Adam e Chloe

1
Commento a "Haiku" di Almissima.

Adam e Chloe erano uccelli del paradiso.
Stavano in una gabbia di ferro battuto.
In un angolo, del giardino d’inverno,
dove mia madre traduceva.

Componevano ogni giorno le stesse figure.
Come fanno gli animali, per ricordarci
che Dio è un formalista. Le loro piume
erano di molti colori.

Mia madre traduceva dall’inglese,
a un piccolo tavolo, in giardino, senza mai
piegarsi sui libri. Indossava un pullover
sulle spalle. Beveva tè verde.

Di notte, nella mia mente, immagini artefatte
di campi assolati e giochi con bambini
che non conoscevo, né incontravo a scuola.
Nei miei sogni, Adam volava con Chloe.

Davo a lui e alla sua compagna semi
di girasole, e la sera aprivo la loro gabbia,
di nascosto, ma loro restavano sul
loro trespolo, muovendo il becco di profilo.

Volevo vedere gli uccelli del paradiso
volare contro il sole, e giocare con altri
bambini — ma anch’io leggevo,
quasi un libro ogni sera.

«Questa sera andiamo a teatro» annunciava
mia madre. «Lavati bene le orecchie.
Indossa il soprabito.» Io spazzolavo
i denti e mettevo la camicetta bianca.

Nel taxi, l’autista pakistano
parlava nervosamente della figlia.
«Cos’ha preso a studiare?»
«Scienze sociali. Pensa che per lei

sarà più difficile?»
«È difficile per tutti.»
La città sfrecciava al finestrino.
Mia madre guardava fuori.

Il flauto magico mi meravigliava e mi
faceva desiderare di giocare con Adam
e Chloe. Tornavo alla mia vita con nuovo incanto:
per il giardino, la gabbia di ferro e gli uccelli.

Sentivo che la magia si trova in ogni dove:
così, sotto le lenzuola, trafelato, ripensavo
alle immagini del teatro, e le confondevo
con le figure di mia madre, degli uccelli e le ombre del giardino.

Ogni esperienza è unica e, penso,
a suo modo preziosa: siamo noi che,
scegliendo di partecipare, creiamo il mondo.
Siamo l'avventore sotto la luce gialla del bar di periferia.

Siamo anche la persona che, di sera,
sul ciglio della strada, porta le buste
del super-market, per cenare da sola.
Siamo stati tutti quella persona,

che cammina fra i cerchi dei lampioni,
e s’interroga sul senso della vita
fra le ombre fatalistiche e le luci dell'illuminazione notturna.
Ognuno di noi ha tentato di toccare le stelle.

Dopo aver dato i semini agli uccelli
mia madre andava nello studio per tradurre.
Sul mio comodino campeggiava Balzac.
«Volgare, ma adatto a un tredicenne»

aveva sentenziato quando,
timoroso, ero tornato col bottino
dalla biblioteca pubblica, sperando
di far colpo su di lei.

Il signore curvo veniva a raccogliere le foglie,
in giardino, ogni settimana,
e puliva la gabbia degli uccelli.
Gli beccavano la mano ed erano felici.

Ho già detto che sognavo Adam.
Non ho mai detto che mi parlava.
Nei sogni, capivo ogni parola,
e mi sembravano tanto importanti.

