice di andarci, anche perché da anni desiderava fermarsi a salutare le dipendenti della piccola libreria del paesino dove aveva fatto uno lungo tirocinio. Ma all’improvviso cambiò idea, non solo perché si accorse che la libreria era chiusa, ma anche perché aveva capito che era importante trovare una risposta alle domande che erano emerse. Mentre camminava, si sentiva leggera come una piuma e aveva la sensazione di osservarsi dall’esterno: era consapevole che tutti i suoi perché stavano finalmente per dissolversi, in modo da riuscire a collocare ogni tassello della sua vita al posto giusto. Sapeva anche che stava per fare un passo molto delicato che necessitava un’attenta e approfondita riflessione, ma tutto quel pensare la portava all’unica conclusione che quella poteva essere la sua strada. Doveva solo aprire il suo cuore e mettere il tutto nelle mani del suo direttore spirituale. Mentre camminava, finiva di ascoltare la sua nuova playlist di canzoni inedite: gestiva un blog e aveva sempre piacere di ascoltare musica nuova. Era l’ennesimo disco che ascoltava e non riusciva a trovare un artista che la soddisfacesse davvero. Non era facile per lei riuscire a trovare un cantante che le affidasse l’ascolto del suo EP, dell’antologia o del singolo che anticipa l’album, perché era risaputo che aveva un gusto incredibile per la stroncatura mediato da una scrittura tesa ma godibilissima. Le sembrò di vivere in un sogno quando si trovò davanti alla porta d’ingresso del chiostro proprio alla fine di una delle canzoni. Il suo cuore batteva forte perché sapeva che aveva preso in mano la sua vita e stava per darle l’importanza che merita. Proprio in quel momento la porta scorrevole si aprì e apparve suor Barbara.
-Michi! Che bello vederti! Io e le sorelle abbiamo pregato tanto per te. Vuoi venire in cappella con noi?
-C’è padre Lauro? Sono qui per parlare con lui.
Barbara sorrise e annuì. Quel giorno, Michi entrò in chiesa col cuore che batteva forte: in quel momento, nessuno era più felice di lei. Era in un luogo dove si sentiva a casa: sapeva che in quell’ambiente riusciva a esprimere sé stessa con naturalezza. Appena entrò nella cappella si stupì del fatto che quel luogo era rimasto esattamente come se lo ricordava. Doveva soltanto cercare di ricollocare mentalmente alcune cose che avevano subito dei piccoli spostamenti, ma questo non influì minimamente sulla gioia grande che provava.
Appena la porta si chiuse alle sue spalle, Michi fece il segno della croce e si mise a sedere nei primi banchi. Poi giunse le mani, chiuse gli occhi e disse una splendida preghiera a Colui che amava con tutta sé stessa e che era sempre stato il suo universo sin da quando era piccolissima. Era ancora
concentrata nella preghiera, quando si accorse che la Messa stava per iniziare. Fu in quel momento che si sentì accarezzare la spalla destra. Immaginò che potesse trattarsi di Miriam, la ragazza che Michi conosceva da moltissimo tempo. Si ricordò di tutte quelle volte in cui, ai tempi del liceo,
passavano gran parte del loro tempo libero a ascoltare, rigorosamente da vinile, gli album più importanti del buon rock progressivo. In quel periodo, Michi era fissata con Close To The Edge degli Yes, e lo riproponeva spesso, perché affermava che l’ascolto di quel disco spiegasse molte
cose. Tutto questo la portava a sorridere. Pensò anche che conoscere Miriam poteva essere per lei
un motivo di arricchimento spirituale per lei, perché aveva fatto un po’ di strada in più in quel cammino e quindi avrebbe avuto molte cose da insegnarle. Stava riflettendo su tutto questo quando suor Ilenia le si avvicinò.
-Tra poco Padre Lauro sarà qui. Alessia si limitò ad annuire. Era lì proprio per parlare con lui. Mentre aspettava, tornò a seguire il corso dei suoi pensieri. Ma all’improvviso…
-Michi?
