Il mio escatologico canto

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https://www.writersdream.org/forum/foru ... ico-canto/
https://www.writersdream.org/forum/foru ... ufficiale/



specchio d'acqua
l'atmosfera in movimento
spazio proteiforme
tagliente vita

laggiù, orizzontalmente, danza
che scompare a nord.

Dicono del futuro buona cosa,
un intrico
un frammento libero
tensione di un pericolo.

Non oggi. Domani, forse.

L'uomo brucerà nella luce

L'uomo

scintille di dolcezza,
involto di Carne dimenticato

ovunque
sempre

Non sparirà.
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Re: Il mio escatologico canto

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Dal titolo "Il mio escatologico canto" mi sarei aspettato tutt'altro. Leggendo attentamente il tuo componimento poi ho capito che non ci sarebbe stato svolgimento migliore. La tua poesia mi appare nella divisione in versi, nella scelta lessicale molto sperimentale e secondo me non c'è complimento migliore per l'intento stesso della tua poesia. I versi sembrano a volte molecole, a volte atomi sparsi sulla carta che nell'insieme creano un suono, un significato.
La domanda dalla quale scaturiscono i tuoi versi è una domanda che tutti prima o poi ci poniamo. E' interessante come tutto parta da un'immagine legata all'elemento acqua ("specchio d'acqua/ l'atmosfera in movimento"), per poi concludersi con un'altra invece legata al fuoco, all'esplosione ("scintille di dolcezza"). In questa tua espressione io individuo la volontà di voler proporre il concetto del Big Bang, che dovrebbe essere l'inizio di tutto, come fine del tutto, ma con una consistenza diversa, dolce.
E' importante, come sottolineato dall'aggettivo possessivo presente nel titolo, la tua visione/previsione. L'uomo, seppur carne e seppure dimenticata, sempre e ovunque, non sparirà. E' una visione ottimistica che mi piacerebbe condividere in tutto e per tutto, ma la mia natura e i miei dubbi non mi permettono di godere della tua speranza. 
Ecco, forse la fine è il punto che avresti potuto esprimere meglio, aldilà di ogni pensiero personale. Dal punto di vista poetico, forse hai usato delle parole che danno luogo a delle immagini un po' trite e ritrite. Attenzione, io penso che a volte le cose più semplici e perché no anche banali possano essere tra quelle più poetiche in assoluto. Qui però intendo che avresti potuto sperimentare un po' di più, visto che comunque la poesia, come già detto mi sembra essere abbastanza sperimentale. Forse avresti potuto giocare ulteriormente o con la veste grafica del verso oppure magari avresti potuto trovare una metafora per chiudere il tutto, una di quelle che sembrano del tutto fuori luogo ma che nascondono un significato molto profondo.
Detto ciò, la poesia mi è piaciuta molto e l'ho trovata su suggerimento di @Poeta Zaza  che mi aveva detto che per via del trasferimento del forum c'erano molte poesie qui senza commenti. @Ippolita  ho già letto altro di te, soprattutto nel Writer's Dream e devo dire che ogni volta è un piacere leggere i tuoi componimenti! :D

Re: Il mio escatologico canto

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@Aurelio Mandraffino

Ciao, Aurelio! Che commento stupendo: mi pare di ricordare che sei giovanissimo, pertanto mi complimento ancora di più. 
Aurelio Mandraffino ha scritto: l'ho trovata su suggerimento di @Poeta Zaza  che mi aveva detto che per via del trasferimento del forum c'erano molte poesie qui senza commenti
In particolare, questa poesia partecipava a un contest molto bello e originale: le tracce erano costituite da tre racconti di utenti del forum; bisognava sceglierne uno e procedere secondo le modalità della Blackout Poetry. Non si poteva, pertanto, cambiare in nessun modo le parole presenti nel racconto, ma solo cancellarle. 
Non ricordo se fosse fissato anche il tema, ma non mi pare. 
Purtroppo, con la chiusura del forum il link accluso al mio testo è vano, e non si può più leggere il bel racconto di Libero Seleni (non trovo il nome tra gli iscritti) che mi aveva ispirato questi pensieri volti alle cose ultime.
Aurelio Mandraffino ha scritto: L'uomo, seppur carne e seppure dimenticata, sempre e ovunque, non sparirà. E' una visione ottimistica che mi piacerebbe condividere in tutto e per tutto, ma la mia natura e i miei dubbi non mi permettono di godere della tua speranza. 
Sulla piattaforma del dubbio si incontrano credenti e atei: ben vengano dunque, sempre, perplessità o domande di ogni tipo. 
Più che "visione ottimistica", quella dell'io lirico è una visione di fede, la quale, secondo me, non è mai priva di fatica ed è sempre nutrita di dubbi. 

