Vincenzo Iennaco wrote: Però mi è rimasto un tarlo dato da alcuni elementi nei versi che mi ha portato ad affrontarla da un'altra angolazione (dopo averla lasciata un po' a decantare). Mi è subentrata quindi la suggestione che la perdita possa essere quella della memoria stessa, parafrasando il titolo, di una memoria in ombra.
Bingo! Hai colto la mia interpretazione
@Vincenzo Iennaco
Ho atteso prima di rispondere e ringraziare tutti, onde evitare qualsivoglia influenza da parte mia, nonostante, come dico sempre, lascio tanta libertà nella lettura.
Posso ora condividere l'immagine della mia ispirazione, che buffamente ha unito tutti:
@Ippolita @Almissima @Adel J. Pellitteri @bestseller2020
Leggendo i versi della poesia per scegliere il mio prediletto, mi sono soffermata molto sulla cenere e sul fuoco. La mia mente è stata invasa da una signora anziana con la morte intorno e il vuoto negli occhi, "perché mai?" mi son chiesta. Componendo ho trovato la mia risposta nelle foto che cadevano sul pavimento, ricordi che venivano mangiati via, e la signora rimaneva sempre così composta, nonostante rappresentasse una perdita di enorme valore per quel che concerne l'identità, eppure ne portava addosso la pelle, nel grigiore e nelle rughe. La parte eterea, leggera della poesia è un po' una firma di chi i versi li narra, alla signora. Tuttavia mi cucio le labbra su ciò.
È stato bello comporre questa immagine, porsi una domanda e lasciare libertà sulla risposta. In fondo, non per forza deve esserci solo una chiave di lettura, chi lo dice? Io no di certo.
Nello specifico, manca ancora qualche risposta da parte mia, vediamo.
Ippolita wrote: Noto nel tuo poetare qualcosa di diverso: le prime due strofe mi sembra contengano quasi tutti ottonari: vi è quindi una notevole attenzione alla metrica, che non mi pare di ricordare nei tuoi versi letti nel WD.
Ciao cara

vorrei dire di aver sondato il verso e la sua struttura in sillabe, ma temo di essere rimasta la stessa di sempre: bado molto al suono, se mi piace come suona la confermo, altrimenti la modifico fin quando nel rileggerla non mi sembra "lei".
Almissima wrote: I sentienti peró rimangono uguali, freschi come brezza a prescindere dalla vecchiaia, dalla morte, dalle ceneri che pare li vogliano soffocare.
Una poesia melanconica che a me ha parlato dell'eternitá del sentire rispetto alla caducitá dei nostri corpi.
Ti ringrazio molto, volevo che si percepisse la sensazione del soffocare contrapposta all'eternità, a un qualcosa di più liberatorio, ma che riportasse "sempre indietro, con i piedi per terra".
Adel J. Pellitteri wrote: Almeno questo è ciò che ho capito.
Apprezzo tantissimo l'interpretazione quando differisce dalla mia, anzi, mi piace guardare le mie poesie con occhi sempre nuovi e diversi, quindi niente paura
bestseller2020 wrote: al netto dell'enigma ci trovo una grande ricerca delle parole... ciao a presto
La ricerca, sì, ci si prova almeno! A presto
undefined wrote:Ma non penso che questo sia un difetto, né un limite. Le immagini sono melanconiche, nostagiche ed eteree, ed il linguaggio estremamente musicale e curato.
L'immagine che io ho visualizzato è quello di una donna anziana, i capelli cinerei che incorniciano il suo viso, che chiede di andare oltre le apparenze e la sua forma, oltre il rugoso tremore, gli anni passati sembrano non contare più nulla. Allora l'unica risposta è rimanere nel vento, nella frescura di un tempo senza tempo, senza forme, senza capelli grigi.
E quello che rimane sono le parole, che non invecchiano, ma illuminano, rimangono nel tempo, nel vento fresco...
Da rileggere ancora.
Ciao
@Mario74, grazie per la lettura. Siamo assolutamente d'accordo, il limite non è concetto che associo ai versi, mi piace immaginarli "larghi" e "ampi" abbastanza per toccare degli estremi, che da sola, non potrei nemmeno sfiorare.
Rileggila quanto vuoi, a me può far solo piacere.
Ancora grazie a tutti