Col nuovo giorno le dimenticavo.
https://domenicosantoro.art.blog/

Re: Adam e Chloe

2
@Domenico S. 
Splendida, mi viene da dire. Entriamoci un po'.
Per prima cosa, rifacendosi a tante discussioni precedenti, verrebbe da dire che questa è proesia, non fosse che mi sono stufato di tutti questi tentativi di etichettare e classificare e voglio pensare che non è per nulla così: questa è poesia, signori e signore, a tutti gli effetti, e se ancora non ve ne siete fatti una ragione, affrettatevi perché i tempi cambiano e non vi aspettano. 
Lo dico con la consapevolezza di contraddire alcune mie precedenti affermazioni. ma anche se qui ci troviamo di fronte a una storia specifica con tanto di personaggi, azioni, e a una forma di trama, non è a mio avviso traducibile in prosa l'effetto dato da una narrazione scandita per versi. La capacità di sintesi, la pulizia del lessico, il magico equilibrio tra dire e non dire sono tutti tratti caratteristici del linguaggio poetico. E la fatica, certo. La poesia è più faticosa della prosa che si puntella di congiunzioni e approfondimenti. La poesia va letta lentamente, con attenzione. E poi va riletta  e riletta e riletta. 
Che orrore! diranno in molti, di questi tempi. Ebbè, non avete tempo? Lavoro e famiglia vi prosciugano? Be', affari vostri. Trovatelo il tempo, perché spesso ne vale la pena.
L'ho riletta a voce alta e se non cambierei una sola parola che è una, devo dire che sugli accapo e le pause di lettura ci lavorerei un po'. Ma non importa, è soltanto il punto di vista di un lettore qualsiasi che in ogni caso si ritiene pienamente soddisfatto ed entusiasta.
Passo a citare qualche passaggio
Domenico S. ha scritto: Componevano ogni giorno le stesse figure.
Come fanno gli animali, per ricordarci
che Dio è un formalista. Le loro piume
erano di molti colori.
 Che meraviglia
Domenico S. ha scritto: Mia madre traduceva dall’inglese,
a un piccolo tavolo, in giardino, senza mai
piegarsi sui libri. Indossava un pullover
sulle spalle. Beveva tè verde.
Apologia del particolare, nel senso letterale del termine, cioè non scontato, specifico, analogo al vissuto. Se è opera di immaginazione, come credo, è davvero molto fervida e scrupolosa.
Domenico S. ha scritto: Sentivo che la magia si trova in ogni dove:
così, sotto le lenzuola, trafelato, ripensavo
alle immagini del teatro, e le confondevo
con le figure di mia madre, degli uccelli e le ombre del giardino.
Perché è il modo in cui si guarda, e i presupposti che lo strutturano, a creare la magia. Una potenziale scuola di pensiero (che poi immagino esisterà in qualche luogo, in qualche tempo) suggerirebbe di lavorare su quei presupposti anziché sulla realizzazione degli eventi in sé. Cioè lavorare sul modo in cui vediamo le cose e non necessariamente su quello di cambiarle. Potrebbe anche essere che poi, inaspettatamente, le cose cambino.
Domenico S. ha scritto: siamo noi che,
scegliendo di partecipare, creiamo il mondo.
Appunto, vedi sopra.
Domenico S. ha scritto: Siamo stati tutti quella persona,
E probabilmente lo saremo ancora.
Domenico S. ha scritto: Col nuovo giorno le dimenticavo.
E' più reale il giorno o la notte? Bella domanda e gran bella poesia, la tua. O perlomeno a me è piaciuta molto. Ciao Domenico.

Re: Adam e Chloe

3
@Bob66 Ciao, intanto sono contento che la poesia ti sia piaciuta. Per quanto riguarda le pause e l'andare a capo: confesso di non avere grandi nozioni di metrica, perciò vado a orecchio, ma sicuramente posso affinare questo aspetto. Me ne rendo conto come scrivo.

Mi sembra che tua abbia compreso del tutto lo spirito della poesia e sono davvero contento ti sia piaciuta. Come tu giustamente notavi, la storia è opera di immaginazione, non appartiene al mio vissuto. Spero ci si possa rileggere presto,

Domenico
https://domenicosantoro.art.blog/

Re: Adam e Chloe

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Domenico S. ha scritto: ma anch’io leggevo,
quasi un libro ogni sera.
Questa veramente non l'ho capita.

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Il flauto magico [/font][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]mi meravigliava[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif](scusa, la funzione "cita" mi "funziona" un po' e un po')[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Una volta l'ho visto fatto con i burattini. C'era Papageno tutto agghindato di piume con gli uccellini che gli svolazzavano intorno. Anche a me è piaciuto tanto.[/font]

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]"Sentivo che la magia si trova in ogni dove:"[/font][/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Anch'io, da ragazzo, ero convinto che tutto fosse magico. [/font][/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]"scegliendo di partecipare, creiamo il mondo"[/font][/font][/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]A rigore, il mondo esiste anche senza di noi. Però è vero: partecipando, lo rendiamo più "nostro".[/font][/font][/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][/font][/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]"Siamo l'avventore sotto la luce gialla del bar di periferia."[/font][/font][/font][/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Non è tanto coerente (che cosa crea l'avventore? Piuttosto, è lì che aspetta). Però è tanto nel tuo stile.[/font][/font][/font][/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][/font][/font][/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]"[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Siamo anche la persona che, di sera,[/font]
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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]sul ciglio della strada, porta le buste[/font]
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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]del super-market, per cenare da sola.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Siamo stati tutti quella persona"[/font][/font][/font][/font][/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Direi che lo siamo ancora, lo siamo sempre. Qui diventi malinconico, ma ti riprendi subito:[/font][/font][/font][/font][/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif][/font][/font][/font][/font]
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[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]«Volgare"[/font][/font]
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Domenico S. ha scritto: Nei sogni, capivo ogni parola,
e mi sembravano tanto importanti.