Davvero non so come ringraziarti per la lettura densa di attenzione e per tutti i complimenti che mi fai. 
Un caro abbraccio, e a presto.
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Re: Il mio escatologico canto

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Ciao @Ippolita il testo, che non ho la pretesa di comprendere del tutto, mi è piaciuto. Soprattutto la descrizione iniziale mi sembra perfetta perché dà il senso di come la poetessa intende il suo rapporto con lo spazio. Quel "dicono" mi sembra ironico. La "luce" mi sembra l'apertura escatologica annunciata dal titolo della poesia. Non sono tanto d'accordo, da un punto di vista filosofico, con l'ultimo verso: anche l'uomo sparirà. Almeno, in queso mondo. Grazie per l'interessante lettura, a presto.
https://domenicosantoro.art.blog/

Re: Il mio escatologico canto

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Domenico S. ha scritto: Non sono tanto d'accordo, da un punto di vista filosofico, con l'ultimo verso: anche l'uomo sparirà. Almeno, in queso mondo. Grazie per l'interessante lettura, a presto.
Grazie a te, @Domenico S., per aver letto e lasciato le tue impressioni, sempre validissime. 
Come scrivevo sopra ad Aurelio, 
Ippolita ha scritto: questa poesia partecipava a un contest molto bello e originale: le tracce erano costituite da tre racconti di utenti del forum; bisognava sceglierne uno e procedere secondo le modalità della Blackout Poetry. Non si poteva, pertanto, cambiare in nessun modo le parole presenti nel racconto, ma solo cancellarle. 
Non ricordo se fosse fissato anche il tema, ma non mi pare. 
Purtroppo, con la chiusura del forum il link accluso al mio testo è vano, e non si può più leggere il bel racconto di Libero Seleni da cui ho tratto il mio componimento.
Un esperimento davvero stimolante, che spero verrà riproposto. 
Grazie ancora!
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Re: Il mio escatologico canto

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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Ho apprezzato molto la chiarezza nel comunicare il pensiero sottostante ai versi, cosa non sempre facile, quando si tratta di interpretare e saper leggere fra le righe di una poesia dei concetti che nel linguaggio della prosa sarebbero coglibili in modo meno ambiguo e più esplicito. Il tema di fondo, per come ho inteso, è l'intuizione di un'idea di universalità, di infinito che come tale, sfugge a ogni pretesa di comprensione razionale che la limiti nei nostri piccoli schemi mentali. Di fronte all'infinito del tempo e dello spazio, ogni cosa deve rassegnarsi ad ammettere come illusoria ogni pretesa di stabilità, aprirsi a tutte le possibili trasformazioni (scrivi opportunamente di "spazio proteiforme"), accettare l'impossibilità di ogni previsione, stante l'inadeguatezza percepita. Questo senso di incertezza di indefinitezza è ben espresso nei versi:  [/font]
Ippolita ha scritto:

Dicono del futuro buona cosa,
un intrico
un frammento libero
tensione di un pericolo.

Non oggi. Domani, forse.

L'uomo brucerà nella luce

in cui si nota il contrasto, nello spazio di due versi, dato dall'accostamento fra "libero" e "pericolo". Qualcosa a cui si associa un significato positivo, la libertà viene presentata come comprendente il suo lato oscuro, il pericolo, i rischi di distruzione che l'imprevedibilità e l'incertezza, percepiti di fronte all'Infinito, comporta, per cui da un lato lo spazio infinito offre infinita libertà, e dall'altro nessuna certezza di stabilità del proprio essere, solo costante pericolo dell'annichilimento. A partire da questo riceve il suo senso questi versi successivi:
Ippolita ha scritto: ven gen 29, 2021 11:17 am L'uomo

scintille di dolcezza,
involto di Carne dimenticato
dove dolcezza e carne dimenticata son concetti che trovano un accostamento nel senso che la fragilità è la stessa idea che da un lato suscita tenerezza e dolcezza e dall'altro è ciò che determina la nullificazione, l'uomo di fronte all'Infinito è nulla, e l'annullamento consiste nella perdita di ogni traccia, cioè la dimenticanza. Eppure la poesia sembra restare aperta alla speranza, alla possibilità che ciò che, cito, "brucia" sia solo l'aspetto mondano, superficiale e non la sua dimensione più autentica e profonda che
Ippolita ha scritto: ven gen 29, 2021 11:17 am ovunque
sempre