Alessia si arrestò bruscamente. Quella voce le suonava familiare, ma non capiva come mai fosse passato così tanto tempo dall’ultima volta in cui aveva parlato con quella persona. A quel punto, Michi tornò ad abbandonarsi ai suoi pensieri, anche perché sapeva di aver completamente dimenticato il nome di quella ragazza e che le era rimasta impressa solo la voce.
-Ci conosciamo? -, disse Michi girandosi
-Guardami bene!
E fece una giravolta su sé stessa. Michi non poteva credere ai suoi occhi. Non poteva più nascondere la grande gioia che provava. Ormai era indubbio: aveva davanti a lei la ragazza con cui, negli anni delle superiori, aveva condiviso la grande passione per la lettura. Leggevano veramente
di tutto, e non si lasciavano minimamente spaventare dalla difficoltà dei libri che affrontavano. Prediligevano soprattutto libri particolarmente impegnativi, anche perché poi la soddisfazione nel condividere ciò che avevano letto era grande.
Debora stava ascoltando il suo disco preferito. Non sapendo quale versione scegliere, optò per una rarissima ristampa in vinile. Aveva una vera e propria passione per questo tipo di supporto, tanto da avere una vasta parte della sua libreria piena di 45 e 33 giri. Tutte le volte che la paghetta glielo consentiva, cercava di soddisfare la sua sconfinata curiosità musicale; e mentre tornava a casa, le capitava spesso di rendersi conto di aver speso due o tre centesimi in più rispetto a quanto aveva preventivato. Condivideva questa sua passione con Federica, una ragazza che amava così tanto la musica da avere sempre le cuffiette alle orecchie; si concentrava talmente tanto nell’ascolto da non rendersi conto di tutto ciò che le accadeva intorno. Aveva davvero tanti amici; una tra loro era veramente particolare: si chiamava Alessia, ma tutti la chiamavano Michi. Era una grande appassionata di filosofia. Nonostante amasse problematizzare facendo ragionamenti incredibilmente complessi - dimostrando tra l’altro un’intelligenza e un talento fuori dal comune - riusciva comunque a esporre il suo pensiero in modo semplice. Era in un periodo di intensa creatività e mordeva il freno; stava cercando un modo per farsi strada nel mondo del pensiero: non aveva mai scritto niente ma adesso, alla candida età di 20 anni, sentiva che era giunto il momento di mettersi in gioco. Si sentiva pronta a fare il grande salto. Sapeva di avere delle cose da dire e aveva tutte le carte in regola per riuscirci. Nel frattempo però, stava maturando la consapevolezza che era anche alla ricerca di qualcosa che andasse oltre alla sua grande passione per il grande universo della filosofia. Decise quindi di andare nel vicinissimo convento delle suore domenicane spinta dal semplice intento di capire. Era davvero felice di andarci, anche perché da anni desiderava fermarsi a salutare le dipendenti della piccola libreria del paesino dove aveva fatto uno lungo tirocinio. Ma all’improvviso cambiò idea, non solo perché si accorse che la libreria era chiusa, ma anche perché aveva capito che era importante trovare una risposta alle domande che erano emerse. Mentre camminava, si sentiva leggera come una piuma e aveva la sensazione di osservarsi dall’esterno: era consapevole che tutti i suoi perché stavano finalmente per dissolversi, in modo da riuscire a collocare ogni tassello della sua vita al posto giusto. Sapeva anche che stava per fare un passo molto delicato che necessitava un’attenta e approfondita riflessione, ma tutto quel pensare la portava all’unica conclusione che quella poteva essere la sua strada. Doveva solo aprire il suo cuore e mettere il tutto nelle mani del suo direttore spirituale. Mentre camminava, finiva di ascoltare la sua nuova playlist di canzoni inedite: gestiva un blog e aveva sempre piacere di ascoltare musica nuova. Era l’ennesimo disco che ascoltava e non riusciva a trovare un artista che la soddisfacesse davvero. Non era facile per lei riuscire a trovare un cantante che le affidasse l’ascolto del suo EP, dell’antologia o del singolo che anticipa l’album, perché era risaputo che aveva un gusto incredibile per la stroncatura mediato da una scrittura tesa ma godibilissima. Le sembrò di vivere in un sogno quando si trovò davanti alla porta d’ingresso del chiostro proprio alla fine di una delle canzoni. Il suo cuore batteva forte perché sapeva che aveva preso in mano la sua vita e stava per darle l’importanza che merita. Proprio in quel momento la porta scorrevole si aprì e apparve suor Barbara.
