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Re: [MI164] Prima della scuola

@Almissima , @Poeta Zaza@Alba359 Grazie.
Poeta Zaza ha scritto: Strano che una pigna faccia quell'effetto! E poi perché dici subito "Cadde morto" come un fatto assodato e poi, nel prosieguo, fai capire che non ne è sicura la morte: alla fine sì, ma perché allora partire dal "Cadde morto?" Meglio: cadde come morto, così avrebbe più senso il fatto che i compagni lo soccorrano, perché il prestare aiuto è per i vivi. Se no, dovresti cercare un verbo più attinente al caso.
Il fatto è si assodato, ma ovviamente gli altri che assistevano la scena non lo potevano sapere, il dubbio in loro c'era. D'altronte se dovesse capitare a chiunque di trovarsi qualcuno che gli muore davanti certamente lo soccorre.
Alba359 ha scritto: Brutta ripetizione troppo vicina. Trova un sinonimo
In genere sono accorto alle ripetizioni, ma in qualsiasi testo che scrivo non mi accorgo subito di certi errori nell'immediato, ma solo se lo rileggo dopo tempo e anche dopo una lunga riflessione, ma dato il periodo limitato del MI tale possibilità non l'ho avuta. Mi sono accorto tuttavia che alcune ripetizioni in realtà sono semplicemente rindondanti, non ci vuole un sinonimo ma andrebbero omesse.
Alba359 ha scritto: che ci lascia la curiosità di sapere tutto di Mattia. Di sapere perchè chi lo cerca, invece, sa del suo potere e di quale missione si tratta.

Se hai in testa una bella idea devi organizzarla con un buon inizio, uno svolgimento e un bel finale: cosa che manca al tuo racconto.
Allora @Mithrandir  non offenderti per  le correzioni, io ne ho avute anche di peggio, non mi sono mai abbattuta e ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutato con i loro commenti. Non vedo l'ora di vedere i tuoi progressi, se parteciperai ancora al MI
No non mi offendono, anzi mi hanno aiutato a capire il mio stile di scrittura da un altro punto di vista, facendomi rendere conto di cose di cui non avrei altrimenti mai fatto caso. Il problema dell'organizzazione riguarda la mia tendenza di scrivere testi piuttosto lunghi. Diciamo che ho lasciato parte della conclusione alla fantasia del lettore per evitare di scrivere un altro capitolo. Però evidentemente non era secondo le mie aspettative. Devo lavorarci su.
Alba359 ha scritto: Bentrovato Mithrandir, ti sei buttato subito nel MI, ha fatto bene, vedrai che i commenti ti aiuteranno moltissimo.
Poeta Zaza ha scritto: In conclusione, il tuo racconto è intrigante e l'idea è buona. Hai una buona penna e padroneggi sintassi e punteggiatura.
Mi fa molto piacere scoprirti qui nel mitico Mezzogiorno d'inchiostro, subito dopo il tuo approdo al CdM.
Ti auguro di trovarti bene con noi e di ripetere questa esperienza che, ti avviso, dà una felice "dipendenza".  :D

Una buona prova di esordio: bravo, @Mithrandir   :)
Capitava che di tanto in tanto già dessi un'occhiata al forum e già sapevo di questa gara. In passato, ma molto tempo fa, ero iscritto al vechio WD, ma non avevo mai partecipato ad alcuna gara, e non ero stato molto attivo. Per stimolare la mia scrittura, ed "evadere" dalle mie poche tematiche "rigide", ed essendomi iscritto casualmente proprio nel perido in cui si stava per fare questa gara, mi sono chiesto: "Perché no?", e ho deciso di partecipare.

