[LP20-fuori concorso] - Mi chiamo Paola Taliana e non voglio morire

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Traccia n. 1: messaggio nella bottiglia.
Scrivete un pensiero in versi che sarà trovato e letto in un'epoca futura.

Mi piacerebbe tu ascoltassi questa canzone: Day in, day out - Neroche

Questo il mio messaggio:


e sul retro della fotografia scritto rigorosamente a penna:

Mi chiamo Paola Taliana
sono nata nel 1970
abito a Perpignan, in Rue de la Huchette 42,
nel sud della Francia.
Amo le fragole,
i libri,
la musica,
gli esseri umani e
non voglio morire
perciò pronuncia forte il mio nome,
sussurralo,
gridalo,
scrivilo,
imparalo a memoria e
finché tu vivrai, anche io vivrò.

Mi chiamo Paola Taliana e 
non voglio morire.
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [LP20-fuori concorso] - Mi chiamo Paola Taliana e non voglio morire

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Scusate se insisto e continuo a commentarmi da sola, ma in seguito a messaggi preoccupati ricevuti in privato, mi corre l'obbligo informare che si tratta solo di un "grido letterario", sperimentale. 
Io sto molto bene, (non voglio morire, questo è chiaro, ma per il momento non è nei miei programmi). 
Grazie infinite per l'affetto dimostratomi.  :)
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [LP20-fuori concorso] - Mi chiamo Paola Taliana e non voglio morire

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paolasenzalai ha scritto: Amo le fragole
L'accenno alle fragole e la riflessione spietata sulla morte (declinata soprattutto come rifuto/timore) mi hanno fatto pensare al capolavoro di Bergman Il bosco delle fragole
Non caso queste ultime, rappresentando la primavera, simboleggiano la prima età della vita e l'innocenza che la caratterizza.
Sobria, lineare, apparentemente priva di sottotesto, la tua poesia è davvero, come scrivi sopra, un "grido" pieno di dolore.