Non sparirà.
superando il rischio dell'annichilimento e della dimenticanza. Dal punto di vista stilistico la vedo come componimento essenziale, molto più mirata all'espressione di un certo contenuto teorico piuttosto che a colpire l'emotività tramite una determinata ricerca delle parole, una poesia che vuole più far riflettere che "sentire" in senso stretto, e non lo trovo affatto un difetto. C'è un passo
Ippolita ha scritto: ven gen 29, 2021 11:17 am laggiù, orizzontalmente, danza
che scompare a nord.
che mi risulta di non immediata connessione ideale con il resto del componimento, nel senso che non riesco a cogliere, sempre che ci sia, un significato simbolico nell'idea di Nord e di orizzontalità in relazione al tema complessivo, e quei versi rischiano di esser percepiti come isolati rispetto al tema generale, ma probabilmente è un limite mio e non della poesia, che, al netto di dettagli di questo tipo, risulta, come detto prima, efficace e chiara nel manifestare il suo senso.

Re: Il mio escatologico canto

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Ogni tanto faccio una sortita nella sezione poesie, perché trovo che la poesia abbia il potere evocativo che una prosa si sogna, o comunque la poesia arriva a smuovere delle corde in tre versi, mentre la prosa ha bisogno almeno di mezza pagina per sperare nello stesso risultato. C'è un'idea di base e con un paio di pennellate è viva davanti ai nostri occhi. Questo panegirico per dire che guardo alla poesia con la coscienza di non avere questo dono della sintesi, questo taglio netto che porta dritto al cuore. E trovare una tua poesia, di livello pazzesco, mi obbliga a togliermi il cappello e mostrare riverenza. Ho letto sempre la tua prosa, leggendoci un ritmo e una musicalità che mi facevano pensare a un background poetico, o comunque a un parallelo dilettarsi con i versi. Questa è la conferma e anzi mi scuso per avere fatto oggi la scoperta della tua produzione "doppia". Veniamo alla poesia nello specifico. Non chiedermi perché, ma mi è venuto in mente un imbuto. Inserisci una serie di prese di coscienza, ognuna più forte di quella che la precede, che letteralmente incollano chi legge alla sequenza dei versi.

L'uomo brucerà nella luce

L'uomo

scintille di dolcezza,
involto di Carne dimenticato

ovunque
sempre

Non sparirà.

Questi i versi che mi hanno colpito di più.
Dicono che in caso di catastrofe nucleare riescano a resistere solo topi e scarafaggi, ma credo che si sottostimi l'uomo. L'uomo che si adatta o anzi meglio adatta il mondo esterno a sé, lo piega in base ai suoi interessi. Quel "non sparirà" finale mi fa pensare a questo. Al fatto che magari tornerà in diversa forma, ma non soccomberà mai. Un grido di speranza in contrasto con quell'involto di carne dimenticato di poco prima. Eppure questo siamo. Déi fragili in Terra.

P.S.: scoprirti non solo attiva nella poesia, ma anche abile ed esperta nella stessa, non può che aumentare la mia stima nei tuoi confronti. Scrittrice a tutto tondo. Bravissima.

Re: Il mio escatologico canto

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@Loscrittoreincolore

Mattia, non so come ringraziarti per tutte le belle cose che mi scrivi. So che sono immeritate, però mi fanno lo stesso tanto piacere. 
Ho sempre amato profondamente la poesia, ma solo qui nel forum, il WD prima e il CdM adesso, ho osato provare a scriverne. 

Il merito è senza dubbio da ascrivere alla stupenda iniziativa di @Anglares, i Lampi di Poesia: ho partecipato, finora, a tutte le edizioni ed è un esercizio potente, che ti consiglio. 
Riguardo a questa poesia, traghettata qui dal WD, ti cito quello che ho scritto sopra ad Aurelio:
Ippolita ha scritto: In particolare, questa poesia partecipava a un contest molto bello e originale: le tracce erano costituite da tre racconti di utenti del forum; bisognava sceglierne uno e procedere secondo le modalità della Blackout Poetry. Non si poteva, pertanto, cambiare in nessun modo le parole presenti nel racconto, ma solo cancellarle. Io ho scelto il racconto di Libero Seleni.
Grazie ancora per la stima (reciproca!) e il bel commento. Un abbraccio!  <3
https://www.amazon.it/rosa-spinoZa-gust ... B09HP1S45C
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