Ciao
@Ippolita
Tema rinascita, dunque.
Scelta peculiare. I versi denotano un ritmo scandito attraverso il suono delle parole. Non scivolano, semmai segnano l'avanzare: l'ho visto come una sorta di processo accompagnato dal contenuto che non è solo contemplativo, ma di partecipazione.
Ippolita wrote: Molti bambini corrono
schizzano
molti bambini ridono
scivolano ridono
m'offrono la mano
Qui, sembra un occhio che guarda e dipinge ciò che vede, non c'è ancora partecipazione, ma un distacco che funge da pre-fusione. I bambini con la loro gioia, con la loro dose di caos, vivacità, offrono la mano. Cosa sia rinascere, qual senso possa avere cambia da persona a persona e non è detto che sia definibile con quella stabilità tipica delle soste, dei traguardi. Spesso è solo un momento di esordio che si diffonde a macchia d'olio, che sfugge e schizza come quei bambini che ridono.
Ippolita wrote: molti bambini osservano
se i miei occhi piangono
sospirano
molti bambini saltano
fino alle mie ciglia
Il distacco di cui parlavo, qui, è come un fluire che si appiccica alle ciglia. La crescita come privazione di euforia, di quella spensieratezza che, almeno in teoria, esplode nei bimbi e s'irradia. L'osservazione che mi sento di fare come tentativo di arricchimento è che i bimbi non sono speciali solo perché ridono, ma anche per come piangono, per come si sbucciano le ginocchia e per come si tirano le croste curiosi di cosa ci sia sotto. Le lacrime dei bimbi sono lacrime ottimiste da cui nascono sorrisi indifesi, di quei viaggiatori che navigano senza sapere come si fa a salpare. L'ho pensato per quei salti, ci ho visto questo in quei salti lì.
ridono e asciugano
i miei occhi ridono
intrecciano le dita
scuotono le braccia
sollevano ridono
saltano giocano
cantano ridono
i miei occhi
C'è una linea sottile che funge da confine e insieme unione, quella che definirei una fusione tra te e i bambini, ma allo stesso tempo con la conservazione di chi siamo, di chi siamo stati e di chi potremmo essere. Come rinascere senza la consapevolezza, seppur disarmante, legata alla nostra morte e al nostro "passare"?
Quel che ho maggiormente apprezzato è come ci si sente alla fine.
I versi, lo scandirsi quasi fluido, le immagini sfocate dal verbo netto, è come assorbire tutto e sentirsi un attimo più sereni. Rinati con l'orologio al polso. Rinati come dei bimbi grandi.
Sono un po' arrugginita nell'esporre, ma spero di esserti stata utile.
A presto.