Ippolita wrote: Tue Oct 25, 2022 7:23 pmUna poesia simpaticissima.
@Ippolita 
Te pensa che io invece l'ho vista fin da subito come una cosa cupissima.
Con
poeti dilettanti pensavo, più in generale, alla condizione umana e ai suoi tentativi di idealizzare la brutale poesia della natura e della Vita stessa (e se faccio uso anche qui della parola
poesia è proprio in virtù del fatto che forse quella brutalità, quella dimensione della realtà
altra che a me pare non avere per noi umani nessun riguardo [come d'altra parte non ne abbiamo noi nei confronti della natura] è proprio quella che ispira i nostri sforzi poetici).
Quella buia sensazione dell'infinito è invece una combinazione di vocaboli che a me mette ansia, mi toglie idealmente il respiro. Potrei citare a questo proposito William Shatner (il capitano Kirk, per intenderci) e il commento sullo spazio da lui rilasciato al ritorno dal suo viaggio nel cosmo (reale), ma dovrei andare a recuperarlo.
Bè, i due versi successivi esplicitano una realtà piuttosto cupa (luce e gravità ci consumano) ma in fondo ovvia.
In quel
nobile forse c'è una punta di sarcasmo, ma perlopiù ho grande stima degli sforzi che si fanno per vestire la vita di ideali, anche se quegli ideali sono destinati a nostro uso e consumo.
Il senso della domanda finale è più un
ma che ci fai qui, uomo, ma vattinne va...
Olè, messa così la poesia avrebbe potuta scriverla anche Morticia Adams no?
Però però però... ci tengo a dire che mi piace moltissimo il modo in cui tu invece hai vestito i versi, un punto di vista che va assolutamente salvato, se non altro perché ribalta completamente la mia versione, e il movimento è l'anima dell'espressione artistica, no?
Grazie mille, Ippolita. Io devo rimandare a sabato i commenti, quindi a risentirci. Ciao.