[GdP1] Canto di un angelo ribelle
Posted: Sat Mar 19, 2022 7:41 pm
Traccia: La rinascita
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Fermate il nostro carro,
sono stanco della stella del mattino.
È tempo che io scenda.
Non posso concepire che uomo fatto di terra e ossa
sia a immagine di Dio,
sia amato come un figlio da Dio.
Non posso concepire che un uomo salirà ai cieli,
siederà al fianco di Dio.
Non ricamate più corone sulla mia veste,
non fatemi più sentire il profumo dell’Eden,
non illuminate più la mia fronte
con l’alba divina che illumina anche l’uomo.
La mia luce non ha più senso per Dio.
Preferisce l’uomo e la sua femmina in Eden.
E dunque l’uomo crescerà, si moltiplicherà,
sarà felice?
Quelle gioie d’amore che noi non possiamo provare?
A noi bastava Dio, ma noi non bastavamo a lui.
E noi dovremmo vegliare sulla felicità dell’uomo?
Non lo farò. Non lo faremo.
So cosa significa:
da angeli della luce diventeremo angeli delle tenebre.
Siete liberi di seguirmi o di rimanere.
L’uomo non doveva nascere,
già alla nascita ha mostrato la sua debolezza.
Il cielo non deve amare i deboli,
io l’ho fatto cadere senza che lui volesse,
sarà cacciato dall'Eden.
Io invece cadrò volendo cadere.
Entrambi dovremo rinascere lontani da Dio.
E io farò di tutto per allontanare l’uomo che vorrà tornare a Dio.
Solo Dio ci potrà fermare.
Infierirà contro le sue creature?
Mi sono ispirato ad alcune tenebrose poesie del Seicento, un secolo che ho sempre amato, in particolare due poeti, Joost van den Vondel un oscuro meraviglioso olandese nell’Olanda del divino Rembrandt e John Milton, inglese, che a sua volta pare si ispirò a Vondel per il meraviglioso Paradise Lost.
È tempo che io scenda.
Non posso concepire che uomo fatto di terra e ossa
sia a immagine di Dio,
sia amato come un figlio da Dio.
Non posso concepire che un uomo salirà ai cieli,
siederà al fianco di Dio.
Non ricamate più corone sulla mia veste,
non fatemi più sentire il profumo dell’Eden,
non illuminate più la mia fronte
con l’alba divina che illumina anche l’uomo.
La mia luce non ha più senso per Dio.
Preferisce l’uomo e la sua femmina in Eden.
E dunque l’uomo crescerà, si moltiplicherà,
sarà felice?
Quelle gioie d’amore che noi non possiamo provare?
A noi bastava Dio, ma noi non bastavamo a lui.
E noi dovremmo vegliare sulla felicità dell’uomo?
Non lo farò. Non lo faremo.
So cosa significa:
da angeli della luce diventeremo angeli delle tenebre.
Siete liberi di seguirmi o di rimanere.
L’uomo non doveva nascere,
già alla nascita ha mostrato la sua debolezza.
Il cielo non deve amare i deboli,
io l’ho fatto cadere senza che lui volesse,
sarà cacciato dall'Eden.
Io invece cadrò volendo cadere.
Entrambi dovremo rinascere lontani da Dio.
E io farò di tutto per allontanare l’uomo che vorrà tornare a Dio.
Solo Dio ci potrà fermare.
Infierirà contro le sue creature?
Mi sono ispirato ad alcune tenebrose poesie del Seicento, un secolo che ho sempre amato, in particolare due poeti, Joost van den Vondel un oscuro meraviglioso olandese nell’Olanda del divino Rembrandt e John Milton, inglese, che a sua volta pare si ispirò a Vondel per il meraviglioso Paradise Lost.