Re: [MI164] Prima della scuola

@Mina  grazie per i consigli.
Mina ha scritto: Tre aggettivi già nella prima frase è pesante. Tra l'altro due in ioso: a leggerlo ad alta voce non suona molto bene
È vero, con gli aggettivi tendo ad esagerare, soprattutto quando voglio appunto "delineare un quadro". Mi piace farlo in maniera tale da trasmettere emozione, ma anche per rallentare il ritmo prima di entrare nel cuore del racconto, evidentemente devo pensare a delle alternative. Ai suoni tendo a non pensarci (tranne se scrivo un testo poetico).
Mina ha scritto: dom mar 06, 2022 11:24 pmOcchio alla ripetizione
Ogni volta che scrivo un testo sono sempre accorto ad evitare le ripetizioni, scivendo dei sinonimi.  Tuttavia in questo caso, solo ora riesco a pensarci, le parole ogni mattina  potrei semplicemente ometterle. Dunque, insieme anche alle altre correzione segnalate dopo:

Le strade erano piene di bambini e ragazzi che, come ogni mattina, lasciavano le loro case per andare a scuola. Mattia si alzò dal letto, si vestì, fece colazione e, zaino in spalla, uscì.  Fischiettando percorse la solita strada.
Mina ha scritto: dom mar 06, 2022 11:24 pmTre parole per dirci la stessa cosa, cioè che è sereno. Direi di tenerne una sola e, visto che sono un fan di far passare un concetto non con la parola astratta - "sereno" - ma con la sua manifestazione fisica, direi ti tenere solo "fischiettando" oppure "canticchiando"
Ho la tendenza ad essere esplicito anzicché esprimere concetti in maniera velata e in modo tale che possono essere intuiti dal lettore, ci devo lavorare su.
Mina ha scritto: dom mar 06, 2022 11:24 pmQuesto passaggio mi ha lasciato così:  :o e poi: "ma che razza di pigne ci sono davanti a quella scuola???"

Ecco, intendo dire che avrei esplicitato subito che in quella pigna c'è qualcosa di paranormale, direi che cade a velocità impossibili per la fisica conosciuta, o che diventa dura e pesante come il più pesante dei metalli, o qualcosa del genere. Altrimenti, un uomo che muore per una semplice pigna ha un effetto troppo comico, direi parodistico.
Questo potere è un qualcosa di mia invenzione già utilizzato in altre mie opere. Non si tratta di paranormale ma agisce in piena armonia con le leggi della fisica. Il potere lo si potrebbe accumunare alla fortuna, ma in realtà non è la stessa cosa. Fa accadere le cose meno probabili al momento giusto e in vantaggio di chi lo utilizza. Chi questo potere riesce bene a controllarlo può utilizzarlo con un succo di paranormalità, per esempio potrebbe muovere un oggetto con il pensiero, ma in realtà è il vento che, per esempio,  lo muove. Nel racconto gli eventi meno probabili sono: che una pigna cresca piuttosto grande rispetto alle altre, che la stessa cada proprio mentre l'uomo ci passa sotto e che il colpo che riceve sia mortale. Potrebbe essere più facile vincere al lotto (e ancora di più lo è essere colpiti da un fulmine) che morire colpiti da una pigna, ma per mezzo di questo potere può accadere.

[MI164] Prima della scuola

Traccia di mezzogiorno: Il segreto

Commento


Una tranquilla mattina di primavera si apriva nel melodioso e armonioso canto degli uccelli: passeri, merli, rondini e tanti altri svolazzavano qua e là. Il cielo era per lo più sereno, tranne per qualche nuvola e il sole dietro di loro faceva capolino, mentre il paesaggio si ombrava e si illuminava. Le strade erano piene di bambini e ragazzi che, come ogni mattina, lasciavano le loro case per andare a scuola. Mattia come ogni mattina si alzò dal letto, si vestì, fece colazione, zaino in spalla e uscì. Camminò sereno, fischiettando e canticchiando, percorrendo quella strada che faceva ogni mattina. Arrivò presso il parchetto antistante la scuola. Sbuffò all'idea di dover entrare, ma si rallegrò quando guardando l'orologio scoprì che erano le sette e mezza, ed era dunque mezz'ora abbondante in anticipo. Si sedette su una panchina, poi aguzzò l'occhio cercando di vedere se vi fosse qualche amico. Di solito prima di entrare si intratteneva con Michele e Luigi, ma evidentemente ancora non erano arrivati. Poi da lì si alzò e passeggiò qua e là.

