[CP8] E io giaccio sola

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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Traccia 2.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]"Antico legame fra stelle e poesia"[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Intervista a Margherita Hack[/font]

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Di tutte le scienze l’astronomia è probabilmente quella che più ha ispirato e ispira tanto i più grandi poeti, del passato e di oggi, che gli innumerevoli poeti dilettanti. Questo perché il cielo è sotto gli occhi di tutti, e un cielo stellato in una notte buia dà veramente la sensazione dell’infinito. Possiamo immaginare la curiosità e forse la venerazione o lo spavento che potevano provocare tutti quei puntini luminosi che comparivano ogni notte a formare le stesse configurazioni, e che anticipavano o ritardavano il loro apparire nel corso dell’anno.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Per molti popoli antichi le stelle erano divinità, o in qualche modo era ad esse che venivano collegate. Oggi proviamo ancora meraviglia nel guardare le stelle, ma è una meraviglia completamente diversa, piena di orgoglio. Da poco più di un secolo abbiamo imparato ad analizzarne la luce e a leggere i messaggi che vi sono contenuti. Abbiamo capito che le stelle sono globi gassosi formatisi sotto l’azione della gravità e che brillano grazie alle reazioni nucleari del loro interno, reazioni che col tempo ne modificano la struttura provocandone l’invecchiamento” e la “morte”.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Sappiamo misurarne la distanza da noi e i moti nello spazio. In conclusione, delle stelle sappiamo tutto o quasi, e la meraviglia è che da quel minuscolo puntino luminoso a centinaia o migliaia di anni luce da noi abbiamo potuto ricavare una così grande messe di informazioni. E’ un cielo che gli scienziati conoscono sempre meglio e che invece la popolazione va dimenticando, perché le nostre città super illuminate cancellano la volta celeste.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Quando il cittadino comune si ritrova in montagna, in una notte senza luna, riscopre lo straordinario scenario offerto dalla Via Lattea e dallo scintillio di migliaia di stelle. Le immagini della Terra ottenute dai satelliti ci mostrano un’Europa cosparsa di luci che ci privano dello spettacolo del cielo notturno, dichiarato “Bene comune dell’Umanità”. Un bene da salvaguardare, lasciando almeno qualche luogo immerso nell’ oscurità, dove le nuove generazioni possano riappropriarsi di un grande spettacolo che appartiene a tutti. Ma quanti poeti ci hanno parlato del cielo, fin dai tempi più remoti? Impossibile ricordarli tutti. Penso alla tristezza di Saffo, che in una fredda notte invernale, quando le Pleiadi sono alte nei nostri cieli mediterranei, esclama «e io giaccio sola».[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Penso alla elaborata cosmogonia di Dante, che suggella ogni cantica della Divina Commedia con la parola «stelle»: «E quindi uscimmo a riveder le stelle»; «puro e disposto a salire a le stelle»; «l’amor che muove il sole e le altre stelle». Ma chi forse ne ha più sentito il fascino è Leopardi. Appena quindicenne scrive una Storia dell’Astronomia in cui afferma: «La più sublime, la più nobile fra le Fisiche scienze ella è senza dubbio l’Astronomia. L’ uomo si innalza per mezzo di essa come al disopra di se medesimo…». E ancora, nel Canto notturno di un pastore errante dell’Asia: «Che fai tu, Luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa Luna?».[/font]
Traccia 2

E io giaccio sola

Sotto gli occhi
invecchia
una montagna di stelle.
Cielo invernale
e io giaccio sola
silenziosa luna.

Re: [CP8] E io giaccio sola

2
Ciao @Joyopi

c’è una certa musicalità nei versi che hai estratto e trovo che la poesia, per questo, sia ben riuscita.
Solo che eliminerei “Cielo invernale” . A mio avviso il ritmo si rompe. Ti trovi? 
Comunque mi è piaciuto leggerla e mi ha emozionata.
Joyopi ha scritto: mar ott 25, 2022 7:11 pmSotto gli occhi
invecchia
una montagna di stelle.
Cielo invernale
e io giaccio sola
silenziosa luna.

Re: [CP8] E io giaccio sola

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@Monica ha scritto: mer ott 26, 2022 11:50 amCiao @Joyopi

c’è una certa musicalità nei versi che hai estratto e trovo che la poesia, per questo, sia ben riuscita.
Solo che eliminerei “Cielo invernale” . A mio avviso il ritmo si rompe. Ti trovi? 
Comunque mi è piaciuto leggerla e mi ha emozionata.
Ciao Monica, grazie per il passaggio. Ma mi credi se ti dico che quel rigo lì l'ho aggiunto alla fine?
Inizialmente era:
Sotto gli occhi
una montagna di stelle
e io giaccio sola
silenziosa luna.
Sì, molto ermetica, però forse era molto meglio seguire la prima sensazione. :)

Re: [CP8] E io giaccio sola

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Joyopi ha scritto: mar ott 25, 2022 7:11 pm















 io giaccio sola

Sotto gli occhi
invecchia
una montagna di stelle.
Cielo invernale
e io giaccio sola
silenziosa luna.
Anche con l'effetto zoppo, quel verso del cielo invernale mi ha chiarito il messaggio di questa bella breve (almeno per me).