-Michi! Che bello vederti! Io e le sorelle abbiamo pregato tanto per te. Vuoi venire in cappella con noi?
-C’è padre Lauro? Sono qui per parlare con lui.
Barbara sorrise e annuì. Quel giorno, Michi entrò in chiesa col cuore che batteva forte: in quel momento, nessuno era più felice di lei. Era in un luogo dove si sentiva a casa: sapeva che in quell’ambiente riusciva a esprimere sé stessa con naturalezza. Appena entrò nella cappella si stupì del fatto che quel luogo era rimasto esattamente come se lo ricordava. Doveva soltanto cercare di ricollocare mentalmente alcune cose che avevano subito dei piccoli spostamenti, ma questo non influì minimamente sulla gioia grande che provava.
Appena la porta si chiuse alle sue spalle, Michi fece il segno della croce e si mise a sedere nei primi banchi. Poi giunse le mani, chiuse gli occhi e disse una splendida preghiera a Colui che amava con tutta sé stessa e che era sempre stato il suo universo sin da quando era piccolissima. Era ancora
concentrata nella preghiera, quando si accorse che la Messa stava per iniziare. Fu in quel momento che si sentì accarezzare la spalla destra. Immaginò che potesse trattarsi di Miriam, la ragazza che Michi conosceva da moltissimo tempo. Si ricordò di tutte quelle volte in cui, ai tempi del liceo,
passavano gran parte del loro tempo libero a ascoltare, rigorosamente da vinile, gli album più importanti del buon rock progressivo. In quel periodo, Michi era fissata con Close To The Edge degli Yes, e lo riproponeva spesso, perché affermava che l’ascolto di quel disco spiegasse molte
cose. Tutto questo la portava a sorridere. Pensò anche che conoscere Miriam poteva essere per lei
un motivo di arricchimento spirituale per lei, perché aveva fatto un po’ di strada in più in quel cammino e quindi avrebbe avuto molte cose da insegnarle. Stava riflettendo su tutto questo quando suor Ilenia le si avvicinò.
-Tra poco Padre Lauro sarà qui. Alessia si limitò ad annuire. Era lì proprio per parlare con lui. Mentre aspettava, tornò a seguire il corso dei suoi pensieri. Ma all’improvviso…
-Michi?
Alessia si arrestò bruscamente. Quella voce le suonava familiare, ma non capiva come mai fosse passato così tanto tempo dall’ultima volta in cui aveva parlato con quella persona. A quel punto, Michi tornò ad abbandonarsi ai suoi pensieri, anche perché sapeva di aver completamente dimenticato il nome di quella ragazza e che le era rimasta impressa solo la voce.
-Ci conosciamo? -, disse Michi girandosi
-Guardami bene!
E fece una giravolta su sé stessa. Michi non poteva credere ai suoi occhi. Non poteva più nascondere la grande gioia che provava. Ormai era indubbio: aveva davanti a lei la ragazza con cui, negli anni delle superiori, aveva condiviso la grande passione per la lettura. Leggevano veramente
di tutto, e non si lasciavano minimamente spaventare dalla difficoltà dei libri che affrontavano. Prediligevano soprattutto libri particolarmente impegnativi, anche perché poi la soddisfazione nel condividere ciò che avevano letto era grande.