Grazie, @paolasenzalai.
https://www.amazon.it/rosa-spinoZa-gust ... B09HP1S45C

Re: [LP20-fuori concorso] - Mi chiamo Paola Taliana e non voglio morire

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Ciao @paolasenzalai,
in effetti avranno tutti pensato che tu eri lì lì per commettere un'imprudenza, perché se una dice "non voglio morire!" la prima cosa che viene in mente è che stia per morire, o abbia paura di morire, d'altra parte il fatto che prima o poi moriremo è una delle pochissime cose che siano state accertate con ragionevole sicurezza, l'unico dubbio (anzi sono due) riguarda il quando e il come, benché non si tratti di dubbi irrilevanti, tutt'altro, sul quando e sul come ci possono essere infinite variazioni per nulla indifferenti, anzi spesso con enormi vantaggi o svantaggi da considerare fra l'una e l'altra, e per quanto di nessuna si possa dire che si tratta di un'opzione completamente buona, lodevole, commendevole, auspicabile, ciò nonostante alcune sono certo migliori di molte altre, o quanto meno diciamo che sono "meno male". 
Quando si fa un'introduzione così impegnativa, con tanti giri di parole che forse ci si potevano risparmiare, ecco che si dà l'impressione di avere qualcosa da dire di importante, però difficile, o non ancora ben definito, e di voler prendere tempo perché, non si sa mai, nel mentre che si tergiversa, continuando a girare intorno ai concetti senza mai metterli veramente a fuoco, come quando si suona a un campanello e poi, quando qualcuno apre la porta e domanda: "Sì?", starsene lì muti e imbarazzati continuando a rigirare il cappello fra le mani, sempre beninteso che si abbia un cappello, il quale però in situazioni come queste può essere di grande aiuto, insomma dicevo: nel mentre si tergiversa, prima o poi un'idea viene fuori, e chissà, al limite, come in una vecchia canzone che guarda caso è vecchia come te, per non sapere che dire di meglio si sussurra "posso stringerti le mani", e poi si aspetta di vedere che effetto fa. 
Ci siamo incontrati molto tempo fa in una libreria di Venezia affollata di gatti, o così la ricordo, poi di nuovo in una mostra d'arte contemporanea a Roma, infine nel mercatino rionale di una città non meglio identificata, e chissà che non ci si incontri ancora. Nel frattempo, metteremo insieme ancora infinite parole e poco importa se siano infilate l'una dietro all'altra come ghirlande appese sopra ai tavoli della festa o code di aquiloni che scappano su per il cielo, o se ramifichino come alberi prendendo qua e là strade alternative e impreviste, e superando bivii e trivii e come dire piazze piazzole rotonde svincoli autostradali ingorghi di vario tipo alla fine sopra ci spuntino le foglie come per nascondere tutto quel lavoro di ramificazione e la complicata architettura, lasciando vedere solo la verde smagliante superficie come se sotto non ci fossero nodi e intrecci e garbugli e nidi d'uccello e di scoiattolo, o se infine le parole decidano di prendere il volo e si stacchino nell'aria, prima aleggiando incerte come in una nebbiolina autunnale, poi muovendosi a gruppi come sciami di api o stormi di piccioni, o ancora di lasciarsi semplicemente andare alla deriva, e chissà che non sia la cosa migliore, come una fotografia messa in una bottiglia e affidata al mare poco a sud di Perpignan, con sopra la foto di una ragazza di nome Paola Taliana che all'epoca, s'intende all'epoca della foto, magari non si immaginava che avrebbe fatto un tale viaggio per mare, o magari per l'aria se invece che in una bottiglia tu l'avessi messa dentro a un palloncino colorato, e invece l'ha fatto, tanto è vero che è stata raccolta da un vecchio marinaio (la bottiglia) o aeronauta (il palloncino) che ha letto la scritta dietro la fotografia e ha detto: Ma Paola Taliana, certo che non ti dimentico, e continuerò a pensare e a pronunciare  a scrivere il tuo nome, Paola Taliana, come se tu pensassi e pronunciassi e scrivessi anche il mio, Gianfranco P, sì proprio con la Pi, e finché lo faremo tutti e due non moriremo, o per lo meno non saremo morti l'uno per l'altra, o l'una per l'altro, vedi tu, e per intanto: Arrivederci!
Così magari ho dato anche un'interpretazione di questa tua (avventata, surrealistica, ambigua come dev'essere una poesia) sì insomma poesia. 
Ciao 

Re: [LP20-fuori concorso] - Mi chiamo Paola Taliana e non voglio morire

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Grazie @Ippolita per il tuo graditissimo commento.
Ippolita ha scritto: Sobria
:) non so chi altro, oltre a te, potrebbe mai usare questo termine per commentare qualcosa di mio, ma... mi ha fatto davvero molto piacere leggerlo. Mmhh, sobria, non me lo sentirò dire mai più, io lo so.  :sss:
Ippolita ha scritto: un "grido" pieno di dolore.
Nel mio immaginario voleva essere un grido, ma non pieno di dolore, pieno di speranza, forse. 
Mi ero immaginata che una persona sconosciuta, dall'altra parte del mare un giorno trovasse la bottiglia e il messaggio e iniziasse a ripetere nella mente il nome, e poi gli desse voce, fino a farne parola, grido, canzone. Mi piaceva il pensiero che questo nome vivesse nella mente di uno sconosciuto per tutto il tempo della vita.  :facepalm:  

Grazie Ippolita per il tuo commento.
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [LP20-fuori concorso] - Mi chiamo Paola Taliana e non voglio morire