Le stagioni hanno significato anche quando rapportate alla vita umana. La primavera è la prima età, l'estate è la giovinezza matura, l'autunno è la maturità piena e l'inverno la vecchiaia. Se le stelle vivono il loro inverno in compagnia (una montagna di stelle) chi giace sola sembra chiedere alla silenziosa luna di starle accanto. Sotto gli occhi, a invecchiare con lei.

Lieta del tuo ritorno ai Contest, @Joyopi e dell'estratto che hai saputo trarre dalla traccia delle stelle.  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [CP8] E io giaccio sola

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Joyopi ha scritto: mar ott 25, 2022 7:11 pm
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Traccia 2.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]"Antico legame fra stelle e poesia"[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Intervista a Margherita Hack[/font]

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Di tutte le scienze l’astronomia è probabilmente quella che più ha ispirato e ispira tanto i più grandi poeti, del passato e di oggi, che gli innumerevoli poeti dilettanti. Questo perché il cielo è sotto gli occhi di tutti, e un cielo stellato in una notte buia dà veramente la sensazione dell’infinito. Possiamo immaginare la curiosità e forse la venerazione o lo spavento che potevano provocare tutti quei puntini luminosi che comparivano ogni notte a formare le stesse configurazioni, e che anticipavano o ritardavano il loro apparire nel corso dell’anno.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Per molti popoli antichi le stelle erano divinità, o in qualche modo era ad esse che venivano collegate. Oggi proviamo ancora meraviglia nel guardare le stelle, ma è una meraviglia completamente diversa, piena di orgoglio. Da poco più di un secolo abbiamo imparato ad analizzarne la luce e a leggere i messaggi che vi sono contenuti. Abbiamo capito che le stelle sono globi gassosi formatisi sotto l’azione della gravità e che brillano grazie alle reazioni nucleari del loro interno, reazioni che col tempo ne modificano la struttura provocandone l’invecchiamento” e la “morte”.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Sappiamo misurarne la distanza da noi e i moti nello spazio. In conclusione, delle stelle sappiamo tutto o quasi, e la meraviglia è che da quel minuscolo puntino luminoso a centinaia o migliaia di anni luce da noi abbiamo potuto ricavare una così grande messe di informazioni. E’ un cielo che gli scienziati conoscono sempre meglio e che invece la popolazione va dimenticando, perché le nostre città super illuminate cancellano la volta celeste.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Quando il cittadino comune si ritrova in montagna, in una notte senza luna, riscopre lo straordinario scenario offerto dalla Via Lattea e dallo scintillio di migliaia di stelle. Le immagini della Terra ottenute dai satelliti ci mostrano un’Europa cosparsa di luci che ci privano dello spettacolo del cielo notturno, dichiarato “Bene comune dell’Umanità”. Un bene da salvaguardare, lasciando almeno qualche luogo immerso nell’ oscurità, dove le nuove generazioni possano riappropriarsi di un grande spettacolo che appartiene a tutti. Ma quanti poeti ci hanno parlato del cielo, fin dai tempi più remoti? Impossibile ricordarli tutti. Penso alla tristezza di Saffo, che in una fredda notte invernale, quando le Pleiadi sono alte nei nostri cieli mediterranei, esclama «e io giaccio sola».[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Penso alla elaborata cosmogonia di Dante, che suggella ogni cantica della Divina Commedia con la parola «stelle»: «E quindi uscimmo a riveder le stelle»; «puro e disposto a salire a le stelle»; «l’amor che muove il sole e le altre stelle». Ma chi forse ne ha più sentito il fascino è Leopardi. Appena quindicenne scrive una Storia dell’Astronomia in cui afferma: «La più sublime, la più nobile fra le Fisiche scienze ella è senza dubbio l’Astronomia. L’ uomo si innalza per mezzo di essa come al disopra di se medesimo…». E ancora, nel Canto notturno di un pastore errante dell’Asia: «Che fai tu, Luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa Luna?».[/font]
Traccia 2

E io giaccio sola

Sotto gli occhi
invecchia
una montagna di stelle.
Cielo invernale
e io giaccio sola
silenziosa luna.
@Joyopi eccomi, fa un bell'effetto la montagna di stelle, e traduco i tuoi versi così: Le stelle invecchiano sotto i miei occhi, nel cielo invernale, e io giaccio sola, silenziosa come la luna. Suppongo che il tuo soggetto fosse la luna, ma io me la sono reinterpretata così. Che vuoi farci? Mi è piaciuta. 

