Lizz ha scritto: Invece, parlando strettamente di comportamenti catartici/negativi: se da un lato capisco che per i bambini davvero piccoli sia liberatorio leggere storie in cui si può combinare di tutto senza che ci siano conseguenze, dall'altro mi chiedo: non sarebbe meglio far loro capire che, nel mondo reale, ogni cosa poi porta delle conseguenze?Secondo me, in un modo o nell'altro, il pensiero dell'autore esce sempre, almeno un pochino, dalle righe di una storia. Se ci pensi bene, i bambini sanno benissimo che le azioni portano conseguenze: vengono messi in punizione e sgridati e gli viene detto di no. Loro lo sanno, quando leggono possono anche credere di essere in grado di uccidere draghi e scovare tesori e volare sopra i tetti.
Scrivere per bambini, molto più che non scrivere per ragazzi, è difficilissimo. Si crede, erroneamente, che sia facile perché sono bambini, ma è una bugia. Se non vi impegnate, sia sulla trama che sulla lingua che sullo stile, un bambino ci mette un secondo a buttare di lato la vostra storia, proprio perché non sa ancora leggere bene e anche perché non ha il bagaglio di esperienza dell'adulto che potrebbe pensare di leggere ancora qualche riga per vedere se la storia ingrana.
Fate frasi corte e chiare, usate immagini vivide, usate i colori, gli odori, i sapori, i rumori, i cinque sensi, insomma. Pensate al mondo di un bambino di 7 anni, se scriverete per la fascia delle prime letture, rispettate quel mondo e metteteci qualcosa in più.
Per quanto riguarda quando un libro sia adatto o meno a una certa fascia d'età, questo è un discorso soggettivo per ogni persona io credo. Alcuni bambini leggono molto e sono in grado di affrontare trame più complesse, altri no.
Le tematiche sono sempre in discussione perché si cerca di addolcire la storia per i bimbi, ma loro sanno tutto, non credete! Sanno e capiscono più di noi, siamo noi che abbiamo bisogno di qualcuno che ci spiega perché esiste la morte, per i bambini la morte fa parte del ciclo della vita.
In ogni caso, le tematiche sono personali e voi le affronterete secondo la vostra moraale, credenza e sensibilità, c'è spazio per tutto e per tutti, soprattutto nell'editoria per ragazzi. La fascia delle prime letture è sempre alla ricerca di testi nuovi, divertenti e coinvolgenti su cui i bambini imparino a leggere.
Le fasce d'età, per tornare al discorso di prima, sono una questione di mercato e di scaffale. Sono proprio storicamente nate per mettere ordine nelle librerie e indirizzare i librai e gli editori nella vendita e nel marketing del prodotto.
Secondo me, e sottolineo che questa è solo la mia opione, la lettura dovrebbe essere a libero accesso. Tante cose si comprendono, tante altre no. Qualcuna si domanda, altre nemmeno si notano.
Ai bambini piace spaventarsi, molto meglio spaventarsi su un libro che non nella vita vera, è un gran bel palliativo. Io ricordo ancora l'impressione e la paura che provavo quando leggevo It e avevo 11 anni. L'ho letto più di una volta, ora so che volevo spaventarmi e che sapevo di poterlo fare perché ero al sicuro, avrei chiuso il libro e la paura sarebbe rimasta là dentro.