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Caro @Gianfranco P, prima di tutto ti voglio ringraziare per essere passato e poi per avermi insegnato una parola nuova: commendevole. Non la conoscevo e non l'avevo mai sentita. Ora me la segno e spero di poterla utilizzare presto, visto il bel significato :-)
Gianfranco P ha scritto: a rigirare il cappello fra le mani, sempre beninteso che si abbia un cappello, il quale però in situazioni come queste può essere di grande aiuto,
segno anche questo consiglio utile: avere sempre con sé un cappello, non si sa mai  :D
Gianfranco P ha scritto: "posso stringerti le mani"
come sono fredde tu tremi... quella lì intendevi?
Gianfranco P ha scritto: Nel frattempo, metteremo insieme ancora infinite parole e poco importa se siano infilate l'una dietro all'altra come ghirlande appese sopra ai tavoli della festa o code di aquiloni che scappano su per il cielo, o se ramifichino come alberi prendendo qua e là strade alternative e impreviste,
Speriamo Gianfranco, speriamo. Io me lo auguro e ce lo auguro, di infilar parole come fossero perline... che vena romantica e poetica hai oggi, professore  :love:
Gianfranco P ha scritto: Ma Paola Taliana, certo che non ti dimentico, e continuerò a pensare e a pronunciare  a scrivere il tuo nome, Paola Taliana, come se tu pensassi e pronunciassi e scrivessi anche il mio, Gianfranco P, sì proprio con la Pi, e finché lo faremo tutti e due non moriremo,
Ecco, era proprio questo quello che volevo dire, solo questo. :-)
Gianfranco P ha scritto: avventata, surrealistica, ambigua
Grazie Gianfranco per aver saputo bussare alla mia porta con il cappello in mano e tre parole in tasca tra le più belle che potessi mai dedicarmi: avventata, surrealistica, ambigua. Grazie davvero. A presto.
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [LP20-fuori concorso] - Mi chiamo Paola Taliana e non voglio morire

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Ciao @paolasenzalai 
Ho preparato il commentino per postare ieri sera ma lo metto adesso :D

Ho trovato questa poesia molto valida, specialmente per un motivo: non si può attaccare.
Apparentemente sembra che porga il fianco alla critica, ma poi ci si accorge che è così "fuori dagli schemi" (evviva) che ogni tentativo di critica strutturale viene precluso (almeno, io non ne ho le capacità)
Specialmente i primi quattro versi

Mi chiamo Paola Taliana
sono nata nel 1970
abito a Perpignan, in Rue de la Huchette 42,
nel sud della Francia.

Inizialmente (ed è lì il bello) fanno pensare che non sia nemmeno poesia, sono così apparentemente ingenui che subito mi hanno lasciato perplesso. Fa molto carta d'identità, mi è venuto da pensare.
Invece, alla seconda lettura, dopo che si è già letta tutta la poesia, discretamente viene fuori il fascino della Francia (ecco, non so se fosse tuo intento evocare questa sensazione. Poi sarà che la Francia mi fa pensare ai libri di grandi poeti e scrittori che la citano, e su di me questo fa sempre un certo effetto), porto il pensiero là, più che allo specifico di date e nomi, dunque scardino la trappola dell'inchiostro ed evado.
Ecco perché dicevo che "inizialmente" non sembra una poesia. Se non ti lasci andare, è forse così. Ma io ho mollato gli ormeggi.

Mentre nei versi successivi indichi già una strada,

Amo le fragole,
i libri,
la musica,
gli esseri umani

metti del personale in modo esplicito, continui a scrivere come se tirassi giù un elenco, ma quelle "fragole" a inizio strofa introducono e inducono il lettore alla sensibilità, ed ecco che tutto diventa più dolce: i libri più belli, la musica più bella, gli esseri umani migliori.
È l'apprezzamento per la vita, la positività, il vedere la parte più bella delle cose.
Dunque
    e non voglio morire
messo lì così è perfetto. Certo scema un po' quella positività di cui sopra (e forse sono elementi indissolubili?), come se arrivati all'apice della felicità e della coscienza della bellezza, fosse inevitabile pensare alla loro fine, che è poi la nostra fine.
Mi viene da fare una citazione: "Verrà la morte ed avrà i tuoi occhi" e, aggiungo io, con la fine degli occhi finisce tutto il resto.

perciò pronuncia forte il mio nome,
sussurralo,
gridalo,
scrivilo,
imparalo a memoria e
finché tu vivrai, anche io vivrò.

Un grido disperato. Non ci stai. Anche se gli occhi finiranno, alla tua vita cerchi un altro "posto"
Come un imbuto largo in cima che mano a mano si restringe, sei partita con una vena romantica, poi positiva, e ora disperata. Sembra una discesa dolorosa. Cercare di ingannare la morte convinti che si viva negli altri. Ma mi piace.
Mi fa pensare che se la vita fosse un passaparola di nomi, se fosse il nostro unico linguaggio, forse allora saremmo immortali, o comunque ce ne andremmo con questa idea (illusione non illusione è  difficile da dire.)

Mi chiamo Paola Taliana e
non voglio morire.