Col nuovo giorno le dimenticavo.
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Re: Adam e Chloe

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Che disastro! Te la trascrivo qui (dopo avere tolto la formattazione) se no non si legge niente: 

Domenico S. ha scritto:
ma anch’io leggevo,
quasi un libro ogni sera.
Questa veramente non l'ho capita.

Il flauto magico mi meravigliava
(scusa, la funzione "cita" mi "funziona" un po' e un po')
Una volta l'ho visto fatto con i burattini. C'era Papageno tutto agghindato di piume con gli uccellini che gli svolazzavano intorno. Anche a me è piaciuto tanto.

"Sentivo che la magia si trova in ogni dove:"
Anch'io, da ragazzo, ero convinto che tutto fosse magico.

"scegliendo di partecipare, creiamo il mondo"
A rigore, il mondo esiste anche senza di noi. Però è vero: partecipando, lo rendiamo più "nostro".

"Siamo l'avventore sotto la luce gialla del bar di periferia."
Non è tanto coerente (che cosa crea l'avventore? Piuttosto, è lì che aspetta). Però è tanto nel tuo stile.

"Siamo anche la persona che, di sera,

sul ciglio della strada, porta le buste

del super-market, per cenare da sola.
Siamo stati tutti quella persona"
Direi che lo siamo ancora, lo siamo sempre. Qui diventi malinconico, ma ti riprendi subito:

"Balzac.
«Volgare"
e perché mai?


Domenico S. ha scritto:
Nei sogni, capivo ogni parola,
e mi sembravano tanto importanti.

Col nuovo giorno le dimenticavo.
(oh, ha tornato a funzionare!)
Molto graziosa questa osservazione. Capitava anche a me. Come metafora, vuol dire che abbiamo un mondo nascosto da qualche parte, in cui c'è la spiegazione di tutto, però in fondo è meglio non sapere proprio tutto, altrimenti come si potrebbe continuare a cercare?

A parte le osservazioni che mi è venuto di fare "a getto" mentre leggevo, trovo questa poesia più complessa delle altre che ho letto di te, però conserva la stessa leggerezza, alternando immagini colorate e fantasiose con riflessioni malinconiche o ironiche che però finiscono subito lì, come se volessi dire "per piacere non prendetemi troppo sul serio". Il tornare a pensieri e immagini avute da ragazzo è sempre una grande miniera di freschezza e di spontaneità, cose che poi si perdono, ma forse anche da adulti restiamo sempre lì, e i sogni più belli sono appunto quelli della giovinezza. Non faccio un'analisi troppo dettagliata perché la chiave di questa poesia secondo me è nella leggerezza, e andandoci troppo vicino si rischia di rovinarla.
Una bella prova, mi è piaciuta, ciao @Domenico S.

Re: Adam e Chloe

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@Gianfranco P Ciao! Sono contento che, nel complesso, la poesia ti sia piaciuta. Il ragazzo che legge per gran parte della notte è una citazione (mi pare) dalla Terra desolata di Thomas Eliot. Balzac è considerato un gusto volgare, nel mio immaginario, perché una volta un prof di filosofia ci rimproverò di voler diventare tutti dei "Balzac," come a dire che ci sono occupazioni ben più serie che scrivere narrativa. Tuttora sono d'accordo con lui, e tuttora scrivo narrativa. Sono d'accordo che il mondo sussista al di là della nostra esistenza, ma diventa creato dagli uomini se, oltre a noi, immaginiamo di essere la stessa persona che aspetta qualcuno al bar o quella che, tristemente, si trascina le buste del supermercato. Credo il mio pensiero, al solito, sia risultato sconnesso e poco coerente, e di questo mi scuso. Ti ringrazio per aver evidenziato le pecche del mio componimento e per l'incoraggiamento. A presto.
https://domenicosantoro.art.blog/
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