Ciao
@BollaDiSapone
Molto bella e intensa questa tua poesia.
Ti lascio questo mio commento.
La poesia "Sul sentiero" si presenta come un testo ermetico e frammentario, che evoca un viaggio interiore attraverso un paesaggio simbolico dominato da immagini sensoriali e contrasti emotivi.
Adotta uno stile modernista, influenzato da tradizioni come il surrealismo o la poesia italiana del Novecento (si pensi a Ungaretti o Montale per la condensazione espressiva), ma con un'impronta personale che mescola introspezione, sensualità e un senso di stasi esistenziale.
Il tema centrale ruota attorno a un "sentiero" non come percorso fisico, ma come metafora di uno sguardo interiore bloccato, in attesa di un'apertura ("che li spalanchi?") che non arriva mai del tutto.
Limiti.
Struttura e forma
La poesia è priva di una metrica tradizionale: non ci sono rime regolari, né strofe definite, ma un flusso continuo interrotto da versi brevi, enjambement e trattini che fungono da pause interrogative o esclamative ("- che li spalanchi?").
Questa frammentazione mimetica riflette il tema della stasi: il sentiero "non cammini indietro / che non cammini avanti", un paradosso che immobilizza il movimento.
Le ripetizioni anaforiche di "- che li spalanchi" (con varianti in intensità: interrogativa, affermativa, esclamativa) creano un ritmo ossessivo, quasi un mantra o un'implorazione, che struttura il testo in tre blocchi tematici.
Il primo blocco introduce l'attesa e il buio; il secondo esplora la morbidezza e la competizione spezzata; il terzo culmina in un'accarezzata discesa. Questa progressione non è lineare, ma circolare, chiudendo con "la sabbia rosicchiata si mischia al sole / che scende" – un'immagine di dissoluzione che riecheggia l'inizio, senza risoluzione.
Punto di forza: la struttura evoca un sentiero labirintico, dove il lettore è costretto a "camminare" con lo sguardo, sperimentando la stessa frustrazione del poeta.
Limite: l'assenza di punteggiatura e la sintassi ellittica possono rendere il testo ostico, rischiando di alienare chi cerca un accesso immediato; non è un difetto intrinseco, ma un scelta che privilegia l'impatto emotivo sulla chiarezza.
Immagini e simbolismo
Le immagini sono il cuore pulsante della poesia, dense di sinestesia e contrasti sensoriali. Il "sentiero per i miei occhi" personifica lo sguardo come un viaggiatore passivo, in attesa di un percorso che lo "spalanchi" – metafora di illuminazione o rivelazione negata.
Il buio arriva "in pieno volto" come seduzione che "t'oscura" e "ti ravviva mentre ti spegne": qui emerge un ossimoro erótico-distruttivo, dove l'oscurità è voce salata (sale come lacrime, sudore o mare, evocante dolore e vitalità). Il "tronco morbido su cui si rompe / ogni competizione" suggerisce un abbandono alla natura organica, con l'argilla sulla fronte (simbolo di umiltà biblica o creazione primordiale) e il fuoco sulle ferite (purificazione catartica).
I "nidi di sguardo" come "schiaffo di foglie e fantasmi" mescolano tenerezza e violenza: lo sguardo nidifica, ma è percosso da elementi naturali e spettrali, evocando un'interiorità hauntée.
Infine, le "redini accostate ai margini" e la "sabbia rosicchiata" che si mischia al sole discendente dipingono un paesaggio desertico e crepuscolare, dove il controllo (redini) sfiora il caos, e il tempo erode tutto in un tramonto ambiguo. Queste immagini sono evocative e originali: il sale, l'argilla, il fuoco creano un tessuto tattile e primordiale, che richiama la poesia di Lorca o Celan per la fusione di corpo e paesaggio.
Tuttavia, alcune metafore appaiono sovraccariche o astratte ("voce che sale e si cosparge di sale"), rischiando di sfocare il significato in un eccesso di suggestione; il lettore deve "spalancare" gli occhi per connetterle, ma senza guida esplicita, potrebbero disperdersi in un ermetismo fine a se stesso.
Linguaggio e stile
Il linguaggio è poetico e condensato, con verbi all'infinito o imperativo implicito ("aspettare", "camminare", "spalancare") che creano un tono sospeso, quasi ipnotico. L'uso di pronomi ("t'", "ti") introduce un "tu" intimo e accusatorio, trasformando il monologo in dialogo interiore o con un'alterità indefinita (amante? sé stesso? Natura?).
La ripetizione e l'allitterazione ("spalanchi... spegne", "sale... sabbia") amplificano il suono, rendendo il testo musicale nonostante la prosaicità apparente. Influenze italiane contemporanee (penso a autori come Milo De Angelis per l'intensità emotiva) si fondono con un lessico sensoriale: "morbido", "accarezza", "rosicchiata" evocano tatto e erosione. Stile forte: la seduzione oscura e il ravvivamento-spegnimento catturano l'ambivalenza della passione o della depressione.
Debolezza: frasi come "è una voce che sale e si cosparge di sale" sono poetiche ma criptiche; il sale potrebbe simboleggiare conservazione o corrosione, ma senza contestualizzazione, rimane sospeso, potenzialmente ridondante.
Temi e interpretazioni
Al centro c'è l'attesa paralizzante: il sentiero è uno sguardo imprigionato in un eterno presente, dove buio e luce si intrecciano in seduzione mortale. Emerge un tema esistenziale di conflitto interiore – competizione rotta sul tronco morbido, ferite cauterizzate dal fuoco – che suggerisce catarsi attraverso la resa alla natura. L'eros è implicito: l'oscurità "ti ravviva mentre ti spegne" evoca un amore distruttivo, un'unione con l'ignoto che eccita e annienta. Il finale, con sabbia e sole che scendono, implica dissoluzione e ciclicità: non c'è progresso, solo un margine accarezzato dove tutto si mischia in entropia.
Interpretazione possibile: una meditazione sulla percezione bloccata dalla routine o dal trauma, dove "spalancare gli occhi" è desiderio di epifania negata. In chiave psicologica, riecheggia il "dark night of the soul" di San Giovanni della Croce, ma laico e sensuale.
Oppure, ecologicamente, un sentiero naturale eroso dal tempo umano.
Conclusione: punti di forza, debolezze e impatto complessivo"Sul sentiero" è una poesia potente per la sua intensità immaginifica e il ritmo ipnotico, che invita a multiple letture e lascia un'eco di inquietudine sensuale.
I punti di forza risiedono nella fusione di corpo, natura e psiche, creando un'esperienza immersiva che "oscura" e "ravviva" il lettore.
Le debolezze stanno nell'ermetismo eccessivo, che potrebbe frustrare chi cerca narrazione o emotività diretta, rendendo il testo più intellettuale che universale.
Complessivamente, è un'opera matura e originale, che merita apprezzamento per il coraggio di esplorare l'immobilità come forma di profondità: non un sentiero percorso, ma uno spalancato nell'anima, anche se nel buio. In un panorama poetico contemporaneo spesso narrativo-android, questa frammentarietà surreale la rende un gioiello di pura suggestione.
Complimenti e un caro saluto