La chiusa riprende l'apertura, cambiando "sono nata" con "Non voglio morire": una conseguenza logico/romantica di chi ama la vita , e suggella il travaglio che i pensieri del doverla poi perdere inducono.

Cara Paola, non so che idea tu abbia di questa tua poesia, se ti appaga o meno. Ne avevamo parlato, forse, ma non ricordo più.
A me non è affatto dispiaciuta. Bisogna entrarci. Ma il tuo grido è un richiamo bello forte. Il ritmo serrato mi piace, anche se credo (credo, eh) che funzioni solo se ti sei già preso tempo leggendo con più calma e cercando di capire.
La trovo densa di voglia di vivere e il modo con cui l'hai espressa per me è  molto originale, e questa per me è  una qualità indispensabile.
Detto è già stato detto tutto, e anche molto bene. Non si inventa "quasi" nulla.
"Quasi" perché lavorando sul modo in cui ci si vuole esprimere, cercando di rendere nuovo (originale) anche un messaggio o un concetto abusato (tutti lo sono) ecco che questo prende lustro, prende una nuova vita che è soprattutto bellezza.

A rileggerti.
Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l’arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.

Re: [LP20-fuori concorso] - Mi chiamo Paola Taliana e non voglio morire

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P.s. mi scuso con l'utenza e con l'autrice, ma rileggendo il commento, specialmente nella prima parte, mi sono accorto che formalmente è orrendo.
Ma la sostanza  di ciò che volevo dire c'è.
L'ho preparato  con anticipo ma, onestamente, l'ho rieletto solo una volta ed evidentemente anche male. Vabbè  :facepalm:
Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l’arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.

Re: [LP20-fuori concorso] - Mi chiamo Paola Taliana e non voglio morire

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@Louca c.
caro Luca,
grazie per aver commentato proprio me e proprio questa poesia.
Louca c. ha scritto: fanno pensare che non sia nemmeno poesia, sono così apparentemente ingenui che subito mi hanno lasciato perplesso. Fa molto carta d'identità, mi è venuto da pensare.
Hai ragione, letti così sembrano proprio solo dati anagrafici, ma prova ora a chiudere gli occhi e a immaginare una spiaggia, lo sciabordio delle onde, nessuno sulla spiaggia e in lontananza qualcosa galleggia sull'acqua: una bottiglia.
Ti avvicini e le onde la consegnano a te.
Message in the battle
Incuriosito la apri, ne srotoli il contenuto e guardi la fotografia, poi la giri, leggi, è lei che si presenta, ti dice chi è.  ;)

Attaccabile? Può darsi, qualche rischio lo si deve pur correre.
Louca c. ha scritto: discretamente viene fuori il fascino della Francia (ecco, non so se fosse tuo intento evocare questa sensazione
Certo, era quella la mia intenzione. Il Caveau de la Huchette si trova nel Quartiere Latino a Parigi, è un jazz club meraviglioso dove ho trascorso tante e tante serate ad ascoltare, chiacchierare, fumare, ballare, bere, bere, bere... Un posto ricco di magia, atmosfera e fascino.
Un posto che a me solo nominarlo mi fa venire i brividi e la leggerezza nell'anima. E' chiaro che per chi non lo conosce quel nome non significa niente, ma per me... credo sia più che altro un modo di metterci del mio anche nei particolari. 
Louca c. ha scritto: e su di me questo fa sempre un certo effetto), porto il pensiero là, più che allo specifico di date e nomi, dunque scardino la trappola dell'inchiostro ed evado.
idem.
Louca c. ha scritto: Ma io ho mollato gli ormeggi.
Bravo, Luca! Così si fa quando si legge. Piedi piantati e voli pindarici. 
Louca c. ha scritto: È l'apprezzamento per la vita, la positività, il vedere la parte più bella delle cose.
Sì, era proprio questo che intendevo. Volevo dire la meraviglia della vita. Volevo dire il fastidio della morte.

Louca c. ha scritto: Un grido disperato. Non ci stai. Anche se gli occhi finiranno, alla tua vita cerchi un altro "posto"
Perfetto! Un grido disperato. Che non è la paura di morire, è la paura di non aver lasciato tracce, di non essere ricordati. Di pensare che non sia servito a niente. Per cui è necessario trovare qualcuno che quel nome non lo scordi.