"L'avete trovato?", fu la voce di una donna che egli udì. "No", le rispose un uomo. "Di solito gironzola da queste parti prima della scuola, lo troveremo di sicuro". Mattia si girò, e vide due uomini e una donna che discorrevano tra loro, in piedi vicino ad una panchina. Egli fu curioso di capire cosa stessero dicendo. Origliare, sapeva, era maleducazione, ma lui voleva capire almeno di cosa stessero parlando. Si avvicinò di soppiatto, e si posizionò dietro un cespuglio, fingendo di essere lì semplicemente in attesa come gli altri bambini. "Mi ricordate com'è questo ragazzotto?", chiese il terzo uomo. "Questa è l'ultima volta che lo ripeto", gli disse la donna. "Ha dieci anni, è magro, ha i capelli lunghetti, castani e crespi, gli occhi marroni". Mattia all'udire quelle parole fu colpito: "Ma questa non è la mia descrizione?", pensò tra sé. Egli divenne timoroso, e si rannicchiò nella speranza di non essere visto. Egli guardò gli altri bambini intorno. Poi scosse la testa: "Forse mi sbaglio, ci sono altri bambini che mi somigliano". "Di solito si veste in blu", disse ancora quella donna. Mattia si guardò indosso. "Oggi non ho nessun indumento blu", pensò. "Posso sentirmi tranquillo". Stava per rialzarsi disinvolto, finché udì l'altra frase: "Va a scuola solitamente con uno zaino della Fibers color rosso e un giubbotto verde scuro". Egli si rese conto che il suo giubbotto era davvero verde scuro e lo zaino era proprio color rosso della Fibers, si ricordò inoltre che altri giorni si vestiva di blu, il suo colore preferito. "Oh, mamma!", esclamò, alzando la voce. Si coprì la bocca con le mani. "Questi mi sentono", pensò. Provò ad alzarsi lentamente e a sbirciare. Vide che uno dei due uomini guardava nella sua direzione: era fregato. Poi si rannicchiò ancora, ma poiché non udiva alcuna reazione si rese conto che era ancora al sicuro. Mattia decise di allontanarsi da lì, di soppiatto. Rannicchiato camminò pian piano, cercando di non fare rumore. Una volta lontano si alzò eretto. Si girò: non l'avevano visto. Egli fece un respiro di sollievo. Guardò l'orologio e andò verso la scuola.

"Ehi, ragazzo!", era la voce che udì, non ancora uscito da quel parchetto. Si girò, e accadde proprio quello che non doveva accadere: uno dei due uomini lo stava inseguendo, e dietro di lui vi erano gli altri due un tantino più lontano. "Oh, mamma!", esclamò e in preda al panico scappò. L'uomo gli andò dietro. Mattia dovette fermarsi quando arrivò presso la strada. "Ehi, fermati, c'è una cosa che dobbiamo dirti, non vogliamo farti del male", gli disse ancora. Mattia guardò la strada: non aveva tempo di attraversarla in tutta fretta. Si girò, e vide che quell'uomo oramai era vicino.

Il suo desiderio di salvezza si concretizzò: una pigna, una bella grossa, cadde dall'albero proprio mentre quell'uomo ci passò sotto e lo colpì in pieno alla testa. Cadde morto, e i suoi compagni dovettero fermarsi per soccorrerlo. Mattia l'ultima cosa che vide fu la calca di gente intorno a quell'uomo, che era steso a terra e non si ripigliava e pareva nemmeno più respirasse. Poi Mattia attraversò la via ed entrò a scuola. "Glielo avevo detto che quel ragazzo è pericoloso e bisognava prestare attenzione", disse l'altro uomo alla donna mentre erano in attesa dell'ambulanza. "Il suo potere dovrebbe conoscerlo, e dovrebbe imparare a controllarlo". "Poverino, noi volevamo dirglielo, evidentemente l'abbiamo spaventato", gli disse la donna. "In preda alla paura e alle emozioni il suo potere in bene o in male si scatena. Dobbiamo provare diversamente, ma dobbiamo essere cauti: se saprà la verità tutta in una sola volta, sarà un trauma! Quel ragazzo ci servirà, la missione che dovrà fare è di vitale importanza e spero l'accetti, perché solo lui potrà farla". "Ci approcceremo così, dimmi che ne pensi: ci travestiremo da gelatai e con un furgoncino lo attenderemo all'uscita della scuola, e ritenteremo domani se necessario", le disse l'uomo. "Si, sono d'accordo, allora muoviamoci alla svelta! Non appena lui si riprende...", gli disse la donna. "Chissà se si riprende, sembra morto stecchito!", le disse l'altro.

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