Re: [CP8] E io giaccio sola

6

Sotto gli occhi
invecchia
una montagna di stelle.
Cielo invernale
e io giaccio sola
silenziosa luna.


Quanti pensieri, quante immagini, e riflessioni, e suggestioni in questo pugno di versi! 
Il verso di Saffo si rinnova, incastonato fra le tue scelte espressive: io vedo la consapevolezza del tempo che passa e porta via con sé la giovinezza (tema carissimo ai Greci), certo, ma consapevolezza, appunto, filtrata attraverso una visione ben più grande, vale a dire l'invecchiamento delle stelle. Non una sola, ma "una montagna": e se tutte le stelle e l'universo intero sono destinati all'invecchiamento e alla morte, non è del tutto naturale, e addirittura di pochissimo conto, che anche l'Uomo condivida lo stesso destino? Nella poesia questo senso del tragico si trasferisce dai primi tre versi agli ultimi tre, arricchendosi di una disincantata ironia: "È vero" pare che dica l'io lirico, "è sotto i miei occhi che tutto intorno a me invecchia. Ma ora è inverno, e accanto a me non c'è nessuno a scaldarmi. O luna silenziosa, ti chiamo a testimone di questa ingiustizia. In questo momento m'importa solo di ciò".
Nella tua poesia due realtà, la macroscopica e la microscopica, si toccano e stridono, s'intersecano e rimangono distinte. 
Ottima scelta dei termini, ottimo risultato. 
Grazie per essere qui con noi, @Joyopi.
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Re: [CP8] E io giaccio sola

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Ciao @Joyopi 
In questi versi, sapendo che le parole sono estrapolate da un testo di Margherita Hack, voglio vederci solo la bellezza di Saffo, per quanto le stelle mi ricordino la scienziata che vidi varie volte in interventi e dibattiti dove rideva in faccia a chi osava dire che l’universo era nato da Dio. Per lei era una nube gassosa.
Ma nei tuoi versi, molto belli, hai saputo scegliere e dosare le parole giuste. Saffo è malinconica, forse è già diventata vecchia e guarda le stelle che sembrano invecchiare con lei. Un cielo d’inverno può essere bellissimo e allo stesso tempo cupo per chi è al tramonto della vita terrena, foriero di dolci ricordi della giovinezza.
Ecco, in quel “E io giaccio sola” ho visto una grande solitudine, un grande rimpianto.
Per questo mi è piaciuta.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CP8] E io giaccio sola

9
ciao @Joyopi


Sotto gli occhi
invecchia
una montagna di stelle.
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Gli occhi di chi? Non credo della Luna: è troppo giovane rispetto all'universo di galassie. Nostri? Non credo: il motivo è lo stesso.

Cielo invernale
e io giaccio sola
silenziosa luna.
----------------------------------------------------------
@Adel J. Pellitteri ti ha già fatto notare quello che mi è da subito venuto di segnalarti. Se la Luna è il soggetto che parla, "silenziosa Luna" mi appare stonato. Comunque l'interpretazione di Adel è ottima. Ma detto questo, io trovo questo soggetto, non facilmente identificabile: chi sia in concreto. Ciao 
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CP8] E io giaccio sola

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@@Monica
@Poeta Zaza 
@Adel J. Pellitteri 
@Ippolita 
@Alberto Tosciri 
@bestseller2020 
Grazie a tutti voi per il passaggio e per le belle parole. Vi lascio brevemente quella che è la mia interpretazione dei versi:
il soggetto è la "silenziosa Luna", ma non in senso letterale ma figurato, così come la montagna di stelle può rappresentare il resto dell'umanità, del mondo. È l'Io poetico (che molti di voi hanno identificato in Saffo) che di fronte all'ineluttabile passar del tempo (il cielo invernale) è consapevole della propria solitudine e del silenzio che infine la circonda. 
Grazie a tutti voi per aver aggiunto ciascuno i propri pensieri e le proprie emozioni a questi pochi versi. Li avete arricchiti e penso che sia il miglior risultato che un testo possa raggiungere.
A presto!

Re: [CP8] E io giaccio sola

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@Joyopi 

Ciao. Bella poesia, essenziale e cristallina. Le parole si tengono bene l'una con l'altra. Permettimi di darne una mia interpretazione, tipo cover, senza nulla voler togliere o aggiungere alla bellezza della tua. Così, per gioco, proprio perché mi è piaciuta molto. 
Modificherei qualcosina tipo accorpare i primi due versi e, come rilevato da Monica, ripensare quel "cielo invernale"
Più o meno così:

Sotto gli occhi invecchia
una montagna di stelle
e io, silenziosa luna
giaccio sola
nel cielo invernale

Grazie della bella lettura. Alla prossima.
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