Qualcuno di estraneo, che vive dall'altra parte del mare, così il nome arriverà ancora più lontano. Farà da cassa di risonanza.

Louca c. ha scritto: Cercare di ingannare la morte convinti che si viva negli altri. Ma mi piace.
 Non è ingannare la morte, è ingannare se stessi.  ;)

Louca c. ha scritto: Mi fa pensare che se la vita fosse un passaparola di nomi, se fosse il nostro unico linguaggio, forse allora saremmo immortali, o comunque ce ne andremmo con questa idea (illus
E' bellissima questa immagine... un passaparola di nomi... ti immagini il ronzio che ne verrebbe fuori... nomi, nomi, nomi. un blob di nomi... 

Louca c. ha scritto: Cara Paola, non so che idea tu abbia di questa tua poesia, se ti appaga o meno. Ne avevamo parlato, forse, ma non ricordo più.
Luca, non ho idee al riguardo. Era una poesia scritta per un MI solo che mentre pubblicavo è caduta la linea internet e non ho fatto più in tempo. Però l'avevo scritta, l'ho postata fuori concorso. Non ha avuto successo, per cui ritengo non sia buona, ma io non so giudicare.  :)

Sicuramente è sincera, è quello che io quel giorno avrei infilato in una bottiglia se ne avessi avuta una, il mare e tutto il resto.

Louca c. ha scritto: Ma il tuo grido è un richiamo bello forte. Il ritmo serrato mi piace, anche se credo (credo, eh) che funzioni solo se ti sei già preso tempo leggendo con più calma e cercando di capire.
Eh, bravo, ma io mi immaginavo proprio questo: uno legge con gli occhi, giusto per orientarsi. Poi si fa il quadro della situazione, attacca la musica e rilegge sapendo chi siamo, dove siamo, dove andremo... 

Se letta così potrebbe funzionare e il lettore saprebbe il mio nome alla fine e, forse, anche tu, Mister Magic Kingdom  :P (è il parco divertimenti n. 1 - montagne russe, tunnel, ruote panoramiche, spettacoli, concerti...)  ;)
Louca c. ha scritto: prende una nuova vita che è soprattutto bellezza.
:D e non siamo tutti qui per quello?


Louca c. ha scritto: mi sono accorto che formalmente è orrendo.
Ma la sostanza  di ciò che volevo dire c'è.
Ma dai, io l'ho trovato così bello invece, formalmente e concettualmente.

Grazie Luca per questo tuo approfondito e delicato commento. Ti ringrazio per aver resuscitato questa poesia a cui non ero particolarmente legata, ma ora che ne abbiamo parlato e tu mi hai detto il tuo punto di vista mi piace un po' di più.
Grazie.  <3
Uh Luca, mi hai fatto venire un'ideona; potrei brevettare i cubetti della fortuna.
Hai presente i biscotti, quelli con dentro un messaggio? Ecco, io potrei fare i cubetti di ghiaccio...  :asd: :asd: :asd:. Ovvio che a leggere poi uno dev'essere velocissimo, se no si sciolgono dentro il bicchiere.
Va beh, ci penso un altro po'.
Grazie ancora.  :love:
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [LP20-fuori concorso] - Mi chiamo Paola Taliana e non voglio morire

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Ehilà @paolasenzalai, mi fa piacere che  tu abbia gradito il mio commento, e ancora di più che io sia riuscito a leggere tra le righe in modo corretto, perché questo significa una cosa: che hai fatto centro.
Sei riuscita a fare vivere le sensazioni che avevi dentro, proprio quelle, con dei versi molto scarni e incisivi, e dunque non era affatto semplice raggiungere l'obiettivo che immagino ti fossi prefissata: trasmettere il più possibile la tua emozione.
Non vedo dunque perché non dovrebbe piacerti. Con una manciata di parole hai aperto un mondo, condividendolo con il lettore (almeno, come hai visto, io le tue vibrazioni le ho percepite credo benissimo) in una simbiosi ideale.
Con questa poesia, da uno stile molto personale (ah, originalità, freschezza!), mi hai ricordato un po' il modo di scrivere di Irene, ma in versione più punk.

P s. non sono certo di avere compreso la cosa del ghiaccio... :asd:

A rileggerti, dolcissima Paola  :sss:
Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l